Ieri mattina mi sono incontrata con Stefania ed il suo gruppo all' hotel . Con un pullmino ci siamo diretti a Patan, all'orfanotrofio. Stefania e suo marito, quando vengono 1-2 volte all'anno a Kathmandu, tra le tante cose che fanno, vanno all'orfanotrofio a portare i sacchi di vestiti che sono stati recapitati dalla svizzera. Questo orfanotrofio non è mai stato uno degli obiettivi della raccolta fondi dell'associazione. Qui a Kathmandu Ecohimal si occupa di un progetto con le donne. (Www.ecohimal.ch).
Arrivati all'orfanotrofio veniamo accolti con calore e solarità. I bambini si ammassano intorno a Stefania perché ha portato loro delle foto che gli aveva scattato l'anno scorso. Dopo i primi saluti, i primi sguardi curiosi, i primi timidi sorrisi, i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze si uniscono in cerchio e ci cantano due canzoni. Una canzone era letteralmente da pelle d'oca! Parlava di quanto la loro "happy home" fosse una casa di accoglienza, di amore e di felicità. Commuovente. Finita la canzone ci sono i bambini timidi che stanno seduti cauti sulle panchine e quelli più gagliardi che si prodigano in numeri per farsi scattare una foto. La foto è il loro momento di importanza, di attenzione, di riscatto. Spesso cercano di apparire da soli in foto; ma pochi secondi dopo rinunciano ai riflettori e chiamano i loro amici per stringersi in un grande abbraccio di gruppo.
Cosa mi ha colpito?? I loro visi, i loro occhi, la loro spavalderia, la loro dolcezza, il loro modo di essere in comunità, di volersi bene, di essere una famiglia. Questi bambini si sono ritrovati per strada, senza l'abbraccio avvolgente d'amore dei genitori, d'innanzi a scene che han violato il loro candore; e senza scegliere..son cresciuti troppo in fretta. Eppure nella loro sfortuna hanno incontrato l'amore e il buon cuore di alcuni nepalesi che si sono preoccupati di trovargli un posto dove stare e si sono occupati di loro. Le cicatrici astratte le vedi sui loro volti, ma vedi anche uno scintillio di speranza che guizza nei loro grandi occhi marroni. Loro sono pronti a lottare, come hanno sempre fatto, sono pronti a unirsi nei momenti difficili e a condividere la buona e cattiva sorte. Questo traspare da ogni poro della loro pelle.
Le bimbe si avvicinano e vogliono sapere come ti chiami, i maschietti sono interessatissimi di calcio. Sono ancora bambini, sono ancora interessati al magico mondo della condivisione e dell'abbraccio.
L'orfanotrofio è costituito da due edifici: uno per i maschi e uno per le femmine. La scuola invece presumo disti qualche minuto dalle case. I bambini che vivono all'orfanotrofio sono 80 mentre quelli che vanno a scuola 120. Il signore che gestisce l'orfanotrofio al momento è purtroppo in galera, per presunto rapimento. L'orfanotrofio è davvero nei guai perché era lui che gestiva tutto. Si è ritrovato coinvolto in una situazione spiacevole, in quanto una madre ha abbandonato i due figli per strada, lui li ha accolti all'orfanotrofio e la madre l'ha poi denunciato per rapimento.
Io avevo gia parlato a priori con Stefania del mio desiderio di andare a dare una mano in questa struttura, ma senza aver preso accordi. Vedendo la disasatrosa situazione, le necessità palpabili della struttura, Stefania e suo marito han deciso di intervenire con la loro associazione dando soldi. Visto che io andrò all'orfanotrofio dopo il trekking, e starò con i bimbi una settimana, avrò modo di monitorare le loro reali necessità e dirigere gli acquisti in maniera mirata. Con i bambini farò delle attività sportive e li accompagnerò a scuola. Sarà stupendo potermi rendere utile e stare in mezzo ai bambini di questo orfanotrofio. Queste esperienze, per quando brevi siano, ci catapultano in una realtà diversa dalla nostra, con meno materiale e più amore. Saranno sempre le stesse frasi banali, che sembrano copiate da quei libri di perle spiccie di saggezza, però in questi posti ti rendi davvero conto di quanto ogni piccola cosa sia fondamentale e abbia significato. Nulla è dato per scontato:
né il tetto, né il cibo, né il letto, né l'acqua, né i vestiti. Qui tutto ha valore, soprattutto l'abbraccio e l'affetto. Questa è la vera ricchezza, non il nuovo iPhone o la nuova auto. Qui nessuno giudica, nessuno addita, nessuno si crede migliore di un altro; avremmo davvero molto da imparare noi!
Qui la porta è sempre aperta per chiunque abbia bisogno di aiuto; qui la porta è sempre aperta per chi ha un sorriso e un abbraccio da offrire. Qui c'è il cuore. Qui c'è l'altruismo. Qui c'è la compassione. Qui ci si stringe in un abbraccio di gruppo e si segue la strada della sopravvivenza.
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