domenica 17 maggio 2015

Il Messicano nella selva...


Oggi ho in programma di andare a visitare la valle della luna e la cima Chalcantaya, mete alla periferia di La Paz. Alle 8.45 passa la guida di nome Renata a prendermi. Il gruppo è formato da una coppia turca, una ragazza danese e un ragazzo brasiliano. Tutti tranquilli e molto silenziosi. Dopo un' oretta di viaggio, prevalentemente utilizzata per attraversare la città, giungiamo a questa formazione rocciosa formata da milioni di pinnacoli. Sicuramente lo spettacolo è molto interessante. Camminiamo su un sentiero che corre lungo queste rocce appuntite. In lontananza si possono scorgere le case cittadine. La visita dura un'oretta dopodiché ripercorriamo il centro città e ci dirigiamo in periferia verso la cima Chalcantaya che è alta 5300 metri. Prima di lasciare la città carichiamo un uomo e ripartiamo. Lui si siede accanto a me e subito iniziamo a parlare. Viene dal Messico, è giornalista e viaggia molto nel corso dell'anno. Il sud America lo conosce bene e mi parla in particolare della Patagonia, mio sogno ad occhi aperti. 
Non so come ma siamo finiti a parlare del fatto che durante i viaggi molti sono gli imprevisti e che quindi mai ci si annoia. A quel punto mi racconta che quando erano a Cusco qualche settimana fa, lui e le sue amiche dovevano andare ad Ollantaytambo a prendere il treno per Machu Picchu. Solo che a mezzora dalla stazione c'era uno sciopero e avevano piazzato un camion di traverso sulla strada per fare in modo che la gente non passasse. Lui a quel punto si è detto che o avrebbe fatto qualcosa oppure avrebbero perso il treno. È quindi salito sul camion e con un gioco di fili ha acceso il mezzo e l'ha spostato. Dopodiché sono passati tutti con un grande applauso. Lodevole il suo  spirito di iniziativa eh?? E cosa gli è invece successo nel viaggio in Venezuela? Ad un certo punto doveva andarsene di li ma visto che non c'erano aerei ha pensato bene insieme a 1 tedesco e 2 spagnole di attraversare l'Amazzonia colombiana. Alle 18 di una sera la guerriglia li ha bloccati e portati via. Lui ha sotterrato di istinto la carta di credito, ha detto di non avere soldi e dal momento che chiedevano il riscatto alla famiglia ha risposto di non avere nulla e di essere un viaggiatore con zaino in spalla. Lo avevano già separato dagli altri viaggiatori. Lo hanno legato ad un albero nudo e per 3 giorni non ha bevuto e mangiato. Mangiava insetti e ciucciava le foglie. Poi è diventato amico del guerrigliero che lo controllava (si è salvato la pelle dicendo di essere zapatista e socialista) e dopo 7 giorni lui lo ha liberato. La sua famiglia gli ha dato soldi e vestiti per andare a Bogotà a rifare il passaporto. Che storia pazzesca è?? 
Nel frattempo arriviamo alla cima, facciamo le foto, ci guardiamo in giro e poi per le 14 rientriamo in città. Eduardo ed io andiamo a pranzare e poi facciamo un giro della città. Dopo averlo salutato mi dirigo all'ostello. Incontro un ragazzo francese di nome Pierre e dopo qualche chiacchiera mi propone di andare a cena con lui e un suo amico. Accetto volentieri e alle 19 usciamo a cena. Mangiamo carne di Lama in un luogo delizioso e passiamo il tempo parlando amabilmente. Ognuno di noi racconta la sua esperienza di viaggio e ci scambiamo dei consigli. Ad un certo punto però scopro che Robert era a Kathmandu nei giorni del terremoto e una grande tristezza e nostalgia mi attanaglia quando sento i suoi racconti. Guardo avanti e cerco di non farmi sconvolgere. Poi cambiamo argomento e l'ambiente torna a farsi leggero. Eccovi la mia giornata di nuovo coronata da incontri pazzeschi! Ah tra l'altro camminando per il centro ho incontrato il ciclista svedese che si è fatto il Cile in bicicletta. Hehe!

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