mercoledì 11 marzo 2015

Il vulcano Cotopaxi (5987 m)


Oggi ci siamo dedicate alla seconda visita nella zona di Latacunga. Dopo la laguna di Quilotoa, il vulcano Cotopaxi è la maggiore attrazione di questa area a sud di Quito (l'ultima sua eruzione data 1904 ed è un vulcano tuttora attivo). Ci alziamo e prepariamo lo zaino; ci mettiamo dentro il pile, la termica, la giacca a vento, cuffia e guanti. Siamo ben equipaggiate per affrontare la salita al Cotopaxi (nella lingua quichua significa collo della luna), che ci porterà ad un' altitudine di 5030 metri. 
Alle 8:15, dopo aver riempito lo stomaco, ci dirigiamo all'agenzia di viaggio dove ci aspetta Ivan. Purtroppo Ivan non viene con noi perchè ha altri impegni e ci lascia nelle mani di Edi. Insieme a noi alla gita di oggi partecipano due ragazzi italiani. Partiamo all'avventura con la jeep di Ivan e dopo 45 minuti entriamo nel parco nazionale del Cotopaxi. Ci fermiamo a fare delle foto, osserviamo degli uccelli in una piccola laguna e poi di nuovo in auto saliamo fino a 4500 m. Lasciamo l'auto in uno spiazzo, mastichiamo foglie di coca per acclimatarci, infiliamo i vestiti pesanti e anti pioggia e ci incamminiamo lentamente. Procediamo lento lento bevendo molto, per evitare di avere mal di testa e per permettere al nostro corpo quindi di acclimatarsi. Dobbiamo compiere solo un'oretta di cammino (500 m di dislivello) però siamo pur sempre ad alta quota e bisogna stare attenti. Tira un gran vento, piove e a volte scendono dal cielo dei chicchi simili alla grandine. Dopo 15-20 minuti i pantaloni sono totalmente bagnati e le gambe hanno freddo. Per fortuna la mia mantellina è stupenda e mi tiene via acqua e vento. Si può solo guardare per terra e procedere lentamente; il vento crea scossoni che ti fan perdere l'equilibrio e il terreno che sale al vulcano è terroso e friabile. Si può parlare di camminata faticosa, ma il problema non è tanto la fatica che è gestibile, bensi il freddo che entra nelle ossa. Arriviamo finalmente al rifugio ed entriamo a scaldarci, ma purtroppo non c'è la stufa e la temperatura è bassa. Decidiamo di mangiare una zuppa per scaldarci ma non  fa grande differenza. Edi dopo 5 minuti ci propone di proseguire per mezzoretta e andare a vedere il ghiacciaio e accettiamo volentieri, meglio camminare al freddo che rimanere bagnate ad aspettare al bar. Saliamo al ghacciaio e quando arriviamo su le mie mani sono congelate, non le sento più, tira una vento pazzesco e piove forte. Non riesco nemmeno a godermi il panorama, e la macchina fotografica fa foto inadeguate al suo canone perchè dopo 6 secondi ha l'obiettivo tutto bagnato. Rientriamo subito al rifugio per pranzare. Ma abbiamo talmente tanto freddo che tremo, non riesco a fermare il corpo che va per i fatti suoi. A quel punto comincio a saltare e a provare a scaldarmi. Finito di mangiare preghiamo Edi di portarci al parcheggio, non ne possiamo più! Scendiamo all'auto in 15 minuti, correndo e saltando. Ci fiondiamo nella jeep e alziamo il riscaldamento al massimo per fare asciugare i vestiti. Scendiamo a valle e ci fermiamo al sole a scaldarci e a vedere il Vulcano Cotopaxi avvolto nella nebbia. Mi ero ripromessa di non fare mai più un'esperienza disumana come quella di 2 anni fa del vulcano in Guatemala eppure ci sono cascata ancora... che tonta! In Guatemala sono partita con un gruppo di 7 persone per il vulcano Acatenango. Si sono dimenticati di dirci che era il periodo sbagliato per salire e che quindi non avremmo visto nulla di panorama a causa della nebbia. Abbiamo camminato per 9 ore con uno zaino di 10 kg sulla schiena e abbiamo percorso 1500 m di dislivello sotto la pioggia. Ci siamo accampati per la notte a 3700 m e il giorno seguente abbiamo percorso altri 200 m fino al bordo del cratere senza vedere a un metro di distanza a causa della pioggia e della nebbia. Siamo rientrati la domenica alle 15, la maggiorparte ammalati e io sono andata a letto direttamente senza cena. Dicono che non c'è il 2 senza il 3, dove ci cascherò di nuovo?? Speriamo non ancora in Ecuador. 
Edi ci ha poi riportate a Latacunga all'hotel dove ci siamo riposate e abbiamo fatto il bucato. Siamo uscite a cena al ristorante El gringo y la gorda. Ora nanna, sono stravolta. Hasta mañana!


I

Nessun commento:

Posta un commento