martedì 17 febbraio 2015

L'odore dell'India di Pier Paolo Pasolini 

Mumbay
"Le strade sono ormai deserte,  perdute nel loro polveroso, secco, sporco silenzio. Hanno qualcosa di grandioso e insieme di miserabile:è la parte centrale,  moderna della città,  ma la corruzione delle pietre, delle imposte,  dei legni è da vecchio villaggio.
Quasi tutte le case, cadenti,  hanno davanti un piccolo portico: e qui... mi trovo davanti a uno dei fatti più impressionanti dell'India.
Tutti i portici, tutti i marciapiedi rigurgitano di dormienti. Sono distesi per terra, contro le colonne,  contro i muri, contro gli stipiti delle porte. I loro stracci li avvolgono completamente, incerati di sporcizia. Il loro sonno è cosi profondo che sembrano dei morti avvolti in sudari strappati e fetidi. Sono giovani, ragazzi,  vecchi, donne coi loro bambini. Dormono raggomitolati o supini, a centinaia. Tutta la strada è piena del loro silenzio:e il loro sonno è simile alla morte, ma a una morte, a sua volta, dolce come il sonno".

Ogni sera a letto, con la luce soffusa, leggo un capitolo del libro indiano di Pasolini. Ieri mi è capitato questo estratto. Il fatto che io fossi a letto, leggendo queste frasi sulla popolazione di Mumbay che vive e dorme per strada mi ha scosso. Ho rivissuto le sensazioni provate nei giorni di permanenza in città quando ho effettivamente visto quelle scene strazianti. In quei momenti non ho potuto fare altro che girare lo sguardo su altro...triste davvero! E rivivere queste sensazioni nella pace e ricchezza di casa mia  ha di nuovo suscitato domande e riflessioni.

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