L'idea di alzarmi alle 5:30 per assistere alla cerimonia religiosa hindú sul ghat principale mi sfiora, ma questa mattina la accantono immediatamente perché sono andata a dormire alla 1:00 con un gran male agli occhi; quindi rimando la levataccia a domani. Mi alzo alle 8:00 e faccio colazione nel grande giardino adibito anche a luogo per fare yoga. Chiacchiero con una coppia olandese che è a Varanasi per 2 mesi a fare volontariato in una scuola. Se non mi trattenessi cosi poco andrei volentieri a visitarla. In questo mese indiano credo che questa coppia siano i secondi turisti con cui ho una conversazione. Immaginatevi voi quanto ho fatto l' eremita rispetto al Nepal...
Alle 10:00 si presenta una guida chiamata dal manager dell' hotel per mostrarmi questa splendida città. Lui mi fornisce molte informazioni riguardanti soprattutto i riti di cremazione. È molto paziente e parla bene inglese. Ad un certo punto però butta li delle frasi fatte, quelle che trovi in "google" tipo: no gain no pain; nothing is impossibile in the life, if you will something you got it e questo semplicemente perché gli ho detto che io faccio fatica ad entrare nei templi, che non mi sento a mio agio. Mi è andato il fumo negli occhi ma ho cercato di non scaldarmi troppo anche se mi sono accorta che qualcosa non andava. Nel corso della mattinata mi chiede se voglio visitare un tempio e gli dico di no; poi mi chiede dell'università e gli dico di no, e cosi per altre 2 cose. Oggi sono dell'umore di camminare e guardare; non visitare.
Dopo qualche minuto mi dice che lui è molto sensitivo, sensibile, e che in mezz'ora di tempo lui percepisce com'è la persona che gli sta difronte. Poi aggiunge che nella sua vita
ha aiutato molte persone, che ha dei doni naturali. A quel punto mi dico:"ci siamo, mi sta psicanalizzando". Io lo so che ha percepito la mia chiusura, il mio skazzo, eppure ha provato ad entrare abbattendo il muro. È partito da lontano chiedendomi se l'India mi ha cambiata, se ritornerò in india e se sarà con un approccio diverso. E per concludere mi ha chiesto di spiegargli con parole mie il significato di vita come se dovessi spiegarlo ai miei allievi. E a quel punto sono sbottata! Gli ho detto che sono stufa di sentirmi dire con frasi fatte alla "Sadhu", come devo affrontare al meglio la vita. Loro sono cresciuti cosi e per loro è facile, noi invece dobbiamo reimparare tutto e ci costa fatica. Se lui è cosi sensitivo come dice di essere sapeva benissimo che non doveva forzare la mano, eppure lui ha insistito e mi ha destabilizzata per tutta la mattina. Al momento sto mettendo tante cose in discussione, e questo grande lavoro mi regala frustrazioni momentanee. Poi la gente può pur dire che siamo noi che decidiamo come reagire e che non devo dare importanza a questa cosa; sono tutte cose vere ma io non voglio pensare troppo e voglio solo vivere ciò che sento. E se mi sento di m, mi voglio concedere di sentirmi cosi per giorni interi! Ho passato troppi anni a rinnegare le mie emozioni e forse oggi le voglio vivere per come arrivano! Voi
stenterete a crederlo, ma davvero le persone con cui parlo hanno sempre questa visione e mentalità da santone. Non so cosa ci sia davvero dietro che mi disturba cosi tanto, ma questa loro apparente o davvero profonda positività mi dà i nervi... mi sembrano fatti con lo stampino, un libro stampato. Ieri il manager dell'hotel mi propone di andare in barca la sera a vedere la funzione religiosa, io gli rispondo che preferisco andarci il giorno dopo. Lui mi risponde che però il giorno dopo se è nuvoloso (molto probabile) le barche non vanno sul Gange. Io dico che se sarà destino farà bel tempo e lui mi risponde che il destino lo influenziamo noi e che devo credere che sarà bello e si avvererà. Siiii ok!!! Lo so anch'io!!Un altro ragazzo con cui ho parlato ieri appena ho detto che il mio umore è un po'basso ha iniziato anche lui con le frasi fatte... ma nessuno ascolta, tutti vogliono impartire grandi lezioni di vita. Booooh.
Rientrando all'hotel mi fermo a pranzare in un posto tranquillo e carino e mi siedo in terrazza. Scambio 2 chiacchiere con un signore indiano a capo di una ditta farmaceutica e scrivo questi miei pensieri. Alle 17 prendo una barchetta e il barcaiolo spaccandosi le braccia rema 1 ora e mi porta a vedere la cerimonia serale di preghiera e di buon auspicio. Assistiamo alla funzione dal fiume e rimaniamo li mezzoretta. La cerimonia consiste appunto in alcune preghiere, canti, rituali con il fuoco. Visto il mio pessimo umore vorrei rintanarmi in camera una volta finita la gita in barca, ma con mia grande sorpresa rimango fuori fino alle 22 e mi diverto pure con alcune persone di Varanasi. I racconti specifici sulle cremazioni seguiranno appena possibile. Il 27 o il 28 arrivo ad Agra e assisto al grande spettacolo che mi offrirà il Taj Mahal! Non vedo l'ora!!
Alle 10:00 si presenta una guida chiamata dal manager dell' hotel per mostrarmi questa splendida città. Lui mi fornisce molte informazioni riguardanti soprattutto i riti di cremazione. È molto paziente e parla bene inglese. Ad un certo punto però butta li delle frasi fatte, quelle che trovi in "google" tipo: no gain no pain; nothing is impossibile in the life, if you will something you got it e questo semplicemente perché gli ho detto che io faccio fatica ad entrare nei templi, che non mi sento a mio agio. Mi è andato il fumo negli occhi ma ho cercato di non scaldarmi troppo anche se mi sono accorta che qualcosa non andava. Nel corso della mattinata mi chiede se voglio visitare un tempio e gli dico di no; poi mi chiede dell'università e gli dico di no, e cosi per altre 2 cose. Oggi sono dell'umore di camminare e guardare; non visitare.
Dopo qualche minuto mi dice che lui è molto sensitivo, sensibile, e che in mezz'ora di tempo lui percepisce com'è la persona che gli sta difronte. Poi aggiunge che nella sua vita
ha aiutato molte persone, che ha dei doni naturali. A quel punto mi dico:"ci siamo, mi sta psicanalizzando". Io lo so che ha percepito la mia chiusura, il mio skazzo, eppure ha provato ad entrare abbattendo il muro. È partito da lontano chiedendomi se l'India mi ha cambiata, se ritornerò in india e se sarà con un approccio diverso. E per concludere mi ha chiesto di spiegargli con parole mie il significato di vita come se dovessi spiegarlo ai miei allievi. E a quel punto sono sbottata! Gli ho detto che sono stufa di sentirmi dire con frasi fatte alla "Sadhu", come devo affrontare al meglio la vita. Loro sono cresciuti cosi e per loro è facile, noi invece dobbiamo reimparare tutto e ci costa fatica. Se lui è cosi sensitivo come dice di essere sapeva benissimo che non doveva forzare la mano, eppure lui ha insistito e mi ha destabilizzata per tutta la mattina. Al momento sto mettendo tante cose in discussione, e questo grande lavoro mi regala frustrazioni momentanee. Poi la gente può pur dire che siamo noi che decidiamo come reagire e che non devo dare importanza a questa cosa; sono tutte cose vere ma io non voglio pensare troppo e voglio solo vivere ciò che sento. E se mi sento di m, mi voglio concedere di sentirmi cosi per giorni interi! Ho passato troppi anni a rinnegare le mie emozioni e forse oggi le voglio vivere per come arrivano! Voi
stenterete a crederlo, ma davvero le persone con cui parlo hanno sempre questa visione e mentalità da santone. Non so cosa ci sia davvero dietro che mi disturba cosi tanto, ma questa loro apparente o davvero profonda positività mi dà i nervi... mi sembrano fatti con lo stampino, un libro stampato. Ieri il manager dell'hotel mi propone di andare in barca la sera a vedere la funzione religiosa, io gli rispondo che preferisco andarci il giorno dopo. Lui mi risponde che però il giorno dopo se è nuvoloso (molto probabile) le barche non vanno sul Gange. Io dico che se sarà destino farà bel tempo e lui mi risponde che il destino lo influenziamo noi e che devo credere che sarà bello e si avvererà. Siiii ok!!! Lo so anch'io!!Un altro ragazzo con cui ho parlato ieri appena ho detto che il mio umore è un po'basso ha iniziato anche lui con le frasi fatte... ma nessuno ascolta, tutti vogliono impartire grandi lezioni di vita. Booooh.
Rientrando all'hotel mi fermo a pranzare in un posto tranquillo e carino e mi siedo in terrazza. Scambio 2 chiacchiere con un signore indiano a capo di una ditta farmaceutica e scrivo questi miei pensieri. Alle 17 prendo una barchetta e il barcaiolo spaccandosi le braccia rema 1 ora e mi porta a vedere la cerimonia serale di preghiera e di buon auspicio. Assistiamo alla funzione dal fiume e rimaniamo li mezzoretta. La cerimonia consiste appunto in alcune preghiere, canti, rituali con il fuoco. Visto il mio pessimo umore vorrei rintanarmi in camera una volta finita la gita in barca, ma con mia grande sorpresa rimango fuori fino alle 22 e mi diverto pure con alcune persone di Varanasi. I racconti specifici sulle cremazioni seguiranno appena possibile. Il 27 o il 28 arrivo ad Agra e assisto al grande spettacolo che mi offrirà il Taj Mahal! Non vedo l'ora!!
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