mercoledì 31 dicembre 2014

La notte di Capodanno

Stasera è capodanno e io avrei la possibilità di uscire a fare festa con Shinoy e altri suoi amici; però scopro che non si tratta di fare festa ma di andare in campagna in un posto tranquillo a passare la serata. Io voglio vedere la città che vive, buttarmi nella ressa. E quindi rinuncio. I realtà poi non mi va di uscire a cena quindi la comando in camera. Mi sento un po pigra, ma chi ha voglia di uscire stasera?? Poi il mio umore si incupisce, verso le ultime lacrime d'amore e esco in strada a camminare, se rimango in stanza impazzisco o mi deprimo.
Cammino tra la gente e sento quel senso di libertà misto all'odore della salsedine del mare. Auguri... ma domani sarà un nuovo inizio?? Percorro il lungomare tra volti sconoscuti e sfuggenti e sulle note della canzone "best days of my life" di Bryan Adams ti dico addio.
Mi imbuco ad una festa all'aperto per ragazzini e mi godo la musica.
Ripercorro il Lungomare del mondo di Jovanotti e il nuovo anno si sta per aprire dinnanzi a me. Le lanterne di  fuoco volano in cielo. Camminare in mezzo alla gente è in parte piacevole e riempie il vuoto; le parole  sono superflue, gli occhi volgono al cielo, il chiacchiericcio della gente solletica il mio udito.
Chiedo scusa al tuo dolore ma questo è il mio sogno e io lo rincorro con tutte le mie forze.Tutti si mettono in posa e sorridono, per uno scatto; anch'io mi metto in posa ma da sola e lo faccio per te o mio sogno dalle ali dorate. Per te io lotterò,  per te io correrò,  in te mi realizzerò. E nel marasma di gente a mezzanotte con chi festeggerò che non conosco nessuno?  A chi farò gli auguri, con chi farò il brindisi, a chi darò i bacini? Beh festeggerò con me stessa, perché è la persona a cui tengo di più al mondo e che mi da ogni giorno la forza di lottare.  Brava Eloisa, avanti cosi! Mordi la vita!
Si è fatta mezzanotte qui! La luna è la stessa, i fuochi d'artificio con un po di immaginazione sono gli stessi di Lugano e tutti guardano all'aria con i loro telefonini accesi...aria di speranza,  aria di vita,.. aria di novità in una vita spesso troppo monotona

Mumbai

Stamattina mi alzo verso le 8:00 e faccio colazione in camera. Vi sembrerò viziata, ma in realtà non si può fare altrimenti perché il mio hotel occupa solo il  quinto piano di un palazzo e non ha una sala da pranzo né per la colazione né per i pasti principali.
Dopo colazione mi preparo ed esco. Sapete cosa mi ha spinta a venire a Mumbai? Sinceramente l'avvincente libro intitolato Shantaram, totalmente ambientato a Mumbai. Il libro narra di un uomo australiano imprigionato in australia che riesce a fuggire di galera e si rintana in India,  precisamente a Mumbai. Qui entra nei giri vari di delinquenza e tante storie si intrecciano.  Oggi ho visitato il quartiere di Colaba, spesso nominato nel libro, come pure il cafè Leopold, frequentato dal protagonista e dai suoi amici. Mi è piaciuto questo tuffo nella letteratura!
Prima di perdermi nel discorso libro vi stavo accennando al momento in cui mi sono messa per strada stamattina. Ho una gran voglia di camminare. Niente cartina,  solo qualche vaga idea e tanta voglia di esplorare . Cammino sul lungomare con passo tranquillo e vagabondo, incredibile quanto mi faccia bene quest'aria mattutina di mare. Mi sembra di essere un po in Australia, a surfers paradise, con i palazzoni affacciati sul mare. Visito un ufficio informazione, prendo qualche depliant e poi proseguo nel mio giro cittadino. Passo di fianco ad un parco che ospita un torneo di cricket e mi fermo ad osservare il gioco. In realtà mi sembra simile al baseball, ma a guardarlo attentamente non mi appare per niente somigliante, ma una cosa è certa, mi annoia da morire. In India ne vanno matti e per chi non lo sapesse il cricket è stato importato qui dai britannici.
La città ha una british influence, un british style, lo si nota nelle varie costruZioni: high court, university, taj mahal hotel. A volte sembra davvero di essere in Inghilterra.
Cammino per le strade e nessuno mi importuna. Qualche bimbo sporco e malconcio sgomita per un paio di rupie ma io volto la faccia di lato, non riesco a guardare questi bimbi in tenera età obbligati a mendicare. Per fortuna poco più avanti incrocio una splendida donna in sari arancione che mi saluta e mi sorride radiosa. Che magia, che bellezza! Sapete, mi manca il contatto con le donne; il poter parlare e dialogare liberamente con loro. Spesso gli uomini imparano l'inglese coi/ dai turisti per interagire con loro. La donna non avendo a che fare coi turisti e avendo un'istruzione minore rispetto all'uomo, l'inglese non lo conosce, quindi risulta impossibile comunicare. Oggi faccio tappa dall'estetista e appunto l'inglese non lo conosce. Riusciamo a scambiare poco piu di due parole. L'esperienza della ceretta rispetto al Nepal è molto buona. La signorina è brava e competente e al momento di pagare le chiedo di ripetermi il costo del trattamento 3 volte. Non ci posso credere... mi chiede 300 rupie, che sono l'equivalente di 5 Franchi...
Dopo la ceretta mi accorgo di essere affamata.  Mi rintano in un baretto e mangio Hummus e Falafel, bevo un succo fresco di ananas prima di scappare in fretta e furia per il freddo polare che si è creato a causa dell'aria condizionata.
Proseguo il mio giro e mi perdo tra le bancarelle di Colaba. Scarpe di infima qualità appese ovunque,  collanine, braccialetti,  magliette, pantaloni, ...si trova di tutto, ma ciò che mi magnetizza sono le bancarelle di libri usati. Li passo tutti in rassegna e nonostante io abbia il mio reader elettronico non resisto alla tentazione di comprare 2 libri e udite udite, per l'irrisorio costo di 8 franchi compro la lonely planet di seconda mano in francese del sud dell'india. Cosi posso pianificare il mio viaggio del prossimo mese. Beata la svizzera che insegna le lingue a scuola e mi permette di comprare una guida in francese nonostante non sia la mia lingua madre. Evviva l'istruzione!
Concludo il mio giro al modern art museum. Sono pronta ad osservare con curiosità alcuni capolavori di artisti indiani; ma in realtà trovo un allestimento speciale che unisce sport ed arte. Parla di un grande sportivo, campione di Cricket (Sachin Tendulkar) attraverso alcune opere d'arte. Lui scrisse questo in riferimento all'arte:" I'm no connaisseur, but i love art.  I love the creativity that goes into making an artwork, the endless hours of thought that are put into it, the adjustments that are made, the nuances that are introduced and the beauty of the final creation". E poi mi ritrovo sulla strada di casa.Mi dispiace ma oggi non riesco a caricare le foto. Baciii 

martedì 30 dicembre 2014

In viaggio per Mumbay

Ciao amici sono arrivata a Mumbai e la mia nuova avventura ha inizio... anzi ad essere sinceri la mia nuova avventura è iniziata ieri con il mio primo viaggio in treno in territorio indiano.
Ieri avevo il treno alle 8:55 quindi mi sono alzata alle 6:30, ho preparato gli zaini, ho fatto colazione alle 7:30 molto velocemente e alle 8:00 ci siamo avviati alla stazione dei treni. Come le mattine scorse, la nebbia non lascia scampo.  In stazione siamo entrati nella hall, abbiamo controllato il tabellone degli orari e ci siamo accorti che il treno aveva ben 5 ore di ritardo, che entro sera si sarebbero trasformate in 9. Siamo rientrati all'hotel ma eravamo sempre sull'attenti,  onde evitare spiacevoli sorprese.  La logica dice che se è in ritardo a causa della nebbia col passare delle ore accumula ritardo e non recupera, ma non si sa mai... quindi alle 14 ci siamo diretti alla stazione.  Il mio treno sarebbe arrivato alle 17:30. Giornata lunga ed interminabile... in stazione ho ingannato il tempo mangiando,  leggendo l'alchimista di Coelho che ho comprato proprio in stazione ad una bancarella (l'avevo letto da piccola e mi interessava rileggerlo), osservando i passanti. Tantissima gente è stata accampata per tutta la giornata a causa dei ritardi. Gente sdraiata per terra, seduta sulle valigie, poveri che mendicano, bambini malconci che piangono attirando l'attenzione.  Io ho la fortuna di soggiornare in stazione nel corso del giorno, perché conoscenti incontrati durante il mio soggiorno in Nepal mi hanno raccontato di scene tristi e raccapriccianti nelle stazioni di notte. E in questo momento credo che certe scene troppo emotive non le potrei reggere.
Alle 17:30 battevo le mani al sopraggiungere del treno non troppo consapevole che avrei dovuto trascorrere 22 ore su quel veicolo!  Sono salita sul vagone numero 2 come mi è stato suggerito dal venditore del biglietto,  mi sono seduta al numero 25 e intorno a me è cominciata una cagnara infernale.  2 famiglie erano riunite in uno spazio abbastanza angusto e avete idea di quanto grandi siano le famiglie indiane??...mi fanno spazio per sedermi e ci inpieghiamo 10 minuti a piazzare il mio bagaglio in uno spazio libero sotto un sedile. Che fatica! Mi siedo e infilo le cuffiette alle orecchie. Cosi riesco a evitare di sentire il casino che fanno. Ridono,  urlano, mangiano e bevono.  Mi versano il tè addosso, mi schiacciano ripetutamente i piedi e dal letto sopra la mia testa piomba giu di tutto.  Dopo un'ora abbastanza difficile arriva il controllore e mi dice che il mio posto è nel vagone 3, che sono nel posto sbagliato.Grazie al cielo,  meno male! Non so come avrei resistito 22 ore cosi.
 Il mio nuovo posto è piu tranquillo.I coinquilini riservati e rispettosi.  Passo il tempo scribacchiando emails, leggendo,  ascoltAndo musica. Alle 23 abbassiamo le brandine appese al muro, piazziamo le lenzuola e ci infiliamo a letto;  ma non prima di aver lucchettato i bagagli! Di notte girano i mano lesta. Riesco a dormire fino alle 9:00, e poi di nuovo seduta per altre 9 ore. Verso la fine del viaggio non ne posso più,  che fatica stare seduta!
Dalla periferia di Mumbai alla stazione centrale il treno ci impiega 1 ora e 30 minuti, ci credete?? So che la città ha 15 milioni di abitanti ma tutto ciò è scioccante...l'ultima ora è un susseguirsi di palazzi malconci, che cadono in pezzi e baraccopoli. Nei pressi delle stazioni la gente cammina pacifica all'interno dei binari e i treni sfrecciano a grande velocità colmi di gente e con le porte aperte.Cala di nuovo un velo di tristezza nel mio cuore per le condizioni infime in cui vivono certe persone. Scaccio subito questo pensiero e mi appresto ad arrivare in centro.
Alla stazione mi aspettano i miei amici di Mumbai conosciuti in Nepal, mi portano all'hotel e poi insieme andiamo a cena al ristorante. È stato bello rivederli.
Ora vado a letto che sono stana morta e domani visito la città.  B notte!

domenica 28 dicembre 2014

La visita

Ce l'ho fatta!!! Sono tornata al Taj Mahal nel pomeriggio e dopo una coda di 15 minuti sono riuscita ad entrare, che spettacolo! Certo che tutta quella gente non ti permette di vivere in tranquillità tanta maestosa bellezza! Sono molto felice!

Pomeriggio fortunato




Baby Taj


La fiumana di gente al Taj Mahal oggi pomeriggio





sabato 27 dicembre 2014

Taj Mahal...





Taj Mahal...

Ieri mattina mi sono alzata alle 5:30 e alle 6:00 sono andata sul ghat ad assistere alla cerimonia di puja del mattino. Ho bevuto un chai (thè) e poi sono rientrata in hotel e mi sono preparata per partire. Alle 9:00 abbiamo lasciato Varanasi con grande dispiacere! Ho detto arrivederci al fiume Gange e so che prima o poi ci ritornerò.
Abbiamo Viaggiato 6 ore e ci siamo fermati a pranzo da altri parenti di Deepak. In casa vivono il papà, la mamma e le due bellissime figlie. Mi hanno accolta a braccia aperte, mi hanno offerto cibo delizioso e non mi volevano piu lasciare andare via. Ma se non ci fossimo messi di nuovo in strada ad Agra non saremmo piu arrivati la stasera.  Erano gia le 17 e mancavano ancora almeno 5 ore di macchina. Poi ce spesso il problema della nebbia notturna. Abbiamo salutato la famiglia che faceva di tutto per trattenerci:ci mostrava delle foto, voleva vedere le foto della mia famiglia e della svizzera, ci offriva un thè.  Sarei rimasta volentieri qualche giorno con loro se non avessi il treno per Mumbai il 29 e Agra la devo assolutamente visitare!!!
Alle 22:15 siamo arrivati ad Agra. Gli hotel sono al completo ma dopo alcune ricerche abbiamo trovato una stanza.  Ho mangiato velocemente qualcosa al ristorante e mi sono infilata a letto.
Stamattina mi sono alzata alle 6:30 per andare a vedere l'alba al Taj Mahal.  Esco dalla stanza e mi avvolge una fitta nebbia. Cattivo segno. .. non si vede nulla, come potrò mai vedere il Taj Mahal??? Ci avviciniamo al cancello principale e compriamo il biglietto.  È consigliato entrare presto per vedere la splendida alba e per evitare le chilometriche code. Alle 7:15 siamo dentro i cancelli ma vi assicuro che non è facile orientarsi con questa nebbia insistente. Attraversiamo la porta in stile moghul piazzata all'entrata dei giardini, percorriamo il viale che costeggia delle fontane, camminiamo sul perimetro del Taj Mahal ed entriamo a visitare il mausoleo.
La storia narra che l'imperatore Shah Jahan fece costruire questo mausoleo in memoria della sua terza moglie che morì nel 1631 dando alla luce il loro 14 esimo figlio. Ci misero 22 anni a terminarlo e ci lavorarono complessivamente 20000 persone.
Dopo la visita inganno il tempo camminando nei giardini davanti al monumento. Sto aspettando il momento in cui  la nebbia si dirada. Non so se accadrà oggi, mi dicono forse verso le 13 o le 14, ma ora sono solo le 9:15 e non so se avrò la pazienza di aspettare qui, anche perché fa molto freddo. Inoltre non ho fatto neppure colazione e una donna affamata si sa che è pericolosa. Non vorrei che si leggesse domani sul giornale che una turista svizzera ha fatto pazzie al Taj Mahal!  Hehe...
 In questo momento mi viene un po da sorridere. .. e sapete perché?  Perché mi capita spesso di pensare che quando le cose non vanno come le pianifichi una ragione ci sia. Un signore mi dice che ieri qui il cielo era limpidissimo, visibilità perfetta. Io avrei potuto arrivare ad Agra qualsiasi giorno, eppure sono Arrivata ieri sera tardi. Era programmato che lo visitassi 1 settimana fa, ma visto che il treno per Mumbai parte da Agra e non da Varanasi abbiamo dovuto cambiare itinerario. E sapete inoltre che ultimamente incontro tanta nebbia fisica e metaforica sul mio cammino.  Osservo i giardini, quelle tanto famose fontane che conducono all'imponente Taj Mahal e che si trovano su tutte le fotografie e cartoline.
Lui è li, ma non lo vedo; so che è li. È grandioso, imponente, magnifico, artistico e brillante. Osservo di nuovo e so che al di là della nebbia non c'è solo il Taj Mahal , c'è anche il mio futuro: magnifico, imponente e brillante, ma non riesco a vederlo, non è ancora chiaro e non si è ancora materializzato.  Spero solo che non ci metterò 22 anni a costruirmelo, sarebbe un tantino ardua come impresa.
Riuscirò nel pomeriggio ad avvistare questa opera architettonica di grande prestigio che racchiude un atto di folle amore? Vi farò sapere... Domani mattina alle 8:15 saluterò Deepak, salirò sul treno e viaggerò 24 ore di fila per arrivare  a Mumbai, sbarcherò dal treno alle 7:40 del mattino.  E la nuova avventura avrà inizio! Ci risentiremo da Mumbai! Un abbraccio

Parenti di Deepak






La citta sacra di Varanasi

La città sacra sul fiume si trova nella regione delll'Uttar Pradesh, ha 3 milioni di abitanti ed è costituita da 84 ghat (scalinate) che per attraversarli tutti ci si impiega non meno di 4 ore. È una meta importante di pellegrinaggio, è la citta santa per eccellezza dell'induismo, la piu antica città ancora esistente al mondo e ogni indiano dovrebbe venirci almeno una volta nella vita. La gente viene qui a morire, perché purificarsi nelle acque del Gange lava da ogni peccato; oppure viene trasportata qui una volta morta per essere cremata.
Ci sono 5 categorie di persone che non vengono cremate : i bambini al di sotto dei 12 anni (sono puri), i sadhu (anch'essi sono puri), le donne incinta (Dio ha donato loro una vita umana), i lebbrosi (in una vita passata si sono comportati male e stanno già espiando le loro colpe attraverso il dolore), le persone morse dai serpenti (il serpente è un animale sacro che ci mette 21 giorni a lasciare il corpo). Questi corpi vengono tutti affondati nel Gange con l'ausilio di un grande sasso tranne quelli morsi dai serpenti che vengono posizionati su una pira e lasciati andare sul fiume.
Ogni giorno vengono cremati circa 400 corpi; le donne non possono assistere alla cremazione perché sono troppo emotive e non permetterebbero all'anima del morto di lasciare il corpo libermente.  Rispetto al Nepal il fuoco parte dai piedi e non dalla bocca.
In India la popolazione è divisa in 4 caste la più alta delle quali è quella brahmina, poi ci sono i marajà, i commercianti e per concludere la forza lavoro. La casta più bassa non può raggiungere il nirvana nelle sue reincarnazioni.
I luoghi di cremazione sul fiume sono pubblici e sono vissuti dagli abitanti di Varanasi come parte dei rituali quotiani e non ci badano troppo. Di fianco alle pire funerarie ci sono le donne che lavano i panni, gli uomini che lavano in corpo nel Gange e i bambini che giocano a far volare l'aquilone.  Fa decisamente impressione. Ma come detto per il Nepal, questa è un realtà totalmente diversa dalla nostra per quel che riguarda le credenze. Per gli Hindù, la morte rappresenta una temporanea sospensione dell'attività fisica in cui l'anima riorganizza i suoi piani e si reincarna in un altro ciclo di vita (samsara); questo gli permette di superare contraddizioni, mancanze, imperfezioni, per poter finalmente realizzare la completezza e raggiungere lo stato di l'equanimità. Solo quando il percorso sarà competato, lo spirito potrà ascendere al Nirvana, terminando cosi le reincarnazioni.

La guida

L'idea di alzarmi alle 5:30 per assistere alla cerimonia religiosa hindú sul ghat principale mi sfiora, ma questa mattina la accantono immediatamente  perché sono andata a dormire alla 1:00 con un gran male agli occhi; quindi rimando la levataccia a domani. Mi alzo alle 8:00 e faccio colazione nel grande giardino adibito anche a luogo per fare yoga. Chiacchiero con una coppia olandese che è a Varanasi per 2 mesi a fare volontariato in una scuola. Se non mi trattenessi cosi poco andrei volentieri a visitarla. In questo mese indiano credo che questa coppia siano i secondi turisti con cui ho una conversazione. Immaginatevi voi quanto ho fatto l' eremita rispetto al Nepal...
Alle 10:00 si presenta una guida chiamata dal manager dell' hotel per mostrarmi questa splendida città.  Lui mi fornisce molte informazioni riguardanti soprattutto i riti di cremazione. È molto paziente e parla bene inglese. Ad un certo punto però butta li delle frasi fatte, quelle che trovi in "google" tipo: no gain no pain; nothing is impossibile in the life, if you will something you got it e questo semplicemente perché gli ho detto che io faccio fatica ad entrare nei templi, che non mi sento a mio agio. Mi è andato il fumo negli occhi ma ho cercato di non scaldarmi troppo anche se mi sono accorta che qualcosa non andava. Nel corso della mattinata mi chiede se voglio visitare un tempio e gli dico di no; poi mi chiede dell'università e gli dico di no, e cosi per altre 2 cose. Oggi sono dell'umore di camminare e guardare; non visitare.
Dopo qualche minuto mi dice che lui è molto sensitivo, sensibile, e che in mezz'ora di tempo lui percepisce com'è la persona che gli sta difronte. Poi aggiunge che nella sua vita
ha aiutato molte persone, che ha dei doni naturali.  A quel punto mi dico:"ci siamo, mi sta psicanalizzando". Io lo so che ha percepito la mia chiusura, il mio skazzo, eppure ha provato ad entrare abbattendo il muro. È partito da lontano chiedendomi se l'India mi ha cambiata,  se ritornerò in india e se sarà con un approccio diverso. E per concludere mi ha chiesto di spiegargli con parole mie il significato di vita come se dovessi spiegarlo ai miei allievi.  E a quel punto sono sbottata! Gli ho detto che sono stufa di sentirmi dire con frasi fatte alla "Sadhu", come devo affrontare al meglio la vita. Loro sono cresciuti cosi e per loro è facile,  noi invece dobbiamo reimparare tutto e ci costa fatica.  Se lui è cosi sensitivo come dice di essere sapeva benissimo che non doveva forzare la mano, eppure lui ha insistito e mi ha destabilizzata per tutta la mattina. Al momento sto mettendo tante cose in discussione,  e questo grande lavoro mi regala frustrazioni momentanee.  Poi la gente può pur dire che siamo noi che decidiamo come reagire e che non devo dare importanza a questa cosa;  sono tutte cose vere ma io non voglio pensare troppo e voglio solo vivere ciò che sento. E se mi sento di m, mi voglio concedere di sentirmi cosi per giorni interi! Ho passato troppi anni a rinnegare le mie emozioni e forse oggi le voglio vivere per come arrivano! Voi
stenterete a crederlo, ma davvero le persone con cui parlo hanno sempre questa visione e mentalità da santone. Non so cosa ci sia davvero dietro che mi disturba cosi tanto, ma questa loro apparente o davvero profonda positività mi dà i nervi... mi sembrano fatti con lo stampino, un libro stampato. Ieri il manager dell'hotel mi propone di andare in barca la sera a vedere la funzione religiosa, io gli rispondo che preferisco andarci il giorno dopo. Lui mi risponde che però il giorno dopo se è nuvoloso (molto probabile) le barche non vanno sul Gange. Io dico che se sarà destino farà bel tempo e lui mi risponde che il destino lo influenziamo noi e che devo credere che sarà bello e si avvererà. Siiii ok!!! Lo so anch'io!!Un altro ragazzo con cui ho parlato ieri appena ho detto che il mio umore è un po'basso ha iniziato anche lui con le frasi fatte... ma nessuno ascolta, tutti vogliono impartire grandi lezioni di vita. Booooh.
Rientrando all'hotel mi fermo a pranzare in un posto tranquillo e carino e mi siedo in terrazza. Scambio 2 chiacchiere con un signore indiano a capo di una ditta farmaceutica e scrivo questi miei pensieri. Alle 17 prendo una barchetta e il barcaiolo spaccandosi le braccia rema 1 ora e mi porta a vedere la cerimonia serale di preghiera e di buon auspicio. Assistiamo alla funzione dal fiume e rimaniamo li mezzoretta. La cerimonia consiste appunto in alcune preghiere, canti, rituali con il fuoco. Visto il mio pessimo umore vorrei rintanarmi in camera una volta finita la gita in barca, ma con mia grande sorpresa rimango fuori fino alle 22 e mi diverto pure con alcune persone di Varanasi. I racconti specifici sulle cremazioni seguiranno appena possibile. Il 27 o il 28 arrivo ad Agra e assisto al grande spettacolo che mi offrirà il Taj Mahal! Non vedo l'ora!!

venerdì 26 dicembre 2014

Il mio giorno di Natale indiano

Ieri era Natale e io ho trascorso la maggiorparte del tempo in auto sulla strada che ci ha condotti a Varanasi. Ho indossato il mio cappellino di Natale comprato a Jaipur e lo stesso ha fatto Deepu. L'ho praticamente obbligato dal momento che ho comprato il cappuccio anche per lui... hehe! Abbiamo passato villaggi, città, periferie, e visto tanta vita di strada. Nessun richiamo al Natale e nessun segno di vissuto natalizio. Viaggiamo sei ore e finalmente arriviamo a Varanasi. Le strade principali sono chiuse perché il primo ministro indiano è in visita in questa città;  le vie sono congestionate e noi chiediamo al manager dell'hotel di venire a recuperarci perché non troviamo la strada per arrivare all'hotel. Lo incontriamo e seguiamo la sua moto che tra una manovra e l'altra ci porta a destinazione.  Stiamo per svoltare all'ultimo incrocio e davanti a noi si apre l'immenso spettacolo del fiume Gange. Avevo appena finito di chiedere a Deepak se l'hotel era lontano dal fiume, che si materializza davanti a me. Il fiume, la sua città sul fiume... è stato amore a prima vista!Sento già che 1 giorno e mezzo in questo luogo mistico e vivo non saranno sufficienti neanche per avvicinarmici. Potrei stare qui tranquillamente delle settimane. Ed è un sentimento molto forte, immediato, perché io la città non l'ho ancora visitata, sono arrivata solo all'hotel. Non so cosa io abbia sentito,  non ne ho idea...
Dopo aver scritto gli auguri di Natale agli amici esco a farmi un giro e percorro le scalinate (ghat) che si ergono a lato del Gange. Il sole cala e lascia spazio ad una luce soffusa che avvolge le barche che vacillano silenziose vicino ai margini del fiume.  I barcaioli offrono un giro sul Gange, le bambine vendono i fiori da lanciare nel fiume,  la gente siede a chiacchierare sulle gradinate,  i Sadhu (saggi ) ripetono litanie a me sconosciute.  Riempio il cuore e i polmoni di questa realtà intinta di sacralità.
Questa città è il posto sacro per eccellenza in India; il luogo dove tutti vogliono venire a morire;  fare ritorno dalla madre (il loro fiume sacro).  Rientro con passo leggiadro e mi preparo a celebrare il Natale.
Il mio autista, con l'aiuto del manager, mi organizza una gita all'unica chiesa cattolica della città,  ma la chiesa posso visitarla solo dall'esterno perché la funzione religiosa è finita e le sue porte sono chiuse. Attorno ad essa si sono riunite centinaia di persone, che non so se pratichino o se siano li solo per vedere un po di luci e passare il tempo.
Ci sono molte bancarelle in giro e tante rappresentazioni di scene sacre della bibbia. Dopo questo tuffo nella tradizione cattolica, il tuk tuk man ci porta in un hotel a cena dove si festeggia il Natale.  Appena entrati mi accorgo di quanto sia lussuoso per gli standard indiani.  Il ristorante offre un buffet internazionale e quando chiedo il prezzo vedo il mio autista "sbiancare". Mi accorgo del suo imbarazzo nel non poter affrontare una spesa per lui immensa; 10 franchi per una cena sono tanti soldi in India (oggi ho scoperto che il manager dellhotel dove sto io in questi giorni guadagna 5000 rupie al mese che sono 70 franchi). Ma chiaramente questo posto è per i turisti.  Lui è stato gentilissimo e ci ha messo il cuore per organizzarmi questo Natale in maniera da non sentirmi troppo sola quindi il minimo che io possa fare è offrirgli la cena. Farlo aspettare fuori senza cenare mi sembra alquanto antipatico. La cena è molto buona ed è la prima volta che in India mangio cucina europea!  Per la serata indosso il vestito tipico del Rajasthan che ho comprato a Jaisalmer. Sono un po' locale anch'io questa sera. Trascorriamo una bella serata insieme e in parte mi sembra il ringraziamento nei suoi confronti per questo bellissimo tour che termina fra 3 giorni. E li ci dovremo salutare.

Varanasi

 lavanderia...

 ghat

  vista dal mio albergo sul Gange

 il cacciatore di aquiloni ...

 cremazione

 rituale serale di buon auspicio


giovedì 25 dicembre 2014

A caccia di festeggiamenti di Natale in India







VARANASI - Il fiume Gange nel tardo pomeriggio






Ricordi di Natale

È buio e ci aggiriamo per la casa, quatti quatti, senza svegliare i nostri genitori; questo è il nostro piccolo segreto. Guardo in soggiorno  e tiro un sospiro di sollievo perché è ancora lì. Tocco i suoi aghi, accarezzo le bocce, annuso i cioccolatini che penzolano e immagino le lucine che poco prima brillavano allo scampanellare della musica di Natale. Intorno all'albero non ci sono i regali... mi avvicino al camino,  alzo gli occhi al cielo ma tutto tace. Sono così emozionata,  ho chiesto il karaoke... Chissà se me lo porta... faccio il conto delle buone e cattive azioni e non so se arriva il carbone o il regalone. Ho poi solo disubbidito un po ai miei genitori e bisticciato con mio fratello.  Però sono stata anche gentile e a scuola mi sono applicata. La nuvoletta di pensieri si dissolve e torno a fissare il camino.  L'orologio segna la 1 di notte ma di slitte, renne e barbe lunghe sul mio tetto non se ne vedono... mi sforzo a tenere gli occhi aperti ma la palpebra cala. Ci riprovo a stare sveglia, magari in cielo ce traffico... ma gli angioletti vengono a rapirmi per portarmi nei bei sogni... e io cedo, torniamo a letto e sprofondiamo nel sonno.
Alle 6.30 siamo già svegli e miracolosamente i regali sono già sotto l'albero,  e anche quest'anno mi ha fregata mi dico. Cerco un pacco grande, il mio tanto desiderato karaoke, ma non vedo nulla che ci possa assomigliare, e un velo di delusione mi sfiora e mi invade. Per un piccolo istante penso di essere stata cattiva. Ma questo pensiero si dissolve e vado a scegliere il vestito elegante da mettermi in questo giorno importante. Pranziamo a casa in famiglia e poi apriamo i regali.  Ma una volta spacchettato tutto mi ritrovo con tanti regali in mano ma senza il mio sogno.  Dev'essere che la tristezza me la si leggeva in faccia! I miei genitori mi dicono che un regalo babbo natale non è riuscito a trasportarlo sotto l'albero perché era troppo pesante e che si trova altrove. I miei occhi si illuminano insieme al mio sorriso, luccicano e il mio cuore è una stella cometa di desideri. Volo a cercare il mio regalo, lo spacchetto e il mio sogno di cantare al microfono a squarciagola si avvera. Il sogno di un natale che arriva ogni anno. Non so quando ho smesso di crederci, spero il piu tardi possibile perché quella magia mi regalava tanta felicità.  E ancora oggi, grazie a tutta la magia regalatami dai miei genitori il mese di dicembre è il mio periodo preferito dell'anno. Che la magia non abbandoni mai il vostro cuore, questo è il mio augurio per voi in questo giorno di Natale. AUGURONI.

Natale indiano




la Vigilia indiana

Oggi è la Vigilia di Natale e io sono a tratti un po nervosa e un po malinconica. Sarete anche stufi di sentirmi dire che sono aggressiva,triste, ecc... ma prometto che dopo queste feste mi tiro in quadro.  Nel corso della mattinata mi sono fermata a riflettere sul perché oggi ogni occasione è buona per attaccar briga e mi sono quindi data una risposta.  Il mese di dicembre è il mio mese preferito: per strada ci sono lucine accese ovunque, nei negozi si respira aria di addobbi di natale e di regali, la tradizione di preparare l'albero di natale e il presepio, le cucine delle case che profumano di milanesini, cannella e cioccolato, gli aperitivi fatti con gli amici, i panettoni e i mandarini,  ... Adoro il Natale e la sua atmosfera magica! Mi vengono in mente le ultime Vigilie di Natale trascorse nell'abbraccio, nell'affetto e nella complicità delle persone care, gli ultimi Natali in famiglia. Questo mese di dicembre mi è mancato molto, moltissimo! Come vi ho gia detto qui non si respira per nulla l'ambiente natalizio.  Alcuni amici mi hanno chiesto:"non ti manca il Ticino? " e io ho risposto che non mi manca neanche un po, che mi mancano le persone a me care ma non i luoghi. Ora devo dire che la Lugano illuminata mi manca molto, la Locarno on ice altrettanto,  i mercatini di Natale poi non parliamone.  E sono lontana,  senza ambiente, con il lumino di una candela accesso, in una squallida camera d'albergo.
C'è dell'altro?? Si credo di si. Passiamo dai villaggi oggi e io ho il fumo negli occhi, non riesco a credere che la vita di alcune persone possa essere ridotta alla raccolta giornaliera di acqua; alla vendita di 3 frutti al ciglio della strada; alla pulizia dei panni al fiume. Questa gente deve sopravvivere e non può scegliere se andare fuori a cena o al cinema; in vacanza al mare o in montagna; a scuola o in libreria. La gente qui non ha possibilità alcuna di istruirsi a  livelli discreti. La vita del villaggio inizia e finisce li, la gente non esce neanche dalla regione. Noi possiamo visitare i musei, leggere i libri, farci una cultura, eppure spesso denigriamo questa grande fortuna.  Noi possiamo viaggiare per conoscere il mondo, possiamo concederci hobbies e piaceri di ogni tipo. Questa gente è molto limitata,  in tutti i sensi, e mi fa una grande rabbia e tristezza oggi!!
Passo la mattinata tra litigi e silenzi tombali ma poi nel pomeriggio esco da questo torpore aggressivo. Arriviamo a Chitrukoot e depositiamo le borse in hotel. Pranziamo e andiamo a visitare un tempio a 15 km dal villaggio dove alloggiamo. La strada è colma di buchi e quando arriviamo a destinazione ho tutto il cibo in gola. Visitiamo questo tempio ai bordi del fiume, che io descriverei come un museo perché al suo interno ci sono numerosissime finestrelle e bacheche con al loro interno statue rappresentanti dei, mogli, Rama, ecc...Una visita suggestiva e autentica nella sua sacralità.  La popolazione indiana della regione viene in pellegrinaggio qui;  dove  gli stranieri non vengono quasi mai.
Rientriamo al villaggio e ci dirigiamo in centro per visitarlo. Percorriamo la scalinata che conduce sul fium e veniamo convinti da un ragazzino a fare un giro in barca di mezzoretta per 100 rupie che sarebbero 1 franco e 50 centesimi! Questa cittadina,  a differenza di Pushkar che ho detestato all'istante nonostante la sua apparente sacralità,  mi avvolge con il suo caldo abbraccio sacro e puro. È  una connessione forte ed immediata. Sarà forse anche merito del fatto che qui non arrivano mai turisti, quindi la gente non sa l'inglese e io perciò vengo lasciata in pace (vanno tutti ad annoiare il mio autista...hehe!). La gente è tranquilla,  i ritmi calmi e la religione fa da cornice a questo bel fiume. Il nostro giro in centro termina con una celebrazione religiosa a bordo fiume. Assomiglia moltissimo alla ceriminia della luce a cui ho assisstito in Nepal (a pashupatinath dove cremano i morti). Mi preparo cosi per la prossima tappa,  sacra per eccellenza,  Varanasi!

Chitrukoot