Mi infilo a letto e finalmente l'argine cede, la morbidezza delle lenzuola mi avvolge in un abbraccio e le lacrime iniziano a scorrere copiose fermandosi sul cuscino ormai bagnato fradicio. Un contegno cerco di darmelo durante il giorno ma la sera i pensieri pesantemente si spintonano per arrivare al mio cervello e non contenti scivolano in basso atterrando sul cuore. Un amico molto speciale, saggio,abituato a lavorare attorniato dalla morte e dal dolore mi ha scritto un lungo testo raccontandomi della sua esperienza. Il suo consiglio è di non voler capire a tutti i costi e cercare di trovare un tuo posto all'interno di tutto questo, dove poter sopportare il dolore e la perdita. Lo so, devo staccarmi da quei pensieri, ma le foto della gente in lacrime, disperata, senza più nulla mi distrugge l'anima. Quelle strade su cui ho camminato... quei ristoranti in cui ho mangiato, quella torre su cui sono salita con kundan, quel tempio dalla alte gradinate dove mi sono seduta a parlare con il mio amico Sumit, l'agenzia del trekking che mi ha organizzato il tour in montagna, la bancarella del signore che ogni giorno che passavo mi invitava a bere un te. Non posso scacciare quei visi e tutto ciò che c'è annesso. Purtroppo o per fortuna sono arrivata alla conclusione in questi anni che l'importante sono le relazioni con le persone, le emozioni che si sentono e si condividono. E questo ora mi fa male. Sono sempre riuscita ad accettare il dolore personale sulla mia pelle ma mai quello delle altre persone. Non mi è mai importato sopportare il dolore a condizione che le persone che amassi stessero bene. Chiamalo altruismo o poca autostima ma questa indole si è radicata in me e a fatica la lascio andare.
Oggi ho letto che i morti sono saliti a 3600 e che 2 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza. Inoltre gli amici nepalesi che ho provato a contattare non mi rispondono. Io provo a mandare loro dei pensieri positivi e dirmi che questa è la vita e che succede ma non è facile. La notizia di stamattina è che il villaggio magico del Langtang, dove sono passata col trekking e dove ho pure pernottato è stato raso al suolo da una valanga. Finito, tutto distrutto e perso. Era un paradiso, vissuto da gente coraggiosa della valle. Ora non c'è più niente. Non dovrei cercare di capire? Niente spiegazione? Ma come si fa?? C'è una ricetta?
Passerà, anche se versare una piccola somma per rendermi utile non mi aiuta. Mi aiuterebbe volare da loro e smuovere macerie?
Oggi ho letto che i morti sono saliti a 3600 e che 2 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza. Inoltre gli amici nepalesi che ho provato a contattare non mi rispondono. Io provo a mandare loro dei pensieri positivi e dirmi che questa è la vita e che succede ma non è facile. La notizia di stamattina è che il villaggio magico del Langtang, dove sono passata col trekking e dove ho pure pernottato è stato raso al suolo da una valanga. Finito, tutto distrutto e perso. Era un paradiso, vissuto da gente coraggiosa della valle. Ora non c'è più niente. Non dovrei cercare di capire? Niente spiegazione? Ma come si fa?? C'è una ricetta?
Passerà, anche se versare una piccola somma per rendermi utile non mi aiuta. Mi aiuterebbe volare da loro e smuovere macerie?
Nessun commento:
Posta un commento