Sam stamattina mi scrive:"guarda che c'è stato un terrificante terremoto in Nepal e sono morte molte persone". Il tempo si ferma e trattengo il respiro. Le immagini della mia felicità nepalese mi scorrono davanti come fossero un film. Immagini belle e colme di sorrisi percepiscono l'interferenza di immagini in bianco e nero, con in sottofondo aria di terrore. Mi sono appena svegliata, il cervello non lavora ancora a dovere ma il piccolo collegamento lo fa e con il cuore che martella come una trivellatrice nel cemento apro ticino online per leggere della tragedia. Gli occhi saltano da una riga all'altra senza cogliere appieno il significato di ciò che leggono e cercano le foto che possano smentire le conseguenze della fortissima scossa di 8.1. Vedo foto di case crollate, di visi rigati dalle lacrime, corpi sotterrati dalle macerie e il mio cuore smette per un attimo di battere. La valle di Kathmandu, Pokhara, l'India del nord... tutti quei posti meravigliosi che hanno dato il via al mio sogno. Quei posti colmi di ricordi, di attimi, di vita, di amore. Che ne rimane di quei posti che hanno catturato per sempre il mio cuore??? Quel sassolino che mi ha regalato emozione sarà finito nella crepa della terra, quel viso che tanto mi ha dimostrato e tanto mi ha amata magari ora sarà straziato al suolo a piangere i suoi cari, quella torre che mi ha offerto una splendida vista sulla città è stata rasa al suolo. Ma perché?perché la vita tanto ti può dare e tanto ti può togliere? Io ho vissuto attimi di pura felicità in Nepal, di puro amore solo alcuni mesi fa. Ora il Nepal vive attimi di panico e di dolore e io sono dall'altra parte del mondo. Avrei potuto esserci anch'io e invece sono al sicuro. Al sicuro?? Non saprei... ovunque cammino vedo appesi cartelli con indicata la via di evacuazione in caso di tsunami (Lima, Paracas. Quello del 2007 ha devastato la città di Pisco) e con indicata la zona sicura nel caso di sismi. In Nepal vivono sapendo del rischio delle scosse eppure non hanno soldi per costruire strutture anti sismiche. Noi corriamo solo dei minimi rischi viaggiando mentre a casa nostra viviamo abbastanza al sicuro.
E poi penso a loro e mi si stringe il cuore. Penso a quei visi segnati dalle fatiche e dalle sofferenze ma che hanno trovato la maniera di tornare a sorridere. Quei bimbi che mi hanno fatta emozionare, ridere, piangere. Ho avuto paura per loro. Magari la scuola è crollata mentre loro erano chini sui libri?? Magari il dormitorio è franato al suolo mentre i bambini riposavano?? La mente mi sta distruggendo, devo fermarla se no mi attacca il cuore e lo fa piangere oltre misura. Scrivo a Raj, il mio amico dell'orfanotrofio ma non mi risponde. Scrivo a Stefy che mi risponde subito e con sollievo mi riporta che all'orfanotrofio stanno tutti bene. Meno male! Dopo tutto quello che hanno passato almeno gli è stato risparmiato il dramma dei feriti e delle macerie. Ma avranno sentito tremare la terra sotto i piedi e immagino i loro occhi colmi di angoscia che implorano un abbraccio, una rassicurazione. Hanno perso tutto prima di trovare happy home che li accogliesse. E ora hanno rischiato di perdere tutto di nuovo! Stanno tutti bene, mi ripeto, stanno tutti bene. Mi fa sentire meglio? In realtà per niente. Loro stanno meglio, certo, i bimbi del mio cuore stanno meglio. Ma tutte le altre persone? Tutti i feriti e i morti che ci saranno fuori dalle mura dell'orfanotrofio? E loro chi sono? Non sono importanti perché non li conosco? Quando mi aggiravo per kathmandu magari mi hanno sorriso, mi hanno aiutata,mi hanno fatto da guida turistica, mi hanno venduto un tour, o servita in un ristorante. Terribile, terribile. Le parole mi muoiono in gola... le lacrime secche mi appesantiscono il cuore. Il dolore ti sconvolge, ti travolge e la gente soffre terribilmente. Io sono seduta su un treno turistico che mi porta a visitare le bellezze della valle sacra e mi dico che oggi non ho il diritto di essere felice.