La mia sveglia suona alle 7 ed è molto presto per i miei standard recenti... Alle 8 il taxi mi porta al terminal del bus dove con un panamericano a 2 piani in 7 ore arriveró al paese di frontiera. E che ore... salti, sballonzolamenti e tanta polvere! Siamo passati in un vallata angusta, una specie di Canyon e dopo ore di sterrato il bus emette strani suoni e non da cenni di ripartire. Hohoooooo altra panne?? Per fortuna era un falso allarme e entro 15 minuti siamo ripartiti. Alle 16.30 vengo scaricata nel centro di Villazon, percorro 6 blocchi a piedi e sono in dogana. È emozionante vedere la bandiera argentina svolazzare nell'aria. Se penso che 4 mesi fa a Quito vedevo sventolare la prima bandiera sud americana... quanto cammino ho fatto. Alla frontiera non c'è fila e tra il timbro di uscita e quello di entrata ci impiego 15 minuti. La Quiaca mi da il benvenuto anche se la cittadina è un luogo di passaggio e si vede, perché non ha nulla di speciale. Faccio un po' fatica a trovare albergo ma alla fine mi sistemo nell'hotel do una signora tutta sprint e gentile che mi fornisce un sacco di informazioni. Questa signora mi ha risollevato il morale perché l'impatto con la gente non è stato dei migliori (mi hanno risposto male in parecchi).
La serata fila via liscia con la cena e la semifinale di copa America. Tornata in stanza mi infilo nel sacco pelo e leggo un po'.
I
La serata fila via liscia con la cena e la semifinale di copa America. Tornata in stanza mi infilo nel sacco pelo e leggo un po'.
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