domenica 1 marzo 2015

Tempo da lupi e solchi nel cuore

Stamattina le nostre amiche e vicine di stanza tra le 3 e le 6 sono sveglie senza riuscire a riaddormentarsi seriamente, a causa del fuso orario. Manu ed io invece dormiamo fino alle 8. Alle 9 usciamo tutte e 4 e ci dirigiamo al bar per fare una buona colazione che ci riempia il pancino e che ci dia l'energia necessaria per affrontare la giornata di cammino, il freddo e il vento di New York. La colazione è a base di french toast, omelette, pancakes e cereali con yogurth. Il baretto mi ricorda molto il ristorante "drive in" del film Greese, dove i ragazzi si ritrovano sempre a fare 4 chiacchiere.
Dopo colazione andiamo a ritirare il New York pass che ci permetterà di visitare le attrazioni più importanti senza fare colonna. In seguito prendiamo la metro per dirigerci al Pier (porto) dove ci attende la barca che fa il giro sightseeing sul fiume Hudson. Prima di poterci imbarcare dobbiamo attendere mezzoretta e nel frattempo il freddo pungente ci obbliga ad entrare in qualche locale, al caldo, per evitare di tremare. I gradi sono -5, ma il vento toglie altri gradi al nostro corpo. Inizia leggermente a nevicare. Ma la barca davvero circolerà? Lacqua in alcuni punti del bacino è congelata e sembra improbabile che l'imbarcazione possa scivolare lesta sulla sua superficie. Ci accomodiamo nella sala interna del "watertaxi" e ci godiamo il panorama. La tentazione di uscire sul ponte della barca, nonostante il freddo, vince sulla paura della neve e del gelo. La neve e la nebbia non ci permettono di vedere Manhattan, Brookling e il suo ponte e la statua della libertà con chiarezza ma questo scenario da film "the day after tomorrow-l'alba del giorno dopo" è appagante.
Concluso il giro andiamo a ground zero a vedere le fontane commemorative e le loro milioni di lacrime. Visitiamo il museo tributo 9/11. Sono scossa innanzitutto perchè 18 anni fa sono già stata a New York e le twin towers troneggiavano nella wall street newyorkese. Ora invece ci sono 2 immensi solchi colmi di nomi, di acqua che scende come fossero lacrime, e di persone che visitano il memorial con nel cuore queste parole: "we will never forget".
2977 persone sono morte per cosa? Per l'ignoranza e l'integralismo di gente che non ama o che ama in modo sbagliato? Vedere tutte quelle foto in bacheca, i nomi scritti sul marmo, mi ha lacerato il cuore. La scena che più mi ha colpita in televisione ai tempi dell'orribile attacco erano le persone che  consapevoli di morire soffocate o di crollare insieme ai detriti si lanciavano fuori dalle finestre. La forza della disperazione e l'istinto di sopravvivenza.  Mi addolora sapere quanta gente sia rimasta incastrata e morente sotto le macerie; i parenti delle vittime che si presentavano con il cuore in gola ogni giorno per vedere se il figlio o la madre o il padre erano stati trovati. Vorrei capire cosa davvero sia successo, ma nessuno mai lo dirà con certezza e onestà. Fa tanta tristezza questo odio, questa violenza, tutta questa morte innocente. Le lacrime scorrono ogni giorno e non solo a ground zero di fronte alle fontane commemorative; in tutta l'America, in tutto il mondo. I solchi sono sempre più grandi, i solchi nel cuore, i solchi che causano sempre più violenza e incredulità dinnanzi a questi atti osceni.
Finita la visita  pranziamo in un baretto e poi camminiamo attraverso i quartieri di chinatown, Little Italy, Soho. Ci fermiamo in un locale molto trendy a bere un buon aperitivo e poi barcollanti per il freddo, la stanchezza o per il cocktail nel sangue, rientriamo all"hotel. Che sonno, non sto più in piedi. La giornata è stata lunga ed impegnativa e ora mi infilo sotto le coperte e dormo. Good night!







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