Alle 10.15 sono seduta in agenzia e attendo la partenza per il tour di 3 giorni. Sono davvero molto emozionata ma da un lato pure preoccupata di passare troppo tempo seduta sulla jeep perché le distanze sono immense. I primi due compagni di viaggio che fanno capolino in agenzia sono Sam dall'Inghilterra e Ive dalla Norvegia. In seguito arriva Daniela dalla Germania che fa un entrata plateale con un passeggino al seguito e noi subito le domandiamo se ha un figlio. Ci risponde che essendo caduta da cavallo in Nuova Zelanda ha dovuto trovare un modo per trasportare il suo zaino non potendolo mettere sulla schiena..originale no? E infine si aggiungono Sophie e Red dalla Francia ma abitanti del Messico al momento. Il nostro gruppo è al completo e sembra possa nascere un buon affiatamento. Alle 11 si presenta il nostro autista, carichiamo i bagagli sul tetto della jeep e partiamo. La prima tappa è al cimitero dei treni. È un deposito di treni all'aria aperta in disuso da un centinaio di anni. La tratta univa Uyuni ad alcune cittadine del Cile e serviva per trasportare i minerali. Risaliamo in jeep e dopo aver percorso un'oretta di strada entriamo nel magico e soffice Salar de Uyuni, che è una distesa di sale ampia 12000 km 2. Sembra di entrare nella piana engadinese invernale. Ci fermiamo là dove è pieno di turisti ad ammirare dei mucchi di sale e a camminare su questo candore salato. Ci sembra già meraviglioso ma non è nulla comparato a ciò che vedremo in altre aree immacolate. Ci troviamo ad un'altezza di 3600 e spesso dimentico che questo zucchero al velo non è neve bensì sale. Attraversando il salar ci fermiamo a pranzo in un hotel fatto di sale. I piloni, i tavoli, le panchine, i banconi... tutto costruito con l'aiuto del sale. Da qui pare passi la Dakar che nel 2016 attraversa l'Argentina il Cile e la Bolivia.
Mentre usciamo dal ristorante ci imbattiamo in 2 ciclisti bardati e carichi che dal nord dell'Argentina stanno percorrendo il tragitto fino a La Paz. Io li ho incontrati già a Potosi mentre stavano raccogliendo soldi per la loro avventura.
Dopo pranzo ci fermiamo ad ammirare un pezzo di Salar vergine e spettacolare: Sembra neve, zucchero a velo, nuvola paradisiaca. Incantati ammiriamo questa meraviglia naturale e scattiamo un miliardo di fotografie. Daniela ammette di aver scattato in 9 mesi di viaggio 12000 fotografie. cosa??? Sono ancora sconvolta..la voglio vedere selezionare le foto alla fine del viaggio!
L'ultima tappa del dia de hoy è la isola del pescado. È una montagnetta colma di cactus nel mezzo del deserto di sale. Mi sono domandata per quale motivo si chiama isola del pesce e mi è stato risposto che nel periodo delle piogge tutto intorno all'isola c'è moltissima acqua e che quindi la montagnetta sembra un pesce. Il nostro autista - guida è di poche parole, perciò durante la giornata riceviamo pochissime informazioni sui luoghi che visitiamo e questo è davvero un gran peccato. Approfittiamo della pausa di 45 minuti per salire in cima alla montagna e goderci il panorama spettacolare sul Salar. Terminiamo la giornata all'hotel di sale. Mangiamo e poi tutti a dormire presto.
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