Queste ultime settimane sono state un "rollercoaster" di emozioni; un sali e scendi pazzesco, toccare il cielo per poi poco dopo franare; degni di un donna incinta o di una donna come me in cerca di se stessa. Ciò che ho imparato negli ultimi anni è a riconoscere le emozioni che ti invadono, darle un nome, viverle, accettarle e imparare da esse. Stamattina la vita mi ha messa alla prova, ho dovuto scegliere, prendere una decisione poco felice e le conseguenze mi pesano sul cuore. Ma nella vita bisogna essere forti abbastanza per inseguire i propri sogni qualunque cosa esso significhi. Cerco di essere sincera, corretta e trasparente, cercando di non fare soffrire nessuno ma a volte è inevitabile. Grazie di tutto, grazie davvero. La vita è a colori e sono convinta lo sarà per entrambi.
Eccomi tornata col mio diario. Mi sono presa del tempo per raccontarvi la mia giornata di ieri perché è stata colma di eventi e di nuove esperienze. La sera di giovedi dico al mio autista che vorrei prolungare la mia permanenza a Jaipur di un giorno per passare del tempo con delle persone che ho conosciuto e vivere un po piu a fondo la vita locale. Lui si agita un po' e cerca di convincermi a ripartire visto che abbiamo ancora molta strada da fare prima di arrivare ad Agra. Io gli rispondo che rispetto al programma siamo avanti di 2 giorni e che uno vorrei trascorrerlo qui. Lui mi dice che però vorrebbe portarmi al suo villaggio e se non ripartiamo non ce la facciamo, ma poi desiste. Da un lato capisco che per lui è molto importante portarmi al suo villaggio e secondariamente non gli piace che fraternizzo con gli indiani perché è iperpreoccupato e vuole adempiere perfettamente al suo compito di autista-bodyguard. Ogni giorno quando saliamo in auto per andare a visitare una città o un luogo di interesse turistico mi fa la solita ramanzina su come mi devo comportare e sui pericoli... vi assicuro che non se ne dimentica mai!!! Ho cercato di trasmettergli il messaggio che ho gia viaggiato da sola in luoghi poco ortodossi ma non mi ascolta.
Ora colgo l'occasione per entrare in merito ad un piccolo dilemma: fidarsi o non fidarsi?? Il mio autista mi dice sempre che non devo mai fidarmi, però io la trovo una grande generalizzazione triste e banale. Non fidarsi mai di nessuno ti toglie il gusto di conoscere una cultura. Fidarsi sempre e di tutti non è d'altra parte una buona soluzione. Bisogna quindi affidarsi al proprio buon senso. E io in questi giorni nel Rajasthan ho dovuto decidere se fidarmi o meno. Stamattina l'appuntamento è alle 10 all'Amber fort con il ragazzo che ho conosciuto qui ieri mattina e con cui ho chiacchierato. La promessa è di portarmi a vedere le tigri e i leoni, il tempio su un'altura e la vita della sua famiglia e della gente del suo villaggio. Come poter rinunciare? ? Munita di arsenale mi sono presentata all'appuntamento. Deepu mi accompagna e lo bombarda di domande, sembra un "padre siciliano" con la figlia... poi partiamo in sella allo scooter di Irshag.
Entriamo in un parco di animali e osserviamo le tigri e i leoni. Sono purtroppo nelle gabbie e non in libertà ma lo spettacolo vale sempre il costo del biglietto. Poi proseguiamo e visitiamo delle case di suoi amici e il tè di benvenuto (quello che tanto adorooooo) non mi lascia scampo. Si fanno le 13 ma sembra che nessuno si preoccupi del proprio stomaco vuoto tranne me. Sopporto, cerco di non pensarci, ma alle 14 chiedo se è possibile mangiare qualcosa e cosi lui e altri 3 amici in moto mi portano a mangiare in un postaccio dove però il cibo è ottimo. Quando vedo un topino in cucina e la sporcizia che gira evito di soffermarmi su cosa possa significare per il mio stomaco.
Nel pomeriggio ci fermiamo in altri piccoli posticini e saliamo al tempio a piedi. Si fanno le 16 e chiedo cortesemente ai miei amici di portarmi all'Amber Fort dove mi aspetta il mio autista per portarmi in centro a jaipur perché incontro il mio amico di bighellonamenti chiamato Sameer per cenare insieme. Ci troviamo nella gioielleria di suo zio e per le seguenti due ore lo zio Vicky ci da lezioni di vita. Non si può fiatare, parla come una macchina, fa le domande e si da le risposte da solo. Un numero da circo. Mi spiega come vivere l'India e la vita.... riusciamo finalmente a fuggire da li e andiamo a ritirare dei vestiti per la famiglia di Sameer in un negozio di stoffe. Prendiamo un bussino stracolmo di gente e mi godo il viaggio notturno in città. Anche questa tappa sembra esser infinita. Al negozio il venditore mi racconta la rava e la fava di tutti i suoi prodotti, mi offre un tè, mi racconta la storia della sua fabbrica ecc... Ho imparato molte cose, una delle quali è che tutti i prodotti di manifattura fatti a mano venduti in India e Nepal vengono tutti prodotti a Jaipur. È la meta migliore e più economica per acquistare prodotti. Riusciamo a scappare anche da qui e guardando l'orologio mi accorgo che sono gia le 21 e non abbiamo ancora mangiato. Non esiste il tempo in India, l'orologio da polso dovrei lasciarlo in valigia. Andiamo finalmente a mangiare e ci ritroviamo in un locale molto spartano dove il cibo viene cucinato in strada in enormi pentoloni.
La città di notte vive, la gente è in strada: parla, vende, beve, e osserva. Io non riesco ad abituarmi a tutti questi sguardi addosso! Sono abbastanza irritanti, ma cerco di riderci su. Adoro andare in giro di sera e vedere la città in pieno fermento, adoro mangiare un buon pasto e muovermi con i mezzi pubblici locali. Mi sento parte di tutto ciò che mi sta intorno, non più un' intrusa. Giornata interessante!
Arrivo all'hotel alle 22.30 e mi siedo unattimo sui divanetti della hall. Incrocio un ragazzo messicano e finiamo a parlare in spagnolo. E non vi dico che fatica connettere il cervello a quellora! E quindi vado a nanna!
Eccomi tornata col mio diario. Mi sono presa del tempo per raccontarvi la mia giornata di ieri perché è stata colma di eventi e di nuove esperienze. La sera di giovedi dico al mio autista che vorrei prolungare la mia permanenza a Jaipur di un giorno per passare del tempo con delle persone che ho conosciuto e vivere un po piu a fondo la vita locale. Lui si agita un po' e cerca di convincermi a ripartire visto che abbiamo ancora molta strada da fare prima di arrivare ad Agra. Io gli rispondo che rispetto al programma siamo avanti di 2 giorni e che uno vorrei trascorrerlo qui. Lui mi dice che però vorrebbe portarmi al suo villaggio e se non ripartiamo non ce la facciamo, ma poi desiste. Da un lato capisco che per lui è molto importante portarmi al suo villaggio e secondariamente non gli piace che fraternizzo con gli indiani perché è iperpreoccupato e vuole adempiere perfettamente al suo compito di autista-bodyguard. Ogni giorno quando saliamo in auto per andare a visitare una città o un luogo di interesse turistico mi fa la solita ramanzina su come mi devo comportare e sui pericoli... vi assicuro che non se ne dimentica mai!!! Ho cercato di trasmettergli il messaggio che ho gia viaggiato da sola in luoghi poco ortodossi ma non mi ascolta.
Ora colgo l'occasione per entrare in merito ad un piccolo dilemma: fidarsi o non fidarsi?? Il mio autista mi dice sempre che non devo mai fidarmi, però io la trovo una grande generalizzazione triste e banale. Non fidarsi mai di nessuno ti toglie il gusto di conoscere una cultura. Fidarsi sempre e di tutti non è d'altra parte una buona soluzione. Bisogna quindi affidarsi al proprio buon senso. E io in questi giorni nel Rajasthan ho dovuto decidere se fidarmi o meno. Stamattina l'appuntamento è alle 10 all'Amber fort con il ragazzo che ho conosciuto qui ieri mattina e con cui ho chiacchierato. La promessa è di portarmi a vedere le tigri e i leoni, il tempio su un'altura e la vita della sua famiglia e della gente del suo villaggio. Come poter rinunciare? ? Munita di arsenale mi sono presentata all'appuntamento. Deepu mi accompagna e lo bombarda di domande, sembra un "padre siciliano" con la figlia... poi partiamo in sella allo scooter di Irshag.
Entriamo in un parco di animali e osserviamo le tigri e i leoni. Sono purtroppo nelle gabbie e non in libertà ma lo spettacolo vale sempre il costo del biglietto. Poi proseguiamo e visitiamo delle case di suoi amici e il tè di benvenuto (quello che tanto adorooooo) non mi lascia scampo. Si fanno le 13 ma sembra che nessuno si preoccupi del proprio stomaco vuoto tranne me. Sopporto, cerco di non pensarci, ma alle 14 chiedo se è possibile mangiare qualcosa e cosi lui e altri 3 amici in moto mi portano a mangiare in un postaccio dove però il cibo è ottimo. Quando vedo un topino in cucina e la sporcizia che gira evito di soffermarmi su cosa possa significare per il mio stomaco.
Nel pomeriggio ci fermiamo in altri piccoli posticini e saliamo al tempio a piedi. Si fanno le 16 e chiedo cortesemente ai miei amici di portarmi all'Amber Fort dove mi aspetta il mio autista per portarmi in centro a jaipur perché incontro il mio amico di bighellonamenti chiamato Sameer per cenare insieme. Ci troviamo nella gioielleria di suo zio e per le seguenti due ore lo zio Vicky ci da lezioni di vita. Non si può fiatare, parla come una macchina, fa le domande e si da le risposte da solo. Un numero da circo. Mi spiega come vivere l'India e la vita.... riusciamo finalmente a fuggire da li e andiamo a ritirare dei vestiti per la famiglia di Sameer in un negozio di stoffe. Prendiamo un bussino stracolmo di gente e mi godo il viaggio notturno in città. Anche questa tappa sembra esser infinita. Al negozio il venditore mi racconta la rava e la fava di tutti i suoi prodotti, mi offre un tè, mi racconta la storia della sua fabbrica ecc... Ho imparato molte cose, una delle quali è che tutti i prodotti di manifattura fatti a mano venduti in India e Nepal vengono tutti prodotti a Jaipur. È la meta migliore e più economica per acquistare prodotti. Riusciamo a scappare anche da qui e guardando l'orologio mi accorgo che sono gia le 21 e non abbiamo ancora mangiato. Non esiste il tempo in India, l'orologio da polso dovrei lasciarlo in valigia. Andiamo finalmente a mangiare e ci ritroviamo in un locale molto spartano dove il cibo viene cucinato in strada in enormi pentoloni.
La città di notte vive, la gente è in strada: parla, vende, beve, e osserva. Io non riesco ad abituarmi a tutti questi sguardi addosso! Sono abbastanza irritanti, ma cerco di riderci su. Adoro andare in giro di sera e vedere la città in pieno fermento, adoro mangiare un buon pasto e muovermi con i mezzi pubblici locali. Mi sento parte di tutto ciò che mi sta intorno, non più un' intrusa. Giornata interessante!
Arrivo all'hotel alle 22.30 e mi siedo unattimo sui divanetti della hall. Incrocio un ragazzo messicano e finiamo a parlare in spagnolo. E non vi dico che fatica connettere il cervello a quellora! E quindi vado a nanna!
Nessun commento:
Posta un commento