domenica 10 maggio 2015

Le cascate di Fure


Dopo le terme e una bella dormita rigenerante siamo pronti per avventurarci alla volta delle cascate di Fure. Quando ci mettiamo in moto sono le 9.40, decisamente tardi per affrontare 7 ore di cammino, quindi ci dobbiamo sbrigare. Saliamo una vallata laterale percorsa da un fiume e passiamo alcuni villaggetti. Dopo 3 ore di cammino ci fermiamo a fare il pic-nic e ripartiamo alla volta delle cascate. Sembra non arrivino mai. Camminiamo camminiamo, le scorgiamo, ma non si avvicinano mai. Credevamo di poter fare il bagno una volta arrivati al suo pozzo, ma il getto è immenso e non riusciamo nemmeno ad avvicinarci. Ci riposiamo in ammirazione e dopo una ventina di minuti riprendiamo il sentiero che scende a Llahuar. La signorina Eloisa se non so ficca nei guai non è contenta... quindi... riesce a convincere Andrès a raccogliere dei frutti tipici dell'area del Colca per preparare il cocktail colca pisco a base del liquore pisco e del frutto di nome Tuna. Andrès si arrampica su una montagnetta, ne coglie 4, me li lancia ad uno ad uno e dopo pochi istanti ci accorgiamo di avere le mani piene di spinette trasparenti! Che maleeeeeee! Speriamo non siano velenose..., disinfettiamo le mani e proseguiamo il nostro cammino. Sembra che le spine vadano via da sole, ma in quanti giorni???
 La nostra camminata termina alle 17.30. Ci fiondiamo di nuovo nelle piscine termali e pranziamo al tavolo con due donne francesi adorabili! Al termine della cena convinciamo le signore a bere il nostro mitico colca pisco e brindiamo alla vita. D'accordo, ammetto che non è bello avere le mani doloranti piene di spine, ma ne è valsa la pena. Il cocktail era squisito e lo abbiamo soprannominato el E-xotico Pisco Andrès. L'ambiente è così accogliente, la gente cosí gentile che ci innamoriamo di questo posto. Domani però ripartiamo, e dovremo salutare questo piccolo paradiso.

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