Il viaggio, il vero viaggio, non è rappresentato dall'effettivo raggiungimento del luogo, in realtà non c'è una vera meta. Il racconto è racchiuso tutto nel percorso, nel cambiamento, nell'esperienza acquisita lungo quella strada, anzi quella liquida, instabile, rotta. (M. Pratt) Condividete amici questo sogno insieme a me.
domenica 31 maggio 2015
Luci a La Paz
Stamattina vado al terminal dei bus ad informarmi sugli orari in partenza per la città di Cochabamba. Venerdì o sabato dovrei lasciare definitivamente La Paz e spostarmi 7 ore a sud. Mi dispiace già solo al pensiero di lasciare questo ambiente così ospitale, questo ostello tanto accogliente, queste strade che vanno su e giù ricordando un po' San Francisco. In fin dei conti quando sono in città passo le ore a camminare percorrendo le stesse strade senza annoiarmi mai. Questa cittadina distesa su 1000 metri di dislivello mi fa sentire accolta e amata, difficile spiegarlo a parole.
Proseguo il mio giro mattutino telefonando ai miei genitori che da un po non sentivo e termino la mattinata al ristorante vietnamita. Nel pomeriggio mi dedico allo shopping di souvenirs e a caccia di qualche chiacchiera qua e là. È domenica e gli spettacoli per strada non mancano: oggi assisto ai numeri straordinari di alcuni calciatori, alle prodezze di alcuni circensi e ballerini e alla bravura teatrale di un duo giovanile.
Verso le 17 rientro in ostello e mi riposo un po'. Caspita mi devo attivare perché devo preparare lo zainetto per la mia partenza di domani. E dove vado? Faccio un'escursione in bicicletta che mi porterà a 1300 m di altitudine, dopodiché mi fermerò in questa zona boschiva per qualche giorno. Dicono ci sia molta possibilità di fare escursioni, trekking, discese in gommone sui fiumi, relax nelle vasche termali e soprattutto godersi il tepore delle basse quote. Non mi dispiace affatto pensare di andare un po' al calduccio finalmente! Alle 7.30 dovrebbero passare a prendermi, quindi deve essere tutto pronto.
Per cena decido di andare a nutrirmi nel localino piccolo e accogliente ubicato di fianco all'ostello; ma appena metto piede fuori dalla porta ricordo che è domenica e che quindi è chiuso. Faccio due passi e vengo attratta dalla musica di una fanfara. Che ci sarà da festeggiare pure stasera? Centra qualcosa la politica ma non so di preciso di cosa si tratti. Cammino fino ad un fast food e mi prendo un panino. Lo porto via perché non me la sento di rientrare tardi, me lo mangerò all'ostello. Le strade sono abbastanza deserte di domenica sera e quindi meglio fare attenzione. Pensavo di mangiare nel patio ma i miei piedi mi spingono al primo piano, poi al secondo e infine alla terrazza. Rimango a bocca aperta... la città mi abbraccia con tutto il suo calore! Mi sembra di essere entrata in uno stadio, e tutto intorno a me la gente con le luci alla mano marca la sua presenza. Mi giro e mi rigiro ma loro sono sempre li, come a volermi dire di vivermi la mia pièce, il mio momento. "Noi ci siamo e sempre ci saremo, tu segui il tuo cuore... la nostra luce illuminerà il tuo cammino ovunque andrai e ricorda che non sarai mai sola". Alzo le mani al cielo e afferro la luna piena. È sopra di me e con tutta la sua pienezza mi parla nel linguaggio celestiale. Sono un tutt'uno con questa città, con questo stadio e con questa gente. Il delirio della musica che emana la fanfara arriva al mio orecchio sino in terrazza... ballo sotto le stelle, questo ballo sublime che è la vita. Un sorriso aleggia sul mio viso, nessuno lo vede, è buio, ma io lo sento sul cuore. Felicità errante, felicità consapevole, felicità leggera e colma di passione. Ora lo stadio canta l'inno del mio essere: " pensa, credi, sogna e osa!".
Proseguo il mio giro mattutino telefonando ai miei genitori che da un po non sentivo e termino la mattinata al ristorante vietnamita. Nel pomeriggio mi dedico allo shopping di souvenirs e a caccia di qualche chiacchiera qua e là. È domenica e gli spettacoli per strada non mancano: oggi assisto ai numeri straordinari di alcuni calciatori, alle prodezze di alcuni circensi e ballerini e alla bravura teatrale di un duo giovanile.
Verso le 17 rientro in ostello e mi riposo un po'. Caspita mi devo attivare perché devo preparare lo zainetto per la mia partenza di domani. E dove vado? Faccio un'escursione in bicicletta che mi porterà a 1300 m di altitudine, dopodiché mi fermerò in questa zona boschiva per qualche giorno. Dicono ci sia molta possibilità di fare escursioni, trekking, discese in gommone sui fiumi, relax nelle vasche termali e soprattutto godersi il tepore delle basse quote. Non mi dispiace affatto pensare di andare un po' al calduccio finalmente! Alle 7.30 dovrebbero passare a prendermi, quindi deve essere tutto pronto.
Per cena decido di andare a nutrirmi nel localino piccolo e accogliente ubicato di fianco all'ostello; ma appena metto piede fuori dalla porta ricordo che è domenica e che quindi è chiuso. Faccio due passi e vengo attratta dalla musica di una fanfara. Che ci sarà da festeggiare pure stasera? Centra qualcosa la politica ma non so di preciso di cosa si tratti. Cammino fino ad un fast food e mi prendo un panino. Lo porto via perché non me la sento di rientrare tardi, me lo mangerò all'ostello. Le strade sono abbastanza deserte di domenica sera e quindi meglio fare attenzione. Pensavo di mangiare nel patio ma i miei piedi mi spingono al primo piano, poi al secondo e infine alla terrazza. Rimango a bocca aperta... la città mi abbraccia con tutto il suo calore! Mi sembra di essere entrata in uno stadio, e tutto intorno a me la gente con le luci alla mano marca la sua presenza. Mi giro e mi rigiro ma loro sono sempre li, come a volermi dire di vivermi la mia pièce, il mio momento. "Noi ci siamo e sempre ci saremo, tu segui il tuo cuore... la nostra luce illuminerà il tuo cammino ovunque andrai e ricorda che non sarai mai sola". Alzo le mani al cielo e afferro la luna piena. È sopra di me e con tutta la sua pienezza mi parla nel linguaggio celestiale. Sono un tutt'uno con questa città, con questo stadio e con questa gente. Il delirio della musica che emana la fanfara arriva al mio orecchio sino in terrazza... ballo sotto le stelle, questo ballo sublime che è la vita. Un sorriso aleggia sul mio viso, nessuno lo vede, è buio, ma io lo sento sul cuore. Felicità errante, felicità consapevole, felicità leggera e colma di passione. Ora lo stadio canta l'inno del mio essere: " pensa, credi, sogna e osa!".
Il Gran Poder
All'apparenza sembra un grande carnevale, ma in realtà è una festa dedicata al Gran signore Gesù del potere. Il corteo si snoda per 15 chilometri tra le strade della città, i gruppi che ballano soni circa 65 e parteciperanno in totale sulle 40'000 persone in maschera. La prima edizione ha avuto luogo nel 1922 ed è titolata come festa folcloristica visti gli abiti tipici sfoggiati.
Quest'anno la manifestazione si candida per entrare nel patrimonio mondiale dell'Unesco.
Alle 10 mi precipito in piazza San Francisco e da li entro in strada ad osservare le maschere da vicino. Ogni gruppo è accompagnato da una banda che suona le canzoni popolari (ognuno si dedica ad una specifica: le più ballate sono la morenada e la diablada). Al ritmo di questa musica tutto il gruppo balla sincronizzato.
Le maschere per la maggiorparte rappresentano il diavolo. E non chiedetemi perché visto che è una festa religiosa...
Per compiere 15 chilometri ogni confraternita ci impiega circa 10 ore, e non dimentichiamoci che li compie sempre ballando. Ma di quanta energia hanno bisogno questi uomini e donne supersonici? Il corteo inizia alle 7 e si conclude oltre la mezzanotte. Cosa succede nel mentre? Che venditori di birra passano in strada a dare la bevanda ai ballerini, i quali se non sono più che abituati a reggere l'alcool, dopo 5 ore cominciano a ballare storti!
Quanti colori... che abiti meravigliosi!! Non.riesco a staccare gli occhi di dosso a questi personaggi eleganti e anche un po' strambi che ballano all'unisono.
Miguel mi ha raccontato che anni fa le donne indossavano abiti ricchi in oro e che ognuna di loro mentre ballava doveva avere vicino una guardia del corpo. Woooooow!
È stato molto bello assistere, e vedere le migliaia di persone boliviane riversarsi nelle strade, sui marciapiedi, sedersi sugli spalti, .... ogni angolo era colmo di gente in festa. Alle 13 mi sono rintanata in un ristorantino a riposarmi un po' e poi mi sono di nuovo lanciata nella calca.
Quest'anno la manifestazione si candida per entrare nel patrimonio mondiale dell'Unesco.
Alle 10 mi precipito in piazza San Francisco e da li entro in strada ad osservare le maschere da vicino. Ogni gruppo è accompagnato da una banda che suona le canzoni popolari (ognuno si dedica ad una specifica: le più ballate sono la morenada e la diablada). Al ritmo di questa musica tutto il gruppo balla sincronizzato.
Le maschere per la maggiorparte rappresentano il diavolo. E non chiedetemi perché visto che è una festa religiosa...
Per compiere 15 chilometri ogni confraternita ci impiega circa 10 ore, e non dimentichiamoci che li compie sempre ballando. Ma di quanta energia hanno bisogno questi uomini e donne supersonici? Il corteo inizia alle 7 e si conclude oltre la mezzanotte. Cosa succede nel mentre? Che venditori di birra passano in strada a dare la bevanda ai ballerini, i quali se non sono più che abituati a reggere l'alcool, dopo 5 ore cominciano a ballare storti!
Quanti colori... che abiti meravigliosi!! Non.riesco a staccare gli occhi di dosso a questi personaggi eleganti e anche un po' strambi che ballano all'unisono.
Miguel mi ha raccontato che anni fa le donne indossavano abiti ricchi in oro e che ognuna di loro mentre ballava doveva avere vicino una guardia del corpo. Woooooow!
È stato molto bello assistere, e vedere le migliaia di persone boliviane riversarsi nelle strade, sui marciapiedi, sedersi sugli spalti, .... ogni angolo era colmo di gente in festa. Alle 13 mi sono rintanata in un ristorantino a riposarmi un po' e poi mi sono di nuovo lanciata nella calca.
sabato 30 maggio 2015
La città dall'alto
A colazione mi siedo al tavolo con Tom, signore americano di 69 anni, che ha girato il mondo nei suoi anni migliori per 3 anni e mezzo, alla maniera kerouac della beat generation. Ha un sacco di cose interessanti da raccontare e non si può che tacere e starlo ad ascoltare. Oltre che colto è molto divertente. Anche lui è qui a La Paz da un paio di settimane come me e ogni giorno scambiamo qualche parola. Finita la colazione scendo in centro e porto i miri vestiti del trekking da lavare, dopodiché vago in città senza meta precisa. Per pranzo mangio al ristorante indiano dove ero stata con Amanda e nel pomeriggio mi fermo in piazza ad ascoltare musica e a pensare. Più tardi salgo al Mirador da cui si vede la città nella sua magia. È pazzesco vedere le case tutte ammassate in questa conca sud Americana, quasi fosse un cratere con le montagne intorno ad essa. Mi godo questo spettacolo e poi rientro in hotel. Alle 20 esco a cena ma più che questo a godermi l'ambiente metropolitano del venerdì sera. Nelle strade ci sono decine di spettacoli: un ragazzino che balla divinamente Michael Jackson, un mimo che prende in giro le persone che passano, due ragazzi che fanno degli sketch, e molto altro ancora. Questo ambiente festoso mette allegria. Alle 23 rientro e mi rintano al calduccio. Domani c'è il Gran Poder... un carnevale pazzesco! Non vedo l'ora!
venerdì 29 maggio 2015
L'angelo
Apro gli occhietti e so che è arrivata l'alba dalla luce che filtra attraverso la finestra e si annida sul mio comodino. Guardo l'ora e le lancette marcano le 7.30. Di sicuro non mi alzo ora , giro la testa sul cuscino e richiudo gli occhi. Dopo un'ora mi risveglio e muovendomi nel letto per alzarmi sento uno scricchiolio di ossa e un cigolio di articolazioni, per non parlare dei muscoli che sembrano dei paletti stradali. Ma che cosa cavolo è successo?? E solo in quel momento mi ricordo del mio amato Potosì, animo nobile e battagliero. Scendo a fare colazione e al mio tavolo si siede Barbara, ragazza Svizzera conosciuta ieri sera. È piacevole la sua compagnia, peccato che se ne vada in Perù già stasera. Dopo aver riempito la pancia mi fermo a fare due chiacchiere con Miguel che mi chiede quali progetti ho per la giornata. Gli rispondo che assolutamente vado a fare un massaggio completo del corpo. Mi consiglia di andare da una massaggiatrice che lui conosce bene e che è molto brava. Accetto e lui la chiama per prendere un'appuntamento per le 13.30. Mangio qualcosina al volo e poi mi dirigo al salone di bellezza che dista 1 ora circa a piedi. Mi sento bene a camminare e confondermi nella folla paceña con una cuffietta musicale e l'altro orecchio teso a percepire qualsiasi parola o curiosità. Arrivata davanti alla porta busso e ad aprirmi arriva una bella donna sorridente dai denti fino agli occhi. Mi accoglie con un abbraccio forte e profondo, che tocca le corde della mia anima. È forse un angelo?? O sono gli effetti secondari dell'altura?? No non stiamo parlando di allucinazioni ma di una donna in carne ed ossa! Mi fa sdraiare su un lettino dove giace un fiore, l'olio di tè verde, delle pietre vulcaniche e un accappatoio verde. Come fa a sapere che il verde è il mio colore preferito? Le dico che mi piace l'ambiente che ha creato e che il fiore è molto bello. Mi risponde che è per me... che dolce! Mi massaggia tutto il corpo ma soprattutto i muscoli delle spalla che devono sempre sorreggere il peso dello zaino. Chiacchieriamo e ci confidiamo molto. C'è un'empatia forte tra di noi e entrambe percepiamo una grande energia. Quando finisce il massaggio mi dice che compreso nel pacchetto questa settimana c'è pure una pulizia del viso gratuita per via della festa della mamma (era ieri). La mia faccia di cera in pochi minuti cade in pezzi e viene sostituita da un nuovo strato ricco in sostanze nutritive. Ci voleva davvero, e brava Mariela! Finiti i trattamenti ci abbracciamo ed esco dal salone letteralmente volando, per il bene che mi ha fatto il suo massaggio e per l'incontro con questo angelo boliviano. Mi ha colpita la sua semplicità, il suo ardore, la sua devozione ai figli, la serietà e complicità con la vita, il suo amore per lo sport e per le avventure in tenda. Forse mi ha colpita così tanto perché mi sono vista allo specchio.
Cammino per l'avenida el Prado e mi siedo su una panchina a pensare e a guardare la gente che passa. Un lustrascarpe si avvicina e mi dice se voglio che mi pulisce le scarpe. Mi faccio una risata, è simpatico il ragazzo, dal momento che le mie scarpe sono in tela e lui pulisce quelle in cuoio. Mi chiede un po'di me e mi fa vedere delle cartoline che raffigurano dei gruppi di ragazzini nelle loro attività quotidiane. Dice che le vende per raccogliere soldi che vadano ad aiutare questi ragazzini che non hanno casa e che sono in strada sin dalla tenera età a pulire le scarpe della gente. Compro alcune cartoline e mi riprometto di andare a vedere il sito internet che c'è stampato dietro alle cartoline. Si è aperto un altro mondo... vediamo cosa ne salta fuori.... Vado poi in hotel dove passo tempo con Starling, la serata si conclude poi a cena e a letto.
Cammino per l'avenida el Prado e mi siedo su una panchina a pensare e a guardare la gente che passa. Un lustrascarpe si avvicina e mi dice se voglio che mi pulisce le scarpe. Mi faccio una risata, è simpatico il ragazzo, dal momento che le mie scarpe sono in tela e lui pulisce quelle in cuoio. Mi chiede un po'di me e mi fa vedere delle cartoline che raffigurano dei gruppi di ragazzini nelle loro attività quotidiane. Dice che le vende per raccogliere soldi che vadano ad aiutare questi ragazzini che non hanno casa e che sono in strada sin dalla tenera età a pulire le scarpe della gente. Compro alcune cartoline e mi riprometto di andare a vedere il sito internet che c'è stampato dietro alle cartoline. Si è aperto un altro mondo... vediamo cosa ne salta fuori.... Vado poi in hotel dove passo tempo con Starling, la serata si conclude poi a cena e a letto.
giovedì 28 maggio 2015
Il sudore, la fatica e finalmente la cima con le luci dell'alba!
A mezzanotte delle sveglie iniziano a suonare e alcuni camminatori si alzano. A quel punto è impossibile dormire visto il rumore che fanno all'interno della camerata; ma io rimango rintanata nel mio caldo sacco a pelo per un'altra ora. Comincio ad immaginarmi la scalata in notturna, tra la neve e il buio... contrasto forte dettato dalla pila frontale. Mi coccolo nell'idea di non dover affrontare un clima troppo ostile. C'era chi mi parlava di -16 gradi (sarei sicuramente morta) mentre Wil ha smentito dicendomi che saranno al massimo -4. Mentre cammino mi scaldo ma mi fa paura congelarmi mani e piedi...
Arriva la 1 e anche per me il momento di alzarmi. Beviamo tè caldo, facciamo colazione, ci vestiamo e usciamo ad affrontare il clima notturno e le montagne. Ha nevicato tutta la notte e quindi la neve è fresca e si sprofonda nonostante gli scarponi e i ramponi. Cerco di non pensare che dovrò affrontare una salita di 5 ore e di quasi 1000 m di dislivello. Se cominci a pensarci saltano fuori le bestie nere dal cervello che ti dicono che non ce la puoi fare! Sotto il casco inforco una cuffietta e la musica spero mi darà motivazione di salire passo dopo passo verso la cima.
Le prime 2 ore passano abbastanza facilmente, con idratazione e pausa ogni 45 minuti. La salita è tra me, me stessa e la montagna. Davanti a me c'è Wil che mi assicura con la corda e ad ogni modo non mi sento mai sola. Intorno alle 3 ore di cammino sento un cedimento, quello di cui vi parlavo, che mi faceva paura... gli ultimi 200 m di dislivello. I muscoli abduttori e i gemelli urlano di fatica e il respiro si fa più pesante. Inizio quindi a pensare a cose belle e a cercare di distrarmi. E continuo continuo, facendomi forza. Le luci di La Paz ci accompagnano in lontananza e a quel punto senti tutta la potenza e l'immensità della montagna su cui stai camminando. È un'emozione che mi riempie il cuore e mi lascia in ogni modo senza fiato. Wil mi dice che mancano 100 m. Le luci di alcuni escursionisti davanti a noi mi danno forza di andare avanti e cammino, cammino, a testa bassa consapevole che in 45 minuti saremmo arrivati alla cima. Superiamo gente, annaspiamo ad ogni passo, consapevoli che mancheranno un centinaio di passi alla cima, ma ogni passo è un dolore, una motivazione incredibile, una parola sospirata e agognata. Il chiarore dell'alba si fa largo e ci regala un po'di visibilità, anche se poca! Mancano 10 passi e io mi trascino, con tutta la forza che mi è rimasta e consapevole di essere in cima al mio mondo con i suoi 6088 m. Ce l'ho fatta!!! Non ci posso credere! Ho vinto la sfida con me stessa e sono molto orgogliosa. Siamo oltretutto stati molto rapidi. Purtroppo dalla cima si vede poco niente perché c'è molta nebbia ma poco importa. A tratti si vede a valle ma per pochi secondi soltanto. Ci tratteniamo sulla cima una decina di minuti perché fa freddo e tira un gran vento e poi affrontiamo la discesa di 2 ore e mezza circa.
Tutto il panorama nella sua grandiosità si apre dinnanzi a noi, ma sono troppo stanca per percepirlo davvero. Devo stare attenta a dove metto i piedi e quindi poco spazio per ammirare. Impressionante è vedere quanta strada abbiamo compiuto poche ore prima salendo. Arriviamo al campo base alle 8.30 e quasi quasi non sto in piedi. Mangiami qualcosa di veloce per riequilibrare il corpo, prepariamo lo zaino e poi ci toccano altre 2 ore di cammino per scendere al campo basso dove ci aspetta il nostro taxi. Sono davvero stanca oltremisura (come quando ho fatto la prima maratona engadinese di sci di fondo) e mi addormento nel taxi.
Arrivati a La Paz riconsegniamo l'equipaggiamento, saluto Wil ringraziandolo di cuore per il suo prezioso aiuto e sostegno e rientro in hotel. Vado a letto diretta e dormo 5 ore. A fatica mi trascino fuori dal letto alle 18 per farmi una doccia e per mangiare qualcosa. Poi crollo a letto di nuovo, felice della giornata memorabile!
mercoledì 27 maggio 2015
Salita sempre più in altura.
Dormo poche ore ma chissà come mai l'energia per salire non mi manca mai. Camminiamo 2 ore fino a raggiungere il campo alto che si trova a 5150 m dove dormiremo. Pranziamo al rifugio e ci riposiamo tutto il pomeriggio perché la partenza per la scalata è prevista per le ore 2 di notte. Si sale presto così non c'è pericolo che la neve si sciolga e che quindi si cada dentro qualche crepaccio. Leggo un po', ascolto musica e alle 5 la cena è pronta. Aiutoooooo, non mi va nulla, come posso mangiare tanto presto oltre al fatto che il mio stomaco è chiuso per l'agitazione? Mi sforzo! Alle 7 siamo a letto e anche in questo caso prendere sonno è un'impresa difficile. Spero di riuscire a riposarmi un po'.
La scalata ve la racconto domani. Ora sono stanca morta e vado a dormire. Bacio
Picozza, ramponi e corda
Mi alzo alle 6.30 agitata per la spedizione e preparo l'occorrente per partire. Alle 8 Wil ed io ci troviamo in centro per affittare l'occorrente per me per affrontare la montagna(ramponi, picozza, sacco a pelo, corda); e per comprare della carne per le nostre cene. Sarà una grande avventura e sono molto eccitata. Mi hanno descritto questa montagna come facile da scalare eppure è pur sempre un 6088 m. Dovrò camminare sulla neve, sul ghiaccio e usare tutto il power mentale che trovo dentro di me. Chiaro che anche il fisico mi preoccupa, ad un'altezza cosi non sono mai salita e non so i miei polmoni e il mio cuore come reagiranno; ma più di tutto mi domando il mio lato mentale come andrà. Gli ultimi 100-200 m sono sicura che raschierò il barile e andrò avanti solo grazie alla forza mentale. Sono felice di poter mettere alla prova il mio fisico.
Alle 9 partiamo e alle 11 arriviamo alla capanna dove pernotteremo. Mangiamo qualcosina e poi partiamo per il pomeriggio di pratica al ghiacciaio. Camminiamo per 45 minuti e poi Wil mi insegna a camminare sul ghiacciaio coi ramponi, mi spiega le varie tecniche di salita e discesa, i vari nodi per la cordata e poi passiamo ad arrampicarci su una parete con ramponi e picozza. Facciamo 3 ore di pratica e poi rientriamo al rifugio. Ci riposiamo e all'ora di cena non avendo fame mangiamo qualche biscotto, frutta e andiamo a dormire. La testa sta bene, non ho dolori, il fisico pure, ma nonostante ciò non riesco a dormire. Chiudo occhio per poche ore.
Alle 9 partiamo e alle 11 arriviamo alla capanna dove pernotteremo. Mangiamo qualcosina e poi partiamo per il pomeriggio di pratica al ghiacciaio. Camminiamo per 45 minuti e poi Wil mi insegna a camminare sul ghiacciaio coi ramponi, mi spiega le varie tecniche di salita e discesa, i vari nodi per la cordata e poi passiamo ad arrampicarci su una parete con ramponi e picozza. Facciamo 3 ore di pratica e poi rientriamo al rifugio. Ci riposiamo e all'ora di cena non avendo fame mangiamo qualche biscotto, frutta e andiamo a dormire. La testa sta bene, non ho dolori, il fisico pure, ma nonostante ciò non riesco a dormire. Chiudo occhio per poche ore.
domenica 24 maggio 2015
La mia domenica
È domenica e cosa c'è di meglio che poltrire a letto fino alle 9?? In realtà non cambia granché tra un giorno in settimana e la domenica a la carte, eppure sento che oggi mi voglio concedere del tempo a letto leggendo. Poi faccio colazione con comodo. Seduta sul divanetto mi ricordo all'improvviso che ieri mi hanno raccontato che oggi ci sarebbe stato un festival culturale in città e una strada principale sarebbe stata chiusa al traffico. Perciò mi vesto e alle 11 sono in centro. Che meraviglia! Si tratta di assistere a balli tradizionali, musica boliviana suonata da giovani gruppi, guardare bancarelle, comprare cibo, godersi il sole e la gente che passeggia allegramente. Sono stata molto bene. Alle 16 sono al mercato a comprare le ultime pietanze che mi mancano per il trekking dei prossimi giorni. Rientrando verso casa una signora boliviana mi ferma e mi chiede se può rubarmi qualche minuto. Io su due piedi sono sospettosa e mi domando cosa voglia. Mi chiede quanto rimango a La Paz e mi domanda se posso insegnarle la mia lingua. Le spiego che non mi fermo a La Paz ma esco spesso di città per fare escursioni e trekking e quindi che non riesco. Mi chiede perciò se quando ho tempo mi va di berci qualcosa e passare del tempo a chiacchierare; le dico che va bene.Le chiedo che lavoro fa e mi risponde maestra dei bimbi piccoli. Quando le dico che anch'io lo sono si illumina e sorride con gli occhi ballerini ed emozionati. Se mi va mi porta a scuola un giorno e a me non può che fare piacere! Che incontro strano,eppure mi ha lasciato molto. Non so di cosa si tratta, ve lo dirò quando rivedrò Benita.
Rientrata all'ostello mi rilasso dopo aver organizzato il luogo di ritrovo per domani alle 8 con Wil e l'autista. A quel punto mi arriva un messaggio da Nadege (la morosa del cugino di Amanda con cui sono andata a cena ieri sera) in cui mi chiede se ceniamo insieme. Il suo moroso è rientrato in Svizzera mentre lei rimane qui a La Paz per un progetto umanitario. Alle 19 ci troviamo al ristorante Libanese e ci godiamo una cena deliziosa.
Ora sono in camera e preparo l'occorrente per domani. Ci risentiamo giovedì! Vi penserò dalle montagne!
Rientrata all'ostello mi rilasso dopo aver organizzato il luogo di ritrovo per domani alle 8 con Wil e l'autista. A quel punto mi arriva un messaggio da Nadege (la morosa del cugino di Amanda con cui sono andata a cena ieri sera) in cui mi chiede se ceniamo insieme. Il suo moroso è rientrato in Svizzera mentre lei rimane qui a La Paz per un progetto umanitario. Alle 19 ci troviamo al ristorante Libanese e ci godiamo una cena deliziosa.
Ora sono in camera e preparo l'occorrente per domani. Ci risentiamo giovedì! Vi penserò dalle montagne!
sabato 23 maggio 2015
Sabato in città
Sognavo una bella dormita e invece nulla!mi ha preso un attacco di dolori cervicali dovuti sicuramente al bivacco montano e allo zaino portato ieri sulla schiena. Quindi poca nanna ma la mia giornata inizia comunque con una buona colazione. La prima cosa che devo fare stamattina è portare i vestiti del trekking da lavare in maniera che siano pronti per lunedì mattina che parto per il prossimo tour in montagna. Poi vado al mercato e al supermercato a comperare gli alimenti che serviranno a me e alla mia guida Wil per i 3 giorni di montagna. Mi sono sorpresa di quanti alimenti di piccola taglia si trovino al mercato della "calle". Finché non devi comprare guardi con gli occhi del turista mentre se necessiti qualcosa la storia cambia. Quindi ho zigzagato tra le bancarelle e mi sono divertita un mondo. Sabato tanta gente è in strada a fare compere e l'ambiente è molto suggestivo. Con sacchi pieni di cibo mi dirigo all'ostello e poi leggera esco di nuovo.
Assisto alla parata di tutti i dipartimenti boliviani contro la violenza in generale ma soprattutto nei confronti dei bambini e delle donne. Sfilano bambini con tamburi, donne con microfoni, carri ecc. Quando finisce mi incammino all'agenzia dove avevo prenotato il trekking di lunedì e dico al capo che mi ritiro, non ho nessuna intenzione di rischiare di ricevere un trattamento come quello degli ultimi giorni. Per questo motivo ho ingaggiato Wil, mi costa qualcosa in più ma almeno vado sul sicuro e ho una guida competente e solo per me. Oltretutto è pure simpatico e gentile.
All'agenzia chi incontro??? Amanda!Che cara che è, sono felice di vederla. Mi invita a cenare con lei, il suo ragazzo e suo cugino. Vado quindi in albergo a docciarmi e poi esco, che felicità visto che è sabato. Prima di uscire però Miguel mi chiede com'è andata la mia 3 giorni in montagna quindi gli racconto la storia e lo trovo decisamente incredulo. Chissà perché?? Hahahaaaa.
Eccomi pronta, Esco; figuratevi voi che è la prima volta che prendo un taxi a La Paz. Chiamo un radiotaxi tramite l'ostello, è l'unico modo per viaggiare sicuri. Arrivo al ristorante e faccio la conoscenza di Samuel(il cugino di Amanda) e della sua fidanzata(non ricordo il nome, peró so che lavora alla capitale per 3 mesi ad un progetto). Loro vivono a Lucerna e sono entrambi ingenieri. Lui parla molto bene l'italiano e a tratti pure il dialetto. Oltre a loro ci sono Amanda e il suo ragazzo Hugo. Passiamo una serata molto piacevole e divertente. È un piacere passare del tempo con persone interessanti in allegria. Ora vado a nanna. Baci
I
Assisto alla parata di tutti i dipartimenti boliviani contro la violenza in generale ma soprattutto nei confronti dei bambini e delle donne. Sfilano bambini con tamburi, donne con microfoni, carri ecc. Quando finisce mi incammino all'agenzia dove avevo prenotato il trekking di lunedì e dico al capo che mi ritiro, non ho nessuna intenzione di rischiare di ricevere un trattamento come quello degli ultimi giorni. Per questo motivo ho ingaggiato Wil, mi costa qualcosa in più ma almeno vado sul sicuro e ho una guida competente e solo per me. Oltretutto è pure simpatico e gentile.
All'agenzia chi incontro??? Amanda!Che cara che è, sono felice di vederla. Mi invita a cenare con lei, il suo ragazzo e suo cugino. Vado quindi in albergo a docciarmi e poi esco, che felicità visto che è sabato. Prima di uscire però Miguel mi chiede com'è andata la mia 3 giorni in montagna quindi gli racconto la storia e lo trovo decisamente incredulo. Chissà perché?? Hahahaaaa.
Eccomi pronta, Esco; figuratevi voi che è la prima volta che prendo un taxi a La Paz. Chiamo un radiotaxi tramite l'ostello, è l'unico modo per viaggiare sicuri. Arrivo al ristorante e faccio la conoscenza di Samuel(il cugino di Amanda) e della sua fidanzata(non ricordo il nome, peró so che lavora alla capitale per 3 mesi ad un progetto). Loro vivono a Lucerna e sono entrambi ingenieri. Lui parla molto bene l'italiano e a tratti pure il dialetto. Oltre a loro ci sono Amanda e il suo ragazzo Hugo. Passiamo una serata molto piacevole e divertente. È un piacere passare del tempo con persone interessanti in allegria. Ora vado a nanna. Baci
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venerdì 22 maggio 2015
Discesa al lago Tuni e rientro a La Paz
La notte è abbastanza riposante se non fosse che alle 2 di notte i compagni di combriccola partono per scalare una montagna facendo un rumore pazzesco. Alle 7 mi trascino fuori dal sacco a pelo e mangio qualcosa per colazione. Alle 9 partiamo in direzione di un piccolo passo. Affrontiamo subito una bella salute e il cuore non regge il colpo per non parlare dei polmoni. Faccio una grande fatica ma non mollo e dopo 2 orette inizia la discesa. Passiamo tra i pascoli di Lama, cavalli e i rigagnoli montagnosi. Attorno a noi le pareti imbiancate si sollevano come grossi scudi d'acciaio. Non incontriamo anima viva e ci godiamo questa atmosfera pazzesca. Verso mezzogiorno ci fermiamo in cima ad una roccia e mangiamo qualcosina che ci dia la forza per proseguire. Dinnanzi a noi si apre la vista su uno splendido lago chiamato Tuni. Per poterlo raggiungere dobbiamo proseguire per un'altra ora buona.
Si sono fatte le 2 e l'auto per La Paz mi attende. Chiediamo all'autista se ha portato i soldi per Ibaristo ma lui risponde di no. A quel punto lo convinco a venire a La Paz a parlare con il capo dell'agenzia per ricevere i suoi soldi. Arrivati in centro respiro profondamente per non saltare direttamente al collo di quel malandrino. Gli chiedo decisa cosa è successo col mio trekking e per quale motivo dopo aver pagato i costi dei 3 giorni mi sono ritrovata a dover pagare di nuovo durante il tragitto. Gli ho dato dell'incompetente e gli ho detto che mi auguro che paghi la guida. Lui risponde che certamente lo fa. Io aspetto per vedere se tiene fede alle sue parole e mi dice che mai gli è capitato che qualcuno mettesse in dubbio la sua buona fede; io gli rispondo che a me non è mai capitato un trattamento cosi penoso da un'agenzia. Alla fine me ne vado davvero schifata per il comportamento nei miei confronti e in quelli della guida.
All'ostello mi accoglie Starling con il suo gran sorriso e i suoi modi dolci e mi calma. Mangio qualcosa di veloce, mi faccio finalmente una bella doccia e mi infilo a letto. Domani, domani, domani.... booooh!
Il picco Austria: top of my world
Alle 7 mi sveglio ancora un po'intontita dalla nottata agitata e scomoda e faccio colazione. Alle 8.30 partiamo alla volta del pico Austria: 5300 m. Camminiamo intorno al lago per mezzora e poi iniziamo a salire verso il picco. Non gira anima viva e il panorama è meraviglioso. La prima parte di sentiero è in erba e terra mentre la seconda parte colma di sassi e più insidiosa. Saliamo e saliamo, sempre lentamente per poterci acclimatare ed evitare il mal di testa. L'acqua si beve a sorsi ed evito di fermarmi a lungo a riposare anche se il cuore chiama aiuto. Arriviamo in cima in 2 ore e mezzo e lo spettacolo è favoloso. Tutto intorno a noi sorgono immense montagne (Condoriri, pequeño Alpamayu, Wayna Potosì), si vede il lago Titicaca e la città di La Paz. In cima Ibarista ed io chiacchieriamo un po'. Voglio vederci chiaro riguardo all'agenzia e comincio quindi a sparargli domande a raffica. Lo spagnolo lo conosce bene ma a volte mi sembra un po'confuso. Comincio a capire qualcosa in più dopo 15 minuti di conversazione. L'agenzia in cui ho prenotato io lui non la conosce perché è solo un'intermediaria, lui conosce Richard (padrone di un'altra agenzia). L'ha chiamato la sera prima che io partissi dicendogli che arrivava una persona e che doveva portargli il cibo e i bagagli al rifugio (l'autista gli ha consegnato 80 bolivianos a mano). Nient'altro! Non ha alluso a fare da guida, a cucinare, né niente. In cima al picco c'è segnale quindi chiama Richard. No sapete... domani dovrebbe venire un autista a riprendermi e non sappiamo né dove né l'ora. Andiamo bene! Rintraccia il tipo che gli dice luogo e ora e su richiesta di Ibaristo gli manda dei soldi in più perché con gli 80 bolivianos non paga nemmeno il mulo, figuriamoci il mio pernottamento al rifugio e il noleggio della stufa per cucinare! Questo povero signore si ritrova senza soldi a dover far fronte alle spese di una turista di cui non sapeva neanche dell'esistenza! A quel punto gli chiedo quanto riceve al giorno per il servizio da guida e lui mi risponde che non l'hanno pattuito e non lo sa. Lui praticamente vive nella vallate con la famiglia e conosce le montagne come le sue tasche quindi a volte porta dei gruppi a camminare ma tramite compagnie diverse. Quel farabutto dell'agenzia secondo me non ha nessuna intenzione di pagargli la tariffa di guida, ma appena rientro vado all'agenzia e mi sente. Questo di chiama sfruttamento, arroganza, mancanza di rispetto. Incredibile!
È passata un'oretta e scendiamo a valle. Rientrati al rifugio lo troviamo molto affollato. C'è una coppia francese, due svizzeri giovani, uno spagnolo in viaggio per lavoro in varie parti del mondo da 9 anni, e un padre e un figlio americani. Io stringo amicizia con lo spagnolo Juan e la sua guida William (che ingaggio per il prossimo trek di lunedi, col cavolo che mi rifaccio ad un agenzia).
Ceniamo alle 6 come le galline e alle 8 sono già in crisi perché non so cosa fare e tutti sono a nanna. Il mio libro elettronico non va e mi rimane solo l'ipod e il sacco a pelo. Aiutoooo! Ora vado dalle mie amiche stelle che sono cosi belle da farmi innamorare del cielo.
È passata un'oretta e scendiamo a valle. Rientrati al rifugio lo troviamo molto affollato. C'è una coppia francese, due svizzeri giovani, uno spagnolo in viaggio per lavoro in varie parti del mondo da 9 anni, e un padre e un figlio americani. Io stringo amicizia con lo spagnolo Juan e la sua guida William (che ingaggio per il prossimo trek di lunedi, col cavolo che mi rifaccio ad un agenzia).
Ceniamo alle 6 come le galline e alle 8 sono già in crisi perché non so cosa fare e tutti sono a nanna. Il mio libro elettronico non va e mi rimane solo l'ipod e il sacco a pelo. Aiutoooo! Ora vado dalle mie amiche stelle che sono cosi belle da farmi innamorare del cielo.
In viaggio verso la regione del picco Condoriri
Se la vostra giornata è stata noiosa, pesante o nervosa, rilassatevi che arrivo io con le storie esilaranti! Cosa mi è successo? Che mi sono affidata ad un'agenzia di La Paz per organizzare questi 3 giorni di trekking. Mi dicevano che l'affidabilità delle agenzie boliviane non è buona come quella peruviana. Che già in Perù se ben ricordate al trekking dell'Ausangate qualche problemino l'ho avuto. Comunque mercoledi mattina alle 8.45 sono pronta in reception con il mio zainetto che passano a prendermi. Suona il telefono e Miguel il ricezionista risponde. Mi dice che è per me. Il signore aldilà del filo mi chiede se preferisco partire oggi da sola (visto che alcuni si sono ritirati) o domani con un gruppo. Scelgo di partire oggi sola. Il mio autista arriva alle 10.15 con la scusa del traffico. Partiamo e dopo avere fatto alcune commissioni ed essere usciti da La Paz proseguiamo per 1 ora e mezza e tra i pascoli di Lama e le colline verdi arriviamo davanti ad una casa. L'autista scende e addita un uomo dicendomi che è la mia guida e poi se ne va. Il signore mi dice che non ne sa niente e mi chiede che trek devo fare. A me lo chiede??? Figuriamoci se io mi ricordo!Di solito è la guida che lo sa no?? Mi dice che lui non ha ricevuto nessuna informazione riguardo a me e quindi gli propongo di chiamare la mia agenzia. Non c'è campo e Ibarista mi dice che per chiamare dobbiamo camminare 2 ore di strada. Non ci penso proprio! Gli faccio prendere una cartina e ci mettiamo a studiare le possibili opzioni. Dopo 1 ora parto con la figlia per un rifugio e lui sopraggiunge con il cibo e il mio zaino con il mulo più tardi. Sono decisamente perplessa ma ci faccio su una bella risata. Ma come diavolo lavorano le agenzie??? Camminiamo solo 2 ore e arriviamo alla casa. Lascio le mie cose e vado a fare un giro intorno allo splendido lago. Mi rilasso, ammiro il lago e mi godo la natura. Verso le 17 rientro e converso con il cuoco e la guida di una coppia francese. Passiamo la serata in compagnia e mangiamo la deliziosa trota pescata da Wayno (il proprietario del rifugio) il giorno stesso. E le stelle? Sempre splendide da ammirare! Che spettacolo; fatico a staccarmene per rientrare ma lo devo fare perché fa troppo freddo. Notte agitata e fredda. La testa un po' duole per l'altura, siamo a 4600 m. E domani che si fa?
martedì 19 maggio 2015
La Svizzera nel mondo
Ieri sera sono tornata dal ristorante e mi sono piazzata a rilassarmi e a leggere nella zona comune dell'ostello. Poco dopo è sopraggiunto un ragazzo brasiliano e abbiamo scambiato qualche parola. Mezz'oretta dopo che se n'è andato è arrivata Amanda, la ragazza svizzera e siamo state 2 orette a ciarlare. È una ragazza molto in gamba e mi piace passare del tempo con lei. Ci diamo appuntamento all'indomani per la colazione.
Stamattina dopo l'abbuffata Amanda ed io andiamo in centro a fare un giro. Entriamo in alcune agenzie a chiedere informazioni per dei trekking e ne usciamo con delle prenotazioni. Niente male eh? Poi compriamo delle piccole cosine, nel mio caso calze e guanti di alpaca per non morire di freddo nel mio trekking di domani, e poi andiamo a pranzare in un ristorante indiano. Quanti ricordi questo cibo! Mi salgono quasi le lacrime agli occhi pensando a quei mesi così felici. Nel pomeriggio proseguiamo il giro per le strade turistiche e io termino con la ceretta..hehe.... ci risiamo.... che vi posso dire?? Che ho trovato un'adorabile signora incinta, amabile e ciarlona che insieme alla nipote mi hanno scorticata! No dai... è andata meglio e più veloce del previsto e abbiamo parlato un sacco di molti argomenti. Il mio spagnolo ormai sta diventando molto fluido e a causa del mio accento italofono a volte mi scambiano per spagnola... che complimentone!!! Stasera con Amanda siamo state a cena al ristorante e abbiamo passato delle piacevoli ore insieme. Ora mi tocca riordinare il mio casino che c'è in stanza e preparare lo zaino per il mio giro in montagna di 3 giorni. Ci risentiamo sabato, prima di allora non avrò la connessione. Un saluto da La Paz!
lunedì 18 maggio 2015
Il teleferico svizzero
La metropoli di La Paz misura oltre 2 milioni di abitanti. Il significato dei colori della Bandiera boliviana sembrano essere i seguenti: rosso come guerra, giallo come oro e verde come natura (così mi è stato riferito).
Il nome La Paz commemora la restaurazione della pace dopo la guerra civile che seguì l'insurrezione di Gonzalo Pizarro contro Blasco Nuñez Vela (esploratore spagnolo), primo Vicerè di Perù.
Il punto più basso della città di La Paz misura 3200 m e il più alto 4000 m. Per muoversi più facilmente da un punto all'altro due anni fa circa hanno costruito il Teleferico. Quando sono salita stamattina sull'ovetto ultra moderno col pannello solare sul tetto mi sono detta che mi ricorda i nostri comprensori sciistici e a quel punto chiedo al sciuret che c'è in cabina insieme a me e Pierre che ditta l'ha costruito e mi dice probabilmente svizzera. Rientrata in hotel mi connetto e controllo sulla rete chi è il genio del teleferico ed effettivamente trovo che è stata costruita dal colosso austro-svizzero Doppelmayr-Garaventa. Risulta essere la più lunga teleferica aerea urbana del mondo, con 10.337 metri, per 3 linee e 11 stazioni. Il ragazzo francese con cui ho cenato ieri sera mi accompagna sul teleferico linea gialla poi lui rientra all'hotel perché deve prendere un aereo e io proseguo sulla linea verde. Un panorama stupendo, la visione della città dall'alto dei suoi 4000 m è pazzesca!
Mentre siamo sulla linea gialla Pierre appare un pochino provato dall'altitudine e il signore simpatico e adorabile gli dice che c'è una formula per stare bene in 3 giorni, ovvero:"Camina despacito, Come pochito, y duerme solito" (cammina piano, mangia poco e dormi solo...). Chiaro che in spagnolo è più divertente perché fa rima. Il sciur è il mio mito... Dopo i giri in teleferica visito un parco e poi il mercato della città. Nel corso della giornata sono stata richiamata all'ordine 2 volte: la prima perché sull'ovetto mi alzavo in piedi a fare le foto e il securino alla stazione intermedia mi ha detto che se non mi sedevo mi facevano scendere. La seconda sono entrata in un parco chiuso al pubblico il lunedi e il servizio di vigilanza mi ha allontanato. Ooooops! Ma come potevo non vedere il panorama dall'alto del parco con un cielo che più blu non si può??? Proseguo il mio giro in calle Sagarnaga e prenoto il trekking di 3 giorni del Condoriri in partenza mercoledì e la discesa scavezzacollo di 3000 m di dislivello in bicicletta per sabato. Sono molto felice e rientro in hotel a rilassarmi. Chiacchiero con la padrona del posto, con un americano e vedo arrivare una svizzera imbagagliata e sola come me. Anche oggi non posso dire di essermi annoiata!
Il nome La Paz commemora la restaurazione della pace dopo la guerra civile che seguì l'insurrezione di Gonzalo Pizarro contro Blasco Nuñez Vela (esploratore spagnolo), primo Vicerè di Perù.
Il punto più basso della città di La Paz misura 3200 m e il più alto 4000 m. Per muoversi più facilmente da un punto all'altro due anni fa circa hanno costruito il Teleferico. Quando sono salita stamattina sull'ovetto ultra moderno col pannello solare sul tetto mi sono detta che mi ricorda i nostri comprensori sciistici e a quel punto chiedo al sciuret che c'è in cabina insieme a me e Pierre che ditta l'ha costruito e mi dice probabilmente svizzera. Rientrata in hotel mi connetto e controllo sulla rete chi è il genio del teleferico ed effettivamente trovo che è stata costruita dal colosso austro-svizzero Doppelmayr-Garaventa. Risulta essere la più lunga teleferica aerea urbana del mondo, con 10.337 metri, per 3 linee e 11 stazioni. Il ragazzo francese con cui ho cenato ieri sera mi accompagna sul teleferico linea gialla poi lui rientra all'hotel perché deve prendere un aereo e io proseguo sulla linea verde. Un panorama stupendo, la visione della città dall'alto dei suoi 4000 m è pazzesca!
Mentre siamo sulla linea gialla Pierre appare un pochino provato dall'altitudine e il signore simpatico e adorabile gli dice che c'è una formula per stare bene in 3 giorni, ovvero:"Camina despacito, Come pochito, y duerme solito" (cammina piano, mangia poco e dormi solo...). Chiaro che in spagnolo è più divertente perché fa rima. Il sciur è il mio mito... Dopo i giri in teleferica visito un parco e poi il mercato della città. Nel corso della giornata sono stata richiamata all'ordine 2 volte: la prima perché sull'ovetto mi alzavo in piedi a fare le foto e il securino alla stazione intermedia mi ha detto che se non mi sedevo mi facevano scendere. La seconda sono entrata in un parco chiuso al pubblico il lunedi e il servizio di vigilanza mi ha allontanato. Ooooops! Ma come potevo non vedere il panorama dall'alto del parco con un cielo che più blu non si può??? Proseguo il mio giro in calle Sagarnaga e prenoto il trekking di 3 giorni del Condoriri in partenza mercoledì e la discesa scavezzacollo di 3000 m di dislivello in bicicletta per sabato. Sono molto felice e rientro in hotel a rilassarmi. Chiacchiero con la padrona del posto, con un americano e vedo arrivare una svizzera imbagagliata e sola come me. Anche oggi non posso dire di essermi annoiata!
domenica 17 maggio 2015
Il Messicano nella selva...
Oggi ho in programma di andare a visitare la valle della luna e la cima Chalcantaya, mete alla periferia di La Paz. Alle 8.45 passa la guida di nome Renata a prendermi. Il gruppo è formato da una coppia turca, una ragazza danese e un ragazzo brasiliano. Tutti tranquilli e molto silenziosi. Dopo un' oretta di viaggio, prevalentemente utilizzata per attraversare la città, giungiamo a questa formazione rocciosa formata da milioni di pinnacoli. Sicuramente lo spettacolo è molto interessante. Camminiamo su un sentiero che corre lungo queste rocce appuntite. In lontananza si possono scorgere le case cittadine. La visita dura un'oretta dopodiché ripercorriamo il centro città e ci dirigiamo in periferia verso la cima Chalcantaya che è alta 5300 metri. Prima di lasciare la città carichiamo un uomo e ripartiamo. Lui si siede accanto a me e subito iniziamo a parlare. Viene dal Messico, è giornalista e viaggia molto nel corso dell'anno. Il sud America lo conosce bene e mi parla in particolare della Patagonia, mio sogno ad occhi aperti.
Non so come ma siamo finiti a parlare del fatto che durante i viaggi molti sono gli imprevisti e che quindi mai ci si annoia. A quel punto mi racconta che quando erano a Cusco qualche settimana fa, lui e le sue amiche dovevano andare ad Ollantaytambo a prendere il treno per Machu Picchu. Solo che a mezzora dalla stazione c'era uno sciopero e avevano piazzato un camion di traverso sulla strada per fare in modo che la gente non passasse. Lui a quel punto si è detto che o avrebbe fatto qualcosa oppure avrebbero perso il treno. È quindi salito sul camion e con un gioco di fili ha acceso il mezzo e l'ha spostato. Dopodiché sono passati tutti con un grande applauso. Lodevole il suo spirito di iniziativa eh?? E cosa gli è invece successo nel viaggio in Venezuela? Ad un certo punto doveva andarsene di li ma visto che non c'erano aerei ha pensato bene insieme a 1 tedesco e 2 spagnole di attraversare l'Amazzonia colombiana. Alle 18 di una sera la guerriglia li ha bloccati e portati via. Lui ha sotterrato di istinto la carta di credito, ha detto di non avere soldi e dal momento che chiedevano il riscatto alla famiglia ha risposto di non avere nulla e di essere un viaggiatore con zaino in spalla. Lo avevano già separato dagli altri viaggiatori. Lo hanno legato ad un albero nudo e per 3 giorni non ha bevuto e mangiato. Mangiava insetti e ciucciava le foglie. Poi è diventato amico del guerrigliero che lo controllava (si è salvato la pelle dicendo di essere zapatista e socialista) e dopo 7 giorni lui lo ha liberato. La sua famiglia gli ha dato soldi e vestiti per andare a Bogotà a rifare il passaporto. Che storia pazzesca è??
Nel frattempo arriviamo alla cima, facciamo le foto, ci guardiamo in giro e poi per le 14 rientriamo in città. Eduardo ed io andiamo a pranzare e poi facciamo un giro della città. Dopo averlo salutato mi dirigo all'ostello. Incontro un ragazzo francese di nome Pierre e dopo qualche chiacchiera mi propone di andare a cena con lui e un suo amico. Accetto volentieri e alle 19 usciamo a cena. Mangiamo carne di Lama in un luogo delizioso e passiamo il tempo parlando amabilmente. Ognuno di noi racconta la sua esperienza di viaggio e ci scambiamo dei consigli. Ad un certo punto però scopro che Robert era a Kathmandu nei giorni del terremoto e una grande tristezza e nostalgia mi attanaglia quando sento i suoi racconti. Guardo avanti e cerco di non farmi sconvolgere. Poi cambiamo argomento e l'ambiente torna a farsi leggero. Eccovi la mia giornata di nuovo coronata da incontri pazzeschi! Ah tra l'altro camminando per il centro ho incontrato il ciclista svedese che si è fatto il Cile in bicicletta. Hehe!
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