Ieri era Natale e io ho trascorso la maggiorparte del tempo in auto sulla strada che ci ha condotti a Varanasi. Ho indossato il mio cappellino di Natale comprato a Jaipur e lo stesso ha fatto Deepu. L'ho praticamente obbligato dal momento che ho comprato il cappuccio anche per lui... hehe! Abbiamo passato villaggi, città, periferie, e visto tanta vita di strada. Nessun richiamo al Natale e nessun segno di vissuto natalizio. Viaggiamo sei ore e finalmente arriviamo a Varanasi. Le strade principali sono chiuse perché il primo ministro indiano è in visita in questa città; le vie sono congestionate e noi chiediamo al manager dell'hotel di venire a recuperarci perché non troviamo la strada per arrivare all'hotel. Lo incontriamo e seguiamo la sua moto che tra una manovra e l'altra ci porta a destinazione. Stiamo per svoltare all'ultimo incrocio e davanti a noi si apre l'immenso spettacolo del fiume Gange. Avevo appena finito di chiedere a Deepak se l'hotel era lontano dal fiume, che si materializza davanti a me. Il fiume, la sua città sul fiume... è stato amore a prima vista!Sento già che 1 giorno e mezzo in questo luogo mistico e vivo non saranno sufficienti neanche per avvicinarmici. Potrei stare qui tranquillamente delle settimane. Ed è un sentimento molto forte, immediato, perché io la città non l'ho ancora visitata, sono arrivata solo all'hotel. Non so cosa io abbia sentito, non ne ho idea...
Dopo aver scritto gli auguri di Natale agli amici esco a farmi un giro e percorro le scalinate (ghat) che si ergono a lato del Gange. Il sole cala e lascia spazio ad una luce soffusa che avvolge le barche che vacillano silenziose vicino ai margini del fiume. I barcaioli offrono un giro sul Gange, le bambine vendono i fiori da lanciare nel fiume, la gente siede a chiacchierare sulle gradinate, i Sadhu (saggi ) ripetono litanie a me sconosciute. Riempio il cuore e i polmoni di questa realtà intinta di sacralità.
Questa città è il posto sacro per eccellenza in India; il luogo dove tutti vogliono venire a morire; fare ritorno dalla madre (il loro fiume sacro). Rientro con passo leggiadro e mi preparo a celebrare il Natale.
Il mio autista, con l'aiuto del manager, mi organizza una gita all'unica chiesa cattolica della città, ma la chiesa posso visitarla solo dall'esterno perché la funzione religiosa è finita e le sue porte sono chiuse. Attorno ad essa si sono riunite centinaia di persone, che non so se pratichino o se siano li solo per vedere un po di luci e passare il tempo.
Ci sono molte bancarelle in giro e tante rappresentazioni di scene sacre della bibbia. Dopo questo tuffo nella tradizione cattolica, il tuk tuk man ci porta in un hotel a cena dove si festeggia il Natale. Appena entrati mi accorgo di quanto sia lussuoso per gli standard indiani. Il ristorante offre un buffet internazionale e quando chiedo il prezzo vedo il mio autista "sbiancare". Mi accorgo del suo imbarazzo nel non poter affrontare una spesa per lui immensa; 10 franchi per una cena sono tanti soldi in India (oggi ho scoperto che il manager dellhotel dove sto io in questi giorni guadagna 5000 rupie al mese che sono 70 franchi). Ma chiaramente questo posto è per i turisti. Lui è stato gentilissimo e ci ha messo il cuore per organizzarmi questo Natale in maniera da non sentirmi troppo sola quindi il minimo che io possa fare è offrirgli la cena. Farlo aspettare fuori senza cenare mi sembra alquanto antipatico. La cena è molto buona ed è la prima volta che in India mangio cucina europea! Per la serata indosso il vestito tipico del Rajasthan che ho comprato a Jaisalmer. Sono un po' locale anch'io questa sera. Trascorriamo una bella serata insieme e in parte mi sembra il ringraziamento nei suoi confronti per questo bellissimo tour che termina fra 3 giorni. E li ci dovremo salutare.
Dopo aver scritto gli auguri di Natale agli amici esco a farmi un giro e percorro le scalinate (ghat) che si ergono a lato del Gange. Il sole cala e lascia spazio ad una luce soffusa che avvolge le barche che vacillano silenziose vicino ai margini del fiume. I barcaioli offrono un giro sul Gange, le bambine vendono i fiori da lanciare nel fiume, la gente siede a chiacchierare sulle gradinate, i Sadhu (saggi ) ripetono litanie a me sconosciute. Riempio il cuore e i polmoni di questa realtà intinta di sacralità.
Questa città è il posto sacro per eccellenza in India; il luogo dove tutti vogliono venire a morire; fare ritorno dalla madre (il loro fiume sacro). Rientro con passo leggiadro e mi preparo a celebrare il Natale.
Il mio autista, con l'aiuto del manager, mi organizza una gita all'unica chiesa cattolica della città, ma la chiesa posso visitarla solo dall'esterno perché la funzione religiosa è finita e le sue porte sono chiuse. Attorno ad essa si sono riunite centinaia di persone, che non so se pratichino o se siano li solo per vedere un po di luci e passare il tempo.
Ci sono molte bancarelle in giro e tante rappresentazioni di scene sacre della bibbia. Dopo questo tuffo nella tradizione cattolica, il tuk tuk man ci porta in un hotel a cena dove si festeggia il Natale. Appena entrati mi accorgo di quanto sia lussuoso per gli standard indiani. Il ristorante offre un buffet internazionale e quando chiedo il prezzo vedo il mio autista "sbiancare". Mi accorgo del suo imbarazzo nel non poter affrontare una spesa per lui immensa; 10 franchi per una cena sono tanti soldi in India (oggi ho scoperto che il manager dellhotel dove sto io in questi giorni guadagna 5000 rupie al mese che sono 70 franchi). Ma chiaramente questo posto è per i turisti. Lui è stato gentilissimo e ci ha messo il cuore per organizzarmi questo Natale in maniera da non sentirmi troppo sola quindi il minimo che io possa fare è offrirgli la cena. Farlo aspettare fuori senza cenare mi sembra alquanto antipatico. La cena è molto buona ed è la prima volta che in India mangio cucina europea! Per la serata indosso il vestito tipico del Rajasthan che ho comprato a Jaisalmer. Sono un po' locale anch'io questa sera. Trascorriamo una bella serata insieme e in parte mi sembra il ringraziamento nei suoi confronti per questo bellissimo tour che termina fra 3 giorni. E li ci dovremo salutare.
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