sabato 28 febbraio 2015

A zonzo per Manhattan





fotooooo








Day 1: siamo a New York!


Sono le 3 del mattino e mi sveglio di soprassalto! Sarò in ritardo? Perchè la sveglia non è suonata? No no tutto a posto, il mio cervello in stato di veglia mi chiama prima ancora che sia ora. Mi alzo, faccio la doccia e impacchetto gli ultimi oggettini rimasti fuori dallo zaino. Alle 3:30 scendo al primo piano e saluto la mamma. Poi scendo in strada e aspetto la mia amica Manu. Mi sembra di sognare, parto davvero con lei? Non mi sembra vero... avrò una compagna di risate e marachelle per un mesetto. Sopraggiunge lesta lesta nella notte con la sua macchinina bianca fiocco di neve e salgo a bordo. Facciamo tappa a Vacallo e i genitori di Manu ci accompagnano a Linate. Li tutto fila liscio e dopo qualche ora siamo imbarcate sull'aereo british destinazione Londra. Il tempo passa velocemente e non incontriamo particolari problemi. Atterriamo a Londra e attraversiamo rapidamente i corridoi per il transfer, il tempo non è molto. Le formalità doganali sono terribilmente severe e dopo l'esperienza di New york di 2 anni fa "vai nel gabbiotto, mani in alto e attenta alla scansione", questa è la seconda esperienza aeroportuale piu impegnativa della mia vita. Dobbiamo far passare il bagaglio a mano di nuovo sul rullo, togliere i liquidi dallo zaino, il computer, la cintura, le scarpe e tutto questo con un velo di inquietudine. Ce la facciamo e camminiamo oltre, verso il terminal. Manca poco all'imbarco e per arrivare al gate dobbiamo prendere un trenino. Caspita ci vuole ritmo e buona vista, l'aereo mica aspetta... Il volo british per New York dura 8 ore. Le ore scorrono abbastanza veloci e non mi sembra vero di poter fare qualche chiacchiera. Le prime foto stupide sono di rito, come il primo acquisto inutile e cretinino del nostro viaggio (è tradizione, balla la visa...).
Atterriamo finalmente a JFK!! Vi devo dire che siamo molto esaltate e felici. Ritiriamo quindi il bagaglio e usciamo a testare l'arietta fresca newyorkese. Sembra un freddo mite, sopportabile ma dopo mezzoretta le mani sono congelate come pure le orecchie. Dall'aeroporto prendiamo l'airtrain e poi la metro e arriviamo in centro in 1 ora. Saliamo le scale del metro in direzione dei grattacieli e respiriamo aria di città modaiola. Ora siamo in hotel, sono le 16. Ci riposiamo un po e poi usciamo a fare un giro. Alle 20 dovrebbero arrivare Simo   e Annalisa e se non saremo stanchissime usciremo a vivere  New York 
di notte. Baci a tutti!

arrivate a jfk!!



venerdì 27 febbraio 2015

Ready to gooooooo


Ci siamo...

L'emozione non ha voce... cantava Celentano... e davvero è così. Come si può descrivere il turbinio che invade il mio cuore, sale in gola e si collega al cervello?? Pronta e felice di partire? Non ci sto piu nella pelle, il mio cuore è gia colorato a stelle e strisce e la mia parlata stasera si è improvvisamente trasformata in latina. È difficile stare a tavola, perchè mi viene da correre e saltare, è difficile dormire, perche mi viene da indossare le scarpe e lo zaino e correre in aeroporto, anche se sono in anticipo di 3 ore.  Il grande giorno è arrivato, e io lo condivido con una grande compagna di viaggio e con voi splendidi amici, che con il vostro entusiasmo verso di me e il mio viaggio, mi  scaldate il cuore! Seguitemi, e fatevi sentire. Io cercherò di non mollare il colpo e stare sempre sull'onda cibernetica raccontandovi delle mie esperienze. Un abbraccio 

giovedì 26 febbraio 2015

mercoledì 25 febbraio 2015

Guadagnatevi la libertà

"Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non sarà sprecato: è quello il posto in cui devono stare. E adesso metteteci sotto delle fondamenta".
Henry David Thoreau- Walden


Ross Morley: imprenditore

Il viaggio è come un'enorme tela bianca e l'unico limite al dipinto che vi si forma sopra è dettato dalla nostra immaginazione.

John Muir: solo andando da soli, in silenzio, senza bagagli, si può penetrare veramente ne cuore del deserto. Gli altri viaggi sono solo polvere e alberghi e bagagli e chiacchiere

Nato in Scozia nel 1838 e cresciuto nel Wisconsin, quando aveva 29 anni perse la vista per un mese, a causa di un incidente. Quando la recuperò decise di fare armi e bagagli e andare a vedere le meraviglie (foreste, montagne e laghi), che aveva rischiato di non vedere mai più. Partito a piedi, percorse più di 1500 chilometri, da Indianapolis fino al Golfo del Messico. Alla fine si diresse in California, dove si innamorò del parco nazionale Yosemite e della Sierra Nevada. La sua vita vagabonda lo portò in luoghi lontani come l'Alaska, il Sudamerica, l'Australia, l'Africa, il Giappone e la Cina. Sin dall'inizio i suoi viaggi erano alimentati dalla passione per la natura, tanto che egli si immerse sempre nello studio della flora e della geologia dei posti che visitava. Non aveva mai fretta di giungere  a destinazione e una volta disse ad un amico che "un ritardo di quarant'anni o più" non gli dava fastidio, purché potesse esplorare altre vastità desolate durante il suo cammino.

martedì 24 febbraio 2015

Picasso e Platone





Bayard Taylor: in giro per l'Europa con pochi soldi

Nato in Pennsylvania nel 1825, all'età di 19 anni Taylor decise di attraversare l'Europa. Per risparmiare andò a piedi dalla Pennsylvania a Washington,dove ottenne il suo passaporto, dopodiché partì per l'Europa con appena 140 dollari in tasca. Risparmiando e facendo lavoretti occasionali per strada,Taylor riuscì a far bastare questa somma per 2 anni, evitando le locande, mangiando ai mercati dei contadini e andando a piedi ovunque. In views Afoot, pubblicato al suo ritorno, espresse il suo stupore per gli eccessivi preparativi degli altri viaggiatori, che sembravano interessarsi solo alle comodità e alle pillole di saggezza dispensate dalle guide, e che, quasi noj alzavano gli occhi per vedere le scene dal vero. Taylor non abbandonò mai la sua ambizione di scrivere poesia, ma il successo di views afoot lo spinse ad altri pellegrinaggi in Africa, India, Giappone, Terra Santa  e nel Circolo polare Artico.

Phil Cousineau : the art of pilgrimage

" La pratica del viaggio emotivo consiste nello scoprire il punto in cui la storia e la vita quotidiana si sovrappongono, è un metodo per trovare l'essenza di ogni luogo e di ogni giornata: nei mercati, nelle piccole cappelle, nei parchi fuori mano, nei negozi di artigianato. La curiosità per ciò che di straordinario si nasconde nell'ordinario muove il cuore del viaggiatore che vuole vedere dietro il velo del turismo". 

lunedì 23 febbraio 2015

Henry David Thoreau: la cosa che so fare meglio è accontentarmi di poco

Henry David Thoreau non si allontanò mai molto dal New England, ma diffuse una concezione insolita della ricchezza,essenziale al vagabonding. Poichè riteneva che tutti i possedimenti materiali, al di là delle necessità di base, fossero un ostacolo alla vera vita, sposò l'idea che la ricchezza non consiste in ciò che si possiede, ma in come si impiega il proprio tempo. Nel libro "Walden" scrisse che un uomo è ricco in proporzione alla quantità di cose  che può lasciare perdere.
Nato a Concord, nel Massachussets,nel 1817, Thoreau studiò ingegneria ad Harvard, anche se poi non riusci mai a definire con precisione quale fosse la sua vera professione. Si definì via via insegnante, topografo,contadino, imbianchino, produttore di matite, scrittoree poetastro. Viene ricordato soprattutto come scrittore, in particolare come autore di Walden, un vivido resoconto dell' esperimento che condusse per un anno rifiutando ogni forma di materialismo. Allo stagno di Walden, Thoreau visse in modo da dover lavorare solo sei settimane all'anno: mangiava le verdure dell'orto e il pesce dello stagno,viveva in una casa piccola, luminosa e pulita che si era costruito da solo ed evitava spese inutili, comprese quelle per la carne fresca, i vestiti eleganti e il caffè. Cosi facendo ebbe tutto il tempo di dedicarsi alle cose che amava di più: leggere, scrivere, passeggiare, pensare e osservare la natura. Fu in questo modo,attraverso la semplicità, che Thoreau riuscì a trovare la vera ricchezza: "la ricchezza superflua serve solo a comprare cose superflue, scrisse, mentre non serve denaro per comprare ciò che è necessario all'anima.


Jason Gaspero: redattore

" Non state li ad aspettare. Non invecchiate tirando fuori delle scuse. Mettete da parte qualche migliaio di dollari, vendete la macchina, compratevi un atlante. Incominciate a sfogliarlo e dite a voi stessi che potete andare, che potete vivere in tutti questi posti. Bisogna fare dei sacrifici? Certamente. Ne vale la pena? Assolutamente si. L'unico modo per scoprirlo è salire sull'aereo e partire. E lasciate che vi dica una cosa: la prima mattina che passerete nel paese che avete scelto, lontano dalle convinzioni della tipica vita di tutti i giorni, guardando il vostro nuovo ambiente, ascoltando lingue straniere, sentendo odori strani e nuovi, allora saprete esattamente di che cosa sto parlando. Vi sentirete la persona più felice  sulla faccia della terra".

domenica 22 febbraio 2015

George Santayana: "the philosophy of travel

" A volte dobbiamo fuggire nelle solitudini aperte, nell'assenza di scopi, nella vacanza morale consistente nel correre puri rischi, per affilare la lama della vita, per saggiare le difficoltà ed essere costretti a sforzarsi disperatamente, vada come vada".

"La mia India " : Paola Pedrini

"L'India è come un pugno nello stomaco. In India il tempo scompare e sfumano orari, programmi, appuntamenti. In India si devono tenere aperte le porte, le strade e la mente.  In India si impara ad avere pazienza, a fare le code, ad aspettare. L'India puzza di piscio e di merda e profuma di cibo, di fiori e di incenso. L'India è religione, riti e celebrazioni. L'India è morte. L'India è sole, acqua e feste. L'India ti avvolge nei suoi sari colorati come farfalle e ti accompagna per le strade a vedere la gente che muore di fame. In India una vacca vale più di un uomo ma un bambino vale più di una vacca. Tutto ciò che succede è vero, ma è vero anche il suo contrario. L'India è un elastico, da una parte all'altra fino al limite, sempre col rischio che si rompa. L'India è un viaggio nel tempo, la danza della vita nel passato di chi qua approda che si illuminerà all'improvviso di fronte al sorriso di un bambino".

giovedì 19 febbraio 2015

Dichiarate la vostra indipendenza (Rolf Potts)

"A partire da quest'ora mi ordino libero di limiti e linee immaginarie,
Vado ove voglio,  totale e assoluto signore di me,
Do ascolto agli altri, considerando bene quello che dicono,
M'arresto, ricerco, ricevo, contemplo,
Dolcemente, ma con volontà incoercibile, mi svincolo dalle remore che trattenermi vorrebbero "
Walt Whitman - Canto della strada

Vagabonding: l'arte di girare il mondo di Rolf Potts

"Vagabonding: forse un neologismo, sicuramente un modo nuovo di affrontare l'idea del lungo viaggio, non tanto come semplice valvola di sfogo, ma come progetto di vita capace di permeare anche i periodi di routine lavorativa in città. Uno stato d'animo permanente. Secondo Rolf Potts, niente ci impedisce di privilegiare, nella scala dei nostri valori, la libertà, la fantasia, la curiosità e la crescita personale. Non occorrono grandi somme di denaro, il punto semmai è alleggerire il fardello dei vincoli e degli impegni, "viaggiare" leggeri per la vita, semplificando. Partire, in questo senso, diventa una prova con noi stessi, che comincia ancora prima di aver scelto il percorso. Alternando in modo inedito esperienze personali, informazioni pratiche, suggerimenti bibliografici, ritratti di grandi viaggiatori del passato e testimonianze di globetrotter attuale. Questo libro trasmette, senza mai prendersi troppo sul serio, una voglia irresistibile di partire, e di cominciare a pensare con la propria testa".

martedì 17 febbraio 2015

L'odore dell'India di Pier Paolo Pasolini 

Mumbay
"Le strade sono ormai deserte,  perdute nel loro polveroso, secco, sporco silenzio. Hanno qualcosa di grandioso e insieme di miserabile:è la parte centrale,  moderna della città,  ma la corruzione delle pietre, delle imposte,  dei legni è da vecchio villaggio.
Quasi tutte le case, cadenti,  hanno davanti un piccolo portico: e qui... mi trovo davanti a uno dei fatti più impressionanti dell'India.
Tutti i portici, tutti i marciapiedi rigurgitano di dormienti. Sono distesi per terra, contro le colonne,  contro i muri, contro gli stipiti delle porte. I loro stracci li avvolgono completamente, incerati di sporcizia. Il loro sonno è cosi profondo che sembrano dei morti avvolti in sudari strappati e fetidi. Sono giovani, ragazzi,  vecchi, donne coi loro bambini. Dormono raggomitolati o supini, a centinaia. Tutta la strada è piena del loro silenzio:e il loro sonno è simile alla morte, ma a una morte, a sua volta, dolce come il sonno".

Ogni sera a letto, con la luce soffusa, leggo un capitolo del libro indiano di Pasolini. Ieri mi è capitato questo estratto. Il fatto che io fossi a letto, leggendo queste frasi sulla popolazione di Mumbay che vive e dorme per strada mi ha scosso. Ho rivissuto le sensazioni provate nei giorni di permanenza in città quando ho effettivamente visto quelle scene strazianti. In quei momenti non ho potuto fare altro che girare lo sguardo su altro...triste davvero! E rivivere queste sensazioni nella pace e ricchezza di casa mia  ha di nuovo suscitato domande e riflessioni.

lunedì 16 febbraio 2015

Parole di Gandhi


Caroline Vermalle: "La felicità delle piccole cose" (romanzo)

pp. 63-65:
"Al corso chiamato la Caccia al tesoro ognuno riflette su cosa lo renderebbe felice . Immagina...la vita reale se vogliamo chiamarla così, e la raffigura.  Incolla su un foglio ritagli di giornale. Non ha idea di quanti cataloghi di viaggi siano stati tagliuzzati. Ad un certo punto tutti però iniziano a scavare un po' più a fondo e trovano cose più personali" disse Jamel.
"Non è deprimente immaginare una vita che non avremo mai?"disse Petronille.
"Si sbaglia di grosso. Nel momento in cui si mette su carta diventa reale. Glielo assicuro, è così" disse Jamel.
"Ne è davvero convinto?"disse Petronille
"Si certo, Però sono necessari 2 presupposti. Primo, bisogna rappresentare sulla mappa del tesoro la vita che vorremmo vivere veramente e non quella che pensiamo sia la più adatta a noi. Secondo, bisogna crederci" disse Jamel.

pp.180-181:
"Petronille mi ha raccontato che tu ti occupi di mappe del tesoro; un lavoro piuttosto insolito"disse Jules.
"Si esatto" rispose Jamel.
"E funziona? È solo un passatempo o c'è un lieto fine?"domandò Jules
"Funziona" rispose Jamel.
"Qual'è il segreto?"chiese Sylvia.
"Bisogna crederci, tutto qui" disse Jamel.
"Vogliamo conoscere il vero segreto" disse Sylvia.
"Vi svelerò il segreto... la spiegazione scientifica è che, a prescindere da età, razza e numero di previdenza sociale, ogni nostra decisione, consapevole o inconscia, è guidata dalla ricerca della felicità. A livello primario è facile stabilire cos'è la felicità: un tetto sulla testa, cibo a sufficienza per noi e per la nostra famiglia, la salute. Noi però apparteniamo ai privilegiati del mondo e tutto questo lo abbiamo già, perciò la situazione si complica. Continuiamo a cercare la felicità e la vogliamo ad ogni costo, ma non sappiamo di preciso cosa sia, questa felicità. Allora facciamo quello che fanno tutti: aspiriamo ad un lavoro redditizio, una grande casa, una bella macchina. Se tutti vogliamo queste cose devono essere quelle giuste. Ogni mese passiamo dal via, ritiriamo i nostri soldi e ricominciamo il giro. A quarantacinque anni ci siamo sistemati, ma sentiamo che in un certo senso la nostra vita è sbagliata, che ci manca qualcosa. Se invece ci fermiamo e disegniamo la nostra mappa del tesoro... nell'ambiente protetto del corso che organizzo io, ognuno rappresenta la propria felicità. La persona torna a casa con un bel collage da appendere al frigo in cucina o nascondere in un cassetto del comodino. Magari lo dimentica, ma il collage rimane memorizzato nella sua testa. E ogni volta che deve prendere una decisione, il cervello, programmato, per la ricerca della felicità si orienta in base al disegno attaccato al frigo o nascosto in un cassetto. Se siamo motivati a realizzare la nostra felicità personale, quella su misura per noi, svanisce il desiderio di avere una macchina più bella di quella dei vicini. La mappa del tesoro indica una strada al cervello, che adesso è programmata per imboccarla. Ed è quello che succede. Una mattina ci svegliamo e i sogni contenuti nella mappa del tesoro sono diventati realtà. Fine!"raccontò Jamel.

Questo estratto di libro mi è piaciuto molto e ve l'ho riportato.
Due anni fa ho comprato un quaderno e l'ho intitolato il libro dei sogni. Ho appeso delle fotografie, ho scritto delle frasi che mi piacevano riferite a questi miei sogni e l'ho aggiornato non appena avevo dei nuovi spunti, idee o piccoli sogni. E vi assicuro che funziona!! Appena metti nero su bianco i tuoi sogni, non puoi più mentire a te stesso dicendoti che sono solo sogni, o che non meriti di buttare tutto all'aria per inseguirli. Il tuo cuore e il tuo cervello a quel punto lo sanno e... vanno in quella direzione!Poi sta a te decidere se reprimerli per anni, facendo una grande fatica, o se dargli spazio e vedere dove ti portano... Bonne Chance!

martedì 3 febbraio 2015

Ciò che conta davvero!


L'abbraccio

Poco fa ho postato delle foto della giornata di domenica in campagna. Ho osservato le mie foto in primo piano e ho visto come da ogni centimetro del mio viso trasparisse una grande felicità e soddisfazione. Ne sono rimasta molto colpita, perchè normalmente la macchina fotografica è nelle mie mani e passa in mani altrui solo per scattare una foto di gruppo. Invece queste foto sono state scattate nel corso della giornata senza una precisa ragione, in alcuni momenti in cui stavo facendo qualcosa, ascoltando qualcuno o semplicemente osservando la campagna. Sono le famose foto spontanee. Quel giorno ero molto felice perchè queste persone mi hanno accolta come se fossi parte della loro famiglia. Mi hanno guardata con occhi amorevoli, mi hanno preparato il pranzo con tanto amore e mi hanno abbracciata energeticamente. L'abbraccio... è stato il veicolo dell'affetto in questo viaggio sabbatico. Sono entrata in sintonia con le persone spesso con un abbraccio, difficile descriverlo a parole. Non sempre la comunicazione linguistica funzionava,  eppure l'intesa era forte solo grazie agli sguardi e a questi "full Hugs". Ho inciso per sempre questi momenti emozionanti nel mio cuore e nessuno me li potrà mai portare via.



ll viaggio

Un giorno un amico mi chiese che conclusioni avessi tratto dal mio viaggio e dinnanzi a questa domanda ho avuto difficoltà a rispondere.  Sono partita davvero con tante domande alle quali trovare delle risposte? Sono partita con tante aspettative? Direi di no. L'unica aspettativa era di godere al massimo di ogni istante e ogni occasione mi fosse capitata sotto mano. E l'ho fatto con tanta  convinzione e spontaneità.
È stato un viaggio del cuore e dell'anima? Assolutamente SI. Ogni persona che ho incontrato sul mio cammino mi ha insegnato qualcosa della vita, della cultura e di me stessa. Questo è stato decisamente uno dei doni più preziosi del mio viaggio. Il secondo dono è stato tutto l'affetto e la stima che le persone mi hanno dimostrato nel corso del mio viaggio (sia chi ho incontrato in cammino ma anche voi amici che mi avete seguita e accompagnata in ogni mio passo). Mi sono SENTITA VIVA e FELICE in questi mesi! Questa è certamente la parte più preziosa del mio viaggio.
Ma è solo il riscaldamento. In sud America si replica e ... con el corazon abierto voy a despegar mis alas volando con mucha libertad en el cielo de mi vida!

il rientro

Manca davvero poco e sono a casa. Sono circa a metà strada, mi trovo a Doha, nello stato del Qatar. Chissa come sarà forte il contrasto tra Svizzera e India. A partire dalla lingua parlata, per poi passare al colore della pelle delle persone, e al clima ambientale. Chissa cosa sentirò nell'esatto momento in  cui metterò piede su suolo italiano.
Il mio blog continuerà a vivere, scriverò le mie considerazioni di queste settimane di rientro in Svizzera.  Se avrete voglia continuate a seguirmi anche se sono a casa; se invece volete attendere il mio ritorno in sella all'uccellotto American Airlines vi do appuntamento al giorno 28 di febbraio.  E questa volta non partirò da sola ma con la mia splendida amica e compagna Manu di avventure in terre straniere. Il 28 voliamo su New York City dove staremo per 4 giorni; dopodiché voleremo a Quito in Ecuador e poi ci sposteremo oltre frontiera in Perù.  Nel corso delle settimane in cui mi tratterrò in Ticino ho assolutamente il grande desiderio di vedervi e abbracciarvi quindi fatevi vivi voi che è piu semplice, perchè io sarò ancora in modalità vacanza: ovvero senza orari, orologi, impegni.  Perdonatemi ma a scuola non passerò,  l'anno sabbatico me lo voglio godere al massimo. Hehe.
Per concludere ci tenevo a ricordarvi che se avete il piacere di versare un contributo all'orfanotrofio nepalese happy home, Stefania parte per kathmandu il 26 febbraio e potrà contribuire ancora positivamente alla campagna di sostegno ai bimbi. Se vi è più comodo consegnate i soldi a me e io li do direttamente a lei.
A prestissimooooooooo, non vedo l'ora di abbracciarvi!!!

Ultime foto dal fronte India: la giornata in campagna di domenica

 Surat Family

Cugino di Surat


 Zii di Surat
 Papà di Surat

 Surat


 Migliore amico di Surat



 Fratello di Surat con moglie


domenica 1 febbraio 2015

Ultimi giorni indiani

Sabato pomeriggio aspetto Kartik in hotel ma non arriva. Passano 2 ore e non si vede... gli ho dato le mie coordinate gps ma qualcosa non va perché non trova l'hotel.  Dopo 3 ore di attesa mi chiede di raggiungerlo alla gioielleria Rc; ah perché io so proprio dove si trova!!! Il quartiere di Delhi dove alloggio è colmo di gente,  di hotel e di negozi;  impossibile che trovi la gioielleria. Decido di camminare su e giù per la strada principale un paio di volte giusto per dire che ci ho provato e mentre cammino, alla stessa andatura mi affianca un ragazzo.  Chiacchieriamo delle solite cose e poi sapendo che non trovo il mio amico si offre di chiamarlo e mi porta da lui. Una gentilezza da manuale; e sono a Delhi!!! Vado a cena con kartik, ci beviamo qualcosa in un bar e passeggiamo in giro per il quartiere. Ha solo 20 anni ma fa discorsi davvero importanti e articolati;  è un piacere dialogare con lui. A mezzanotte sono a letto. Alla mattina di domenica passa Surat a prendermi con un suo amico per portarmi al villaggio suo nativo, dove è cresciuto.  È un posto meraviglioso, nella natura e le canne da zucchero svettano numerose ovunque. Surat mi presenta suo padre, i suoi zii e tanti abitanti del villaggio.  Insieme facciamo colazione, pranziamo, passeggiamo e trascorriamo il tempo in simpatica compagnia.  Surat purtroppo non sta bene e fa un po fatica a stare attivo. Non potevo immaginare di passare la mia ultima giornata a Delhi in modo migliore! Nel corso del pomeriggio queste splendide persone mi preparano una corona di fiori appena raccolti dal prato e me la mettono al collo. Mi coccolano e mi fanno sentire bene. È stata una grande idea passare la giornata lontana dalla città;  la campagna è sempre un tuffo nella freschezza mentale e fisica. Rientriamo a Delhi verso le 17 e  Dheeraj, l'amico di Surat,  si offre di portarmi a cena da qualche parte e andiamo a sud di Delhi in un ristorante tipico, addobbato seguendo le tradizioni antiche indiane. Cibo ottimo e bella compagnia. Gli dico che sono i miei ultimi giorni a Delhi e che vorrei divertirmi fino all'alba ed eccoci in giro a scorrazzare per la movida fino a mattina. La gente è cosi gentile e accomodante,  ci tiene a regalarti felicità e un bel ricordo dei giorni passati in India. Sono un po rintronata ora, ho dormito poco e mi devo occupare di preparare il bagaglio. Ma davvero fra poche ore devo andare all'aeroporto? ? Ma non ci posso proprio credere! Sono passati 4 mesi, ho fatto tantissime esperienze eppure sono volati... 

campagna

Ieri ho trascorso una giornata stupenda in campagna, nel villaggio nativo di Surat. Ho passato uno degli ultimi giorni indiani in maniera rilassante, a contatto con gente squisita. Ora dormo ancora un po perche ho tirato mattina in giro per Delhi con alcuni amici di Surat, e nel mentre che inganno il tempo prima di andare in aeroporto stasera tardi vi scrivo i dettagli della mia giornata. Ci credete che sto per tornare??martedi sera sarò a casa. Impossibile crederci!