giovedì 30 aprile 2015

per il nepal. appello di EcoHimal(l'associazione che ha aiutato l'orfanotrofio dove sono stata)


Cari amici e sostenitori di Eco Himal Svizzera
il violento terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile scorso ha prodotto una catastrofe immane che ha messo in ginocchio un Paese già fragile dal punto di vista politico, economico e sociale.

Migliaia sono le vittime , i feriti, i bambini rimasti orfani,...; centinaia di migliaia coloro che hanno perso la casa e che stanno vivendo per strada in ripari di fortuna.

Mancano acqua, cibo e generi di prima necessità. I soccorsi internazionali sono partiti, ma molti villaggi colpiti non sono stati ancora raggiunti. Ci vorranno mesi, anni prima che la situazione possa tornare alla normalità, se mai sarà possibile.  Il Nepal da solo non c’è la può fare; occorre l’aiuto e la solidarietà di tutto il Mondo.

Siamo riusciti a contattare i nostri amici di Happy Home e stanno tutti bene; anche altri amici e conoscenti sono sopravvissuti e ciò, seppur nel dolore, ci conforta.

Stiamo ricevendo molte vostre telefonate in cui ci chiedete come potete aiutarci e se e dove poter versare eventuali aiuti finanziari.

Vi ringraziamo molto per la vostra solidarietà e generosità e, di seguito, vi indichiamo gli estremi bancari per i versamenti:

CREDIT SUISSE  c/c 366005 –71        
 IBAN  CH98 0483 5036 6005 7100 0

con la menzione”  Terremoto Nepal”



Al momento non sappiamo ancora come intervenire; ora è importante non creare confusione, lasciando lavorare i soccorritori internazionali e, piuttosto, pensare a come ottimizzare gli aiuti in seguito. SARETE PUNTUALMENTE INFORMATI SULLA DESTINAZIONE DEI VOSTRI AIUTI. PER IL MOMENTO GRAZIE DI CUORE!

Teniamo anche rassicurarvi in merito ai nostri progetti in Ladakh, Himachal Pradesh e Maharashtra, rispettivamente la NMCS di Leh, il guest House di Dalhousie e la Casa anziani di Norgyal Ling: fortunatamente nessuno di essi è stato toccato dal sisma e stanno tutti bene.



Di nuovo grazie e un caro saluti a tutti voi.



Il comitato

Valle del colca

Dopo la notte in bianco si fanno le 5 del mattino. La sveglia suona alle 5.15, Fede mi guarda  e mi chiede come sto... mica tanto bene le dico. Non viaggeremo mi risponde, ma io temporeggio e le propongo di vedere se possono spostarci il transfer al pomeriggio. Scendo alla reception a chiedere ma la signora è peggio di un gatto di marmo e quindi non riesce a fare nulla, neanche prendere in mano il telefoo. Mi dice che dobbiamo attendere le 6 quando arriva il pullmann a prenderci. A quel punto, dal momento che la nausea si è placata, mi faccio forza, prepariamo lo zaino e saliamo sul bus. Il viaggio non è disastroso e io mi sento relativamente bene. Certo che di mangiare oggi non se ne parla ma berrò e basta. Lo scenario che incontriamo lungo il viaggio è spettacolare. Attraversiamo la Pampa peruviana dove in libertà corrono gli alpaca, i lama e le vicuñe. Oltrepassiamo un passo di 4800 m dove il fiato sifa davvero corto e scendiamo fino a Chivay. Arrivate alla cittadina prenotiamo il tour al canon de colca del giorno dopo e ci trasferiamo nel paesino a 7 km di distanza dove abbiamo prenotato la nostra stanza. L'hotel è a conduzione familiare e immerso nel verde, carinissimo! Passiamo il pomeriggio riposandoci, camminando nella piazzetta deserta e facendo merenda in un barettino adorabile. A cena rimaniamo in hotel e il padrone di casa ci offe un pollo alla griglia con verdure. Buono, ma che fatica mandarlo giù; alle 21.30 siamo già a letto e una bella dormita mi rimetterà a nuovo. Oleeeee. 

mercoledì 29 aprile 2015

il paesino magico


Usciamo dall'hotel con l'intenzione di visitare i villaggi della costa meridionale del Lago Titicaca (la pietra del puma). Vicino al molo prendiamo in taxi che ci porti a Chucuito, il primo paesino famoso per il sito archeologico dedicato alla fertilità e la statua del generale inca scolpito nella montagna. Questo splendido paesino ci entra subito nel cuore. La piazza coloniale è meravigliosamente bella con la sua chiesa dalla porta verde e l'arco di benvenuto rosso. Non ci sono turisti e la cittadina ha un'aria cosi autentica!sembra essere sospesa nel tempo. Forse quando nei libri si legge della magia del lago Titicaca si allude a questa realtà indigena ricca di sacralità. Gironzoliamo per le viuzze e saliamo un sentiero sino ad un punto panoramico da cui si vede il lago nella sua imponenza. Finito di ammirare questo squarcio di paradiso scendiamo un altro sentiero e a metà strada incontriamo due uomini argentini a spasso per il Perù in auto. Scambiamo due chiacchiere e alla nostra domanda di quali zone di Puno avessero visitato ci dicono tra le tante cose le tombe di Sillustuni che a loro avviso non avremmo dovuto perderci assolutamente. Pensare che noi le abbiamo escluse a priori. Ci mostrano le foto della laguna che giace ai piedi delle tombe antiche e decisamente ci incuriosiscono. E quindi che facciamo?? Ci guardiamo in faccia Fede ed io e decidiamo con un ghigno di rientrare a Puno e di prendere l'escursione alle tombe che ha luogo nel pomeriggio. Arriviamo in centro alle 12 e prenotiamo di corsa l'escursione, dopodiché passiamo dal ristorante dove abbiamo cenato ieri con i due italiani per vedere se si può comprare il pane all'aglio che la sera prima ha stuzzicato il nostro olfatto ma non il palato. E chi incontriamo?? I due italiani! E cosa stanno mangiando?? Lo stesso cibo della sera prima!! Ah beh... leggermente abitudinari... e noi li prendiamo in giro. Ci sediamo a tavola ma io non riesco a mangiare nulla, sento lo stomaco fare le bizze. Ci stupiscono di nuovo pagando il conto. Alle 14 viene a prenderci Pavel, la nostra guida. In 45 minuti arriviamo a Sillustani e in un paio di ore di camminata vediamo le torrette adibite a tombe ai tempi degli inca. Spettacolare è lo scenario, le torrette fan solo da contorno. Conosciamo un ragazzo zurighese che viaggia in America da un anno e un ragazzo neworkese. Sulla strada del rientro visitiamo una casa di una paesino molto carino. La famiglia ci accoglie con gentilezza e ci prepara uno spuntino a base di patate e argilla! Sembra faccia digerire... io la provo, magari sistema il rugamento che sento in pancia. Oggi Fede sta meglio e io sono Ko. Tornate all'hotel non trovo la forza di immaginare una cena o anche solo di sentire l'odore del cibo, quindi ci rintaniamo sotto le coperte e guardiamo un film. Io passo la notte con gli occhi sgranati, tra il letto e il bagno. Come farò domani mattina alle 6 a salire sul bus che ci porterà a Chivay??

martedì 28 aprile 2015

chucuito e sillustani (ieri)











le isole


Il viaggio di notte da Cuzco a Puno è andato bene, anche se le ore di sonno sono state troppo poche per poterci sentire fresche ed in forma. Arriviamo in città alle 5 e in quindici minuti siamo già all'hotel. La porta è aperta e il ricezionista ci da le informazioni di rito e ci fa sentire le benvenute! Prenotiamo un tour per visitare le isole Uros e Taquile e la partenza è prevista per le 7.15. Riusciamo a fare colazione e poi via per la sfacchinata. Sul bus salgono 2 uomini italiani e subito ci mettiamo a chiacchierare. Al molo ci imbarchiamo su una lancia che dopo una navigazione di 45 minuti sul lago Titicaca ci fa sbarcare su una delle isole Uros (patrimonio dell'Unesco). Ad attenderci c'è la famiglia che vive sull'isola con abiti colorati e con il sorriso sulle labbra. Scendono tutti e io rimango scioccata: sembra l'invasione degli orsi in Sicilia. Una volta che sono scesi tutti  sull'isola non c'è più posto. La famiglia si diletta in spiegazioni, balli, ecc, super turistico, e l'ho odiato sin dall'inizio. Cosa hanno di particolare queste isole?? Queste particolari isole sono dette “fluttuanti” in quanto sono costruite su ceppi di radici legati insieme e ricoperte da canne di bambù. Ogni 15 giorni la famiglia che vive sull'isola sostituisce lo strato in superficie per fare in modo che l'isola non si deteriori. Una particolarità è che i loro abitanti possono levare le ancore e spostare le isole come fossero delle chiatte. I primi Uros si sono spostati dalle sponde del lago Titicaca sul lago stesso, per sfuggire ai loro vicini bellicosi, tra i quali il popolo degli inca. Hanno cominciato a costruire questo loro arcipelago con canne di totora e lo hanno ancorato al fondo del lago. All’inizio l’etnia Uros era unica, con un suo sistema sociale e religioso, e pure la lingua era diversa dai loro vicini che parlavano aymara, e dai bellicosi inca che conquistarono le sponde del lago e che parlavano invece quechua. Ora però gli Uros di stirpe pura sono spariti; erano infatti un popolo aperto e pacifico, e tramite scambi commerciali con gli altri abitanti del lago e successive unioni miste, un po’ alla volta le caratteristiche del popolo sono andate perdute.
Dopo questa turistica ma interessante visita risaliamo in barca e veniamo condotti su un'altra isola, non fluttuante e molto grande. Si chiama Taquile.
Le attrazioni turistiche più popolari di Taquile sono i suoi paesaggi, dominati dai terrazzamenti su più livelli, dove vengono coltivate patate, fagioli, mais, quinoa. Sull’isola si trovano anche colline e scavi archeologici.
Durante la conquista spagnola, Taquile è stata utilizzata come prigione. L’isola divenne proprietà del popolo di Taquile nel 1970.
I suoi cittadini indossano vestiti colorati diversi in base al loro status sociale. I leader indossano chullos neri (berretti), gli uomini sposati, quelli rossi; i celibi quelli color rosso o bianco (lo stesso vale per le donne). Le donne indossano gonne multistrato e delicate camicette ricamate. I tessuti Taquile, che riflettono anche costumi e credenze, sono intensamente colorati e sono tessuti squisitamente fatti a mano.
La nostra camminata dura un'ora e ci conduce attraverso villaggi, archi e sentieri a strapiombo sui terrazzamenti. Ci fermiamo a pranzo da una famiglia locale. Fede purtroppo non sta bene e riesce a godersi poco questo piccolo paradiso. Ci viene cucinata una deliziosa trota e dopo pranzo la famiglia si prodiga in balli e musica. Questa isola ha qualcosa di speciale, ma non saprei dire cos'è. Emette una sorta di energia che viene dalla terra. Certo che camminare su questa isola senza il gruppo di 40 persone sarebbe stato molto diverso. 
Rientriamo in hotel abbastanza stravolte ma alle 19 siamo già di nuovo in pista e andiamo a cena con Roberto e Luciano. Oggi sono stati proprio gentili con noi, Fede non stava bene e loro l'hanno aiutata in mille modi. Ci hanno pure pagato la cena. Arrivate le 22 andiamo però a dormire perché  la stanchezza si fa sentire. 

lunedì 27 aprile 2015

Nepal

Mi infilo a letto e finalmente l'argine cede, la morbidezza delle lenzuola mi avvolge in un abbraccio e le lacrime iniziano a scorrere copiose fermandosi sul cuscino ormai bagnato fradicio. Un contegno cerco di darmelo durante il giorno ma la sera i pensieri pesantemente si spintonano per arrivare al mio cervello e non contenti scivolano in basso atterrando sul cuore. Un amico molto speciale, saggio,abituato a lavorare attorniato dalla morte e dal dolore mi ha scritto un lungo testo raccontandomi della sua esperienza. Il suo consiglio è di non voler capire a tutti i costi e cercare di trovare un tuo posto all'interno di tutto questo, dove poter sopportare il dolore e la perdita. Lo so, devo staccarmi da quei pensieri, ma le foto della gente in lacrime, disperata, senza più nulla mi distrugge l'anima. Quelle strade su cui ho camminato... quei ristoranti in cui ho mangiato, quella torre su cui sono salita con kundan, quel tempio dalla alte gradinate dove mi sono seduta a parlare con il mio amico Sumit, l'agenzia del trekking che mi ha organizzato il tour in montagna, la bancarella del signore che ogni giorno che passavo mi invitava a bere un te. Non posso scacciare quei visi e tutto ciò che c'è annesso. Purtroppo o per fortuna sono arrivata alla conclusione in questi anni che l'importante sono le relazioni con le persone, le emozioni che si sentono e si condividono. E questo ora mi fa male. Sono sempre riuscita ad accettare il dolore personale sulla mia pelle ma mai quello delle altre persone. Non mi è mai importato sopportare il dolore a condizione che le persone che amassi stessero bene. Chiamalo altruismo o poca autostima ma questa indole si è radicata in me e a fatica la lascio andare. 
Oggi ho letto che i morti sono saliti a 3600 e che 2 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza. Inoltre gli amici nepalesi che ho provato a contattare non mi rispondono. Io provo a mandare loro dei pensieri positivi e dirmi che questa è la vita e che succede ma non è facile. La notizia di stamattina è che il villaggio magico del Langtang, dove sono passata col trekking e dove ho pure pernottato è stato raso al suolo da una valanga. Finito, tutto distrutto e perso. Era un paradiso, vissuto da gente coraggiosa della valle. Ora non c'è più niente. Non dovrei cercare di capire? Niente spiegazione? Ma come si fa?? C'è una ricetta? 
Passerà, anche se versare una piccola somma per rendermi utile non mi aiuta. Mi aiuterebbe volare da loro e smuovere macerie?



isole Urus e Taquile












Il mostro

È vero che il leader Isis Abu Bakr al Baghdadi oggi è stato ucciso dalla Us Army??

domenica 26 aprile 2015

Moray e Salineras



 terrazzamenti di Moray

 saline


 al ristorante con le nuove magliette e il nostro super cameriere


la valle sagrada


Trascorriamo la notte ad Aguas Caliente e al mattino dopo colazione prendiamo il treno e andiamo ad Ollantaytambo. È molto difficile non pensare al Nepal e ricacciare indietro le lacrime che spuntano agli angoli degli occhi. Facciamo un giretto della cittadina, famosa per le sue stradine acciotolate, il sito archeologico inca e la piazza accogliente. Finito il giro conosciamo Julio e contrattiamo il prezzo per farci portare ai siti archeologici di Moray e Chinchero e alle saline. La strada sterrata che porta a Moray sale ripida e a tornanti su una montagna e ci offre vedute meravogliose sui colossi verdi e sul rio Urubamba che scorre nella vallata sottostante. La visione di tanto verde e tanta bellezza rischiara un po' il mio umore. Moray è un sito archeologico a forma di anfiteatro, dove ai tempi degli inca coltivavano diversi tipi di cereali. Salina invece è costituita da centinaia di vasche nelle quali si ferma l'acqua salata proveniente dalla montagna e in un secondo momento si raccoglie il sale . Sul sentiero del rientro che ci conduce all'auto compriamo una deliziosa tavoletta di cioccolato aromatizzata con il sale estratto da queste vasche. Chinchero invece è famosa per la sua chiesa, il suo sito archeologico inca e il suo mercato. Julio ci ha abbandonate nel bel mezzo della strada per Chinchero e noi per proseguire dobbiamo prendere un bus locale sovraffollato. Le interazioni con i passeggeri non mancano e noi ci divertiamo molto. Terminata la visita dell'area turistica della cittadina ci immergiamo nella cultura Chinchera chiacchierando con delle ragazze locali e compriamo da loro dei braccialetti di macramé. Queste ragazze sono molto dolci. La giornata di sole sta quasi per finire e noi rientriamo con un bus colectivo a Cuzco. La tristezza riaffiora creando in me dello sconforto. Cerchiamo di scacciarla concedendoci una super cena in un ristorante di cibo organico e per concludere la serata egregiamente compriamo una maglietta con un grande messaggio:" keep it simple". Questo è il messaggio di oggi, in una giornata a tratti dura e angosciante. Non dormiamo a Cuzco, prendiamo il bus per Puno (cittadina sul lago titicaca). 

sabato 25 aprile 2015

La terra trema e i buchi si riempiono di lacrime

Sam stamattina mi scrive:"guarda che c'è stato un terrificante terremoto in Nepal e sono morte molte persone". Il tempo si ferma e trattengo il respiro. Le immagini della mia felicità nepalese mi scorrono davanti come fossero un film. Immagini belle e colme di sorrisi percepiscono l'interferenza di immagini in bianco e nero, con in sottofondo aria di terrore. Mi sono appena svegliata, il cervello non lavora ancora a dovere ma il piccolo collegamento lo fa e con il cuore che martella come una trivellatrice nel cemento apro ticino online per leggere della tragedia. Gli occhi saltano da una riga all'altra senza cogliere appieno il significato di ciò che leggono e cercano le foto che possano smentire le conseguenze della fortissima scossa di 8.1. Vedo foto di case crollate, di visi rigati dalle lacrime, corpi sotterrati dalle macerie e il mio cuore smette per un attimo di battere. La valle di Kathmandu, Pokhara, l'India del nord... tutti quei posti meravigliosi che hanno dato il via al mio sogno. Quei posti colmi di ricordi, di attimi, di vita, di amore. Che ne rimane di quei posti che hanno catturato per sempre il mio cuore??? Quel sassolino che mi ha regalato emozione sarà finito nella crepa della terra, quel viso che tanto mi ha dimostrato e tanto mi ha amata magari ora sarà straziato al suolo a piangere i suoi cari, quella torre che mi ha offerto una splendida vista sulla città è stata rasa al suolo. Ma perché?perché la vita tanto ti può dare e tanto ti può togliere? Io ho vissuto attimi di pura felicità in Nepal, di puro amore solo alcuni mesi fa. Ora il Nepal vive attimi di panico e di dolore e io sono dall'altra parte del mondo. Avrei potuto esserci anch'io e invece sono al sicuro. Al sicuro?? Non saprei... ovunque cammino vedo appesi cartelli con indicata la via di evacuazione in caso di tsunami (Lima, Paracas. Quello del 2007 ha devastato la città di Pisco) e con indicata la zona sicura nel caso di sismi. In Nepal vivono sapendo del rischio delle scosse eppure non hanno soldi per costruire strutture anti sismiche. Noi corriamo solo dei minimi rischi viaggiando mentre a casa nostra viviamo abbastanza al sicuro. 
E poi penso a loro e mi si stringe il cuore. Penso a quei visi segnati dalle fatiche e dalle sofferenze ma che hanno trovato la maniera di tornare a sorridere. Quei bimbi che mi hanno fatta emozionare, ridere, piangere. Ho avuto paura per loro. Magari la scuola è crollata mentre loro erano chini sui libri?? Magari il dormitorio è franato al suolo mentre i bambini riposavano?? La mente mi sta distruggendo, devo fermarla se no mi attacca il cuore e lo fa piangere oltre misura. Scrivo a Raj, il mio amico dell'orfanotrofio ma non mi risponde. Scrivo a Stefy che mi risponde subito e con sollievo mi riporta che all'orfanotrofio stanno tutti bene. Meno male! Dopo tutto quello che hanno passato almeno gli è stato risparmiato il dramma dei feriti e delle macerie. Ma avranno sentito tremare la terra sotto i piedi e immagino i loro occhi colmi di angoscia che implorano un abbraccio, una rassicurazione. Hanno perso tutto prima di trovare happy home che li accogliesse. E ora hanno rischiato di perdere tutto di nuovo! Stanno tutti bene, mi ripeto, stanno tutti bene. Mi fa sentire meglio? In realtà per niente. Loro stanno meglio, certo, i bimbi del mio cuore stanno meglio. Ma tutte le altre persone? Tutti i feriti e i morti che ci saranno fuori dalle mura dell'orfanotrofio? E loro chi sono? Non sono importanti perché non li conosco? Quando mi aggiravo per kathmandu magari mi hanno sorriso, mi hanno aiutata,mi hanno fatto da guida turistica, mi hanno venduto un tour, o servita in un ristorante. Terribile, terribile. Le parole mi muoiono in gola... le lacrime secche mi appesantiscono il cuore. Il dolore ti sconvolge, ti travolge e la gente soffre terribilmente. Io sono seduta su un treno turistico che mi porta a visitare le bellezze della valle sacra e mi dico che oggi non ho il diritto di essere felice.

un grido che viene da lontano

PERCHÉ?? Mi domando... ma perché??Che tristezza! Vorrei parlare con loro, sentirli, sapere se stanno bene... ma per ora solo silenzio, un silenzio colmo di dolore e grida disperate. Non prego mai, non riesco neppure ora, ma il mio pensiero vola da loro sulle ali di un condor. Speranza...

venerdì 24 aprile 2015

Ritorno velocemente a parlare della giornata di ieri. Alla mattina Fede ed io ci avventuriamo nel quartiere di Lima chiamato Barranco. È una zona dedicata agli artisti, come ne esiste anche in molte altre città. Le case sono colorate con tinte calde color pastello e i muri esprimono delle opinioni artistiche. Dopo aver fatto una passeggiata in questa area allegra ringraziamo tutte le persone che si fanno in 4 per aiutarci rispondendo alle nostre domande da turiste e rientriamo in hotel. Segundo, il nostro fidato scudiero, è prontissimo sul marciapiede e ci porta in aeroporto. Voliamo a Cuzco! Io sono felice, perch questa città mi ha incantata e ci ho lasciato un pezzo di cuore. Fede è pure felicissima perché stiamo per volare nella capitale dell'impero inca. Il volo dura solo 50 minuti e passa senza problemi. Giunte a Cuzco facciamo un giro delle splendide viuzze della città prima che faccia buio e poi ci rinfreschiamo in hotel. Andiamo in un ristorantino a mangiare messicano e il cameriere è talmente gentile che gli faremmo un monumento all'istante! Dopo cena ci incontriamo in piazza con Andres e Hydee (ragazza cuzqueña) e andiamo in un bar dove c'è una band che suona musica dal vivo. Ci divertiamo un mondo e tra una canzone, un ballo e due chiacchiere beviamo cocktails a tradimento! Sarei andata avanti a fare festa fino a mattina, la compagnia è bella e la musica pure, ma visto che il treno per Machu Picchu parte alle 6, alla 1.30 decido di andare a casa. Saluto i miei amici e malincuore mi congedo. 
Che levataccia! Ma la sorpresa è che alle 5 possiamo fare colazione e quindi riempiendo la pancia la stanchezza si fa sentire di meno. Viaggiamo 4 ore tra bus e treno e alle 12 giungiamo alla cittadella di Machu Picchu. Facciamo un giro tra le rovine e ci divertiamo ad osservare la gente. La visita  è meno caotica di alcune settimane fa e sicuramente con un po' piu di pace è facile godersi maggiormente l'atmosfera. Verso le 15 scendiamo ad aguas caliente, facciamo merenda e poi andiamo in hotel a riposarci. Per cena ci infiliamo in un ristorante e mangiamo un bel piattone soddisfacente di carne. E poi??? A nannaaaaaa!ciaooooooo

super stars






giovedì 23 aprile 2015

pisco noche

Scusate amici... mi sto perdendo un po' via, sto perdendo il ritmo, non mi concentro a scrivervi e mi perdo in mille cose, ma mi riprenderò e prometto che mi impegnerò di più. Ora mi piacerebbe scrivervi ma sono la 1 di notte, ho appena terminato una noche loca con pisco e baile e fra 4 ore mi devo alzare per andare  con Fede a Machu Picchu. Ho dimenticato di dirvi che oggi pomeriggio abbiamo volato a Cuzco e ora siamo pronte per visitare la valle sagrada. Un abbraccio e a domani per i racconti! 

quartiere di Barranco




Quartiere degli artisti


Fiesta con musica dal vivo y baile  a Cuzco con Andres y Heidi la cuzqueña

mercoledì 22 aprile 2015

Girando per Lima

 Ieri mattina ho cambiato hotel ma rimanendo sempre nel quartiere di Miraflores. Ho trascorso il pomeriggio camminando per le stradine del quartiere a caccia di una bella libreria dove perdermi e di un'estetista dove fare la ceretta! Mi sento la pimpa, a macchie..., ogni settimana faccio un pezzettino diverso di gamba, rimanendo quindi sempre chiazzata. Ma che vi devo dire?? Sotto i ferri per piu di 2 ore non riesco a stare e qui sono lentissimee a lavorare con la cera. Dopo la ceretta sono stata a ritirare la biancheria che ho lasciato da lavare, ho bevuto un buon succo di frutta e alle 5.30 mi sono avventurata con il mio autista Segundo a prendere Fede che arrivava col volo da Zurigo. Ho Chiacchierato con l'autista che mi ha raccontato aneddoti macabri di quando alcuni banditi hanno assalito il suo taxi alcuni anni fa, e con gli occhi fuori dalle orbite mi sono accorta che nel frattempo eravamo arrivati alla pista di atterraggio. Mi sono messa in colonna nell'area arrivi. Quando ho visto spuntare Fede non potevo credere fosse davvero lei, da un lato perché ero felicissima di vederla, dall'altro perché non potevo capacitarmi che il suo bagaglio fosse un salsicciotto minuscolo impacchettato di scotch rosso. Il suo bagaglio è passato alla storia ed è stato fotografato come fosse una creazione di pop art... che ridere! Fede è il mio mito... è riuscita a partire con 8 kg di bagaglio. Ha tutta la mia stima. Per disfare il baco da seta ci ha però messo 5 minuti. 
Arrivate in hotel Fede dopo una doccia è crollata in un sonno stanco e pesante. Il fuso orario l'ha lasciata in pace, ma stamattina alle 7 eravamo sveglie a chiacchierare come 2 radioline. E così ha avuto il via la mattinata Limeña. 
Facciamo colazione all'hotel e poi ci avventuriamo col bus nella zona storica di Lima. Facciamo 4 passi, ci godiamo il sole, la plaza des armas e proseguiamo il giro visitando il quartiere ricco di San Isidro. In questa bella zona troviamo un ristorante molto carino e pranziamo, dopodiché visitiamo il malecon e i suoi parchi di Miraflores. Ci trasciniamo stancamente all'hotel per riposarci e rinfrescarci in vista della prima cena insieme a Lima. Abbiamo passato una grande bella giornata e sono molto felice di avere un'amica qui con me con cui dividere questo Meraviglioso Perù. Vado a dormire. Baciii


Bienvenida!


Il bagaglio di Fede...


Sorridenti a Plaza des Armas


Parco del quartiere di San Isidro

un po' di svizzera in Perù

È arrivata la mia amica Fede! Ci siamo fatte una bella dormita e ora andiamo a spasso per Lima! Stasera vi aggiorno! Baciii

martedì 21 aprile 2015

il pranzo a base di pesce

Con il bus di notte ieri mattina sono giunta a Lima alle 5.30. Mi sono seduta su una panchina della stazione degli autobus e ho chiacchierato con una donna peruviana. Mi ha parlato della sua vita e mi ha chiesto io cosa ci faccio in giro da sola. Tutti pensano io non abbia amici, per questo viaggio sola. Non concepiscono il significato di libertà e il gusto puro di godersi la propria persona. Il taxista nel frattempo è arrivato e mi ha portata sana e salva all'ostello dal mio amico Arturo (denominato anche il gato da Manu e da me). Mi piazzo nella hall e faccio colazione, dopodiché mi impossesso del mio letto in camerata. 
Alle 12.30 ho appuntamento con Gabriele, il segretario dell'ambasciatore svizzero a Lima, ticinese doc e mi porta in un delizioso ristorante a mangiare squisiti piatti di pesce. È un piacere conversare con lui e sapere come vive lui in questa bellissima nazione e che tipo di lavoro porta avanti. Abbiamo trascorso delle piacevolissime ore insieme. Dopo averlo salutato ho passeggiato tutto il pomeriggio per i parchi di Miraflores e ho notato dei dettagli a me sconosciuti nonostante le mie scorse visite (il parco soprannominato Maria Reiche con delle forme animalesche disegnate nell'erba hanno assunto improvvisamente un senso: le linee di Nazca). Ho poi bevuto un succo, ho riposato su una panchina, ho letto sdraiata sull'erba e la mia serata si è conclusa mangiando frutta all'ostello.  Giornata molto interessante, ne sono felice.

il parco



La scimmia delle linee di nazca




Arte urbana...

domenica 19 aprile 2015

Su e giù dalle dune


Stamattina ho mangiato una deliziosa colazione sulla terrazza del mio hotel. Un momento di puro piacere, in cui ho realizzato la bellezza nascosta nelle piccole cose della vita. Questo viaggio mi permette di godere ogni giorno di tante piccole azioni che altrimenti forse ignorerei. Il resto della mattinata l'ho trascorso a fare la gioppina con Aleida dopodiché siamo scese a pranzare al ristorante sotto l'ostello. Mi piace questa donna, è colma di vitalità e dedizione ai suoi figli. La sua storia cela tristezza e dolore eppure lei ha rialzato la testa e ha lottato. Come gran parte delle persone locali che ho conosciuto, lavora duramente per portare a casa il pane per i suoi figli e non può permettersi nulla d'altro. Questa è purtroppo la realtà che mi fa ancora soffrire, ma che dovrò presto imparare ad accettare. 
Alle 14.30 sono davanti all'agenzia di Josè e chiacchiero con Emilio nel mentre che aspetto Jonathan, la guida che passa a prendermi. Che c'è in programma oggi pomeriggio? Un giro culturale e avventuroso in buggy. La parte culturale prevede la visita di un acquedotto, un santuario religioso dove compivano sacrifici nei tempi della cultura nazca e un cimitero. La parte avventurosa prevede un giro ad alta velocità su e giù dalle dune del deserto di Nazca e alcune divertenti discese sulla tavola da "sandboard". Ci siamo divertiti un mondo a fare su e giù dalle dune fino all'imbrunire. Nel gruppo c'era una ragazza austriaca, una famiglia canadese (in viaggio per 6 mesi), e un ragazzo canadese in viaggio da 4 anni e col progetto di vagabondare per altri 3 anni. È diventato il mio nuovo mito e si può ben comprendere il perché... hehe!!!
Finita la gita mi sono fiondata in doccia e poi a cenare. Fra 2 orette prendo il bus per Lima. Adiooooos y hasta mañanaaa!!!!

pomeriggio culturale e sportivo


Aleida mi amiga 

Acquedotto

Santuario religioso Cahuachi

Cimitero



Sandboarding