Gli occhi hanno visto paesaggi meravigliosi oggi, si sono nutriti di dettagli ricchi di colori ed emozioni, si sono soffermati su visi rugosi ma felici. Lo stupore si è trasformato in pace interiore e ricchezza d'animo. A New York abbiamo visitato bei posti, a Quito abbiamo camminato per le vie bucoliche e coloniali, ma il vero viaggio è iniziato quando siamo saltate in libertà sul primo autobus per una destinazione decisa 15 minuti prima. Il viaggio si concretizza man mano che ci spostiamo, grazie ai consigli delle tante persone che incontriamo sul cammino. È semplicemente meraviglioso!
Stamattina abbiamo fatto lo zaino e dopo colazione ci siamo incamminate cariche come due muli verso la strada principale per prendere l'autobus per il terminale degli autobus situato a sud della città. Dista 1 ora dal centro e si trova in un edificio nuovissimo e modernissimo. Cambiamo bus e dopo 2 orette in direzione sud arriviamo a Latacunga. La cittadina, nonostante ci sia stata descritta dalle persone e dalla guida come anonima, ci piace subito molto e decidiamo di soggiornare 2 notti in un ostello semplice ma carino. La nostra idea iniziale era di andare per conto nostro con i mezzi di trasporto pubblici al vulcano Cotopaxi e alla laguna Quilotoa; ma mentre scendevamo verso Latacunga in bus ci siamo rese conto che le zone che vogliamo visitare, anche se turistiche, non sono coperte bene dai bus. Alla reception chiediamo ad una signora informazioni per arrivare in queste due mete e poi lei ci propone di prendere un tour privato tramite un'agenzia. Lei ne conosce una e chiamiamo. Pensavamo non fosse possibile organizzare un'escursione con cosi poco preavviso invece il signore al telefono ci sorprende e nel giro di mezzora ci organizza una guida che ci viene a prendere e ci porta alla laguna Quilotoa. Lui si chiama Ivan e ci troviamo subito benissimo con lui. Nel corso del pomeriggio percorriamo una cinquantina di chilometri tra sali e scendi sulla Cordillera delle Ande. Il punto piu basso raggiunto è 2760 m, mentre il punto piu alto 3850 m al cratere della Laguna Quilotoa. Il fiato si fa pesante non appena usciamo dall'auto e attraversiamo la strada di corsa per immortalare qualche bel paesaggio. L'aria è rarefatta e il cuore pulsa mandando scossette alla testa. Il tratto fino a Quilotoa corre lungo una sinuosa strada che segue le pendici dei monti ed è circondata da terreno arido, con profonde spaccature per la sua natura friabile e con scarsissima vegetazione verde. Nel nostro vagabondare per la Cordillera abbiamo assaporato panorami di magnifici campi verdi, coltivati con diversi ortaggi; il canyon del rio Toachi; il cucuzzolo montagnoso chiamato Amina (Macchu Pichu dell'Ecuador) ; il Condor Matzi (montagna protagonista di una bella leggenda in cui un Condor si innamora di una giovane donna di un villaggio limitrofo e la rapisce per vivere insieme felici e contenti) ;un bel negozio di souvenirs locali dove c'è la possibilità di fare ottimi acquisti di quadretti naif con scene di vita agreste andina(la particolarità di questi manufatti è che sono dipinti su pelle di pecora essiccata e poi montati su cornici in legno), e concludendo l'imperdibile cratere con laguna chiamato QUILOTOA. Arriviamo allo spiazzo adibito a parcheggio, e saliamo delle scale in legno. Sappiamo che poco piu avanti si sarebbe aperto lo spettacolo del cratere in tutta la sua bellezza ma mai ci saremmo aspettati un espectaculo tan hermoso!! Ivan ci fa girare verso il parcheggio, ci fa chiudere gli occhi, ci prende per mano e indietreggiamo fino alla staccionata. Ci da il benvenuto alla laguna quilotoa, posto energetico e unico, ci dice di girarci e aprire gli occhi. Il verde del lago va dritto al cuore, una meraviglia della natura. Il vulcano Quilotoa ha eruttato parecchie volte inondando di lava la vallata e intorno al 1500 é collassato e si è ridotto al cratere che si vede ora nella foto. La sua acqua di color smeraldo deriva dalla presenza di alcuni minerali. Ci godiamo il panorama dall'alto e poi andiamo a pranzare in uno dei ristorantini annessi al cratere. Avremmo potuto scendere un sentiero fino ai piedi del lago ma si è fatto tardi e non abbiamo tempo.
Sulla strada del rientro ci fermiamo a visitare la capanna si un contadino, dove vive insieme ad altri 9 membri della famiglia. Ci mostra la cinquantina di porcellini d'India che ha in casa e canta una canzoncina per noi. Lo salutiamo e ci imbattiamo in una signora che ha bisogno di un passaggio fino a valle e la facciamo salire in auto. Ivan lungo il viaggio ci racconta storie molto interessanti che vi racconterò domani. Arrivati a valle visitiamo la città di Pujili, famosa per la sua bella chiesa, piazza e per alcuni negozi di souvenirs. Acquistiamo un paio di oggettini e poi sulla strada del ritorno ci lasciamo convincere (assai facilmente) da Ivan ad andare al luna park su una giostra. Entriamo in una gabbia che salirà e scenderà vertiginosamente 20 volte. Dopo la 10 volta comincio a sentire le gambe molli, dopo la 15 volta non ce la faccio piu, sto per perdere conoscenza e la mia testa soffre... no dai sto un po esagerando, ma è stato stupendo!! Rientriamo in hotel alle 19 dopo una giornata meravigliosa..domani si replica e andiamo con Ivan al vulcano Cotopaxi. Adios!
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